GIUNTA
per gli affari delle Comunità europee
MERCOLEDÌ 22 OTTOBRE 1997

53a Seduta
Presidenza del Presidente
BEDIN

La seduta inizia alle ore 8,35.

IN SEDE CONSULTIVA
(2739 e 2739-bis) Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 1998 e bilancio pluriennale per il triennio 1998-2000 e relativa Nota di variazioni
(2792) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 1998)
(Parere alla 5a Commissione: favorevole con osservazioni)

Riferisce alla Giunta il relatore TAPPARO il quale sottolinea come la manovra economica in esame sia finalizzata a consentire la partecipazione dell'Italia all'avvio della terza fase dell'Unione economica e monetaria ed illustra al riguardo le previsioni economiche d'autunno presentate dalla Commissione europea lo scorso 14 ottobre. Tale documento reca indicazioni in ordine a vari parametri, ivi compresi quelli che saranno presi a riferimento per la partecipazione all'Unione monetaria. Per quanto concerne in particolare il rapporto tra deficit e PIL nel 1997 viene indicata una previsione del 3 per cento mentre, per il 1998, al netto della manovra economica - che la Commissione europea si è astenuta dal considerare anche alla luce della particolare situazione politica dell'Italia al momento della presentazione del documento - viene indicato un rapporto del 3,7 per cento. Al riguardo l'oratore sottolinea l'importanza della manovra disposta con la legge finanziaria ed i disegni di legge collegati ai fini del conseguimento dell'obiettivo del 3 per cento del deficit in rapporto al PIL ed evidenzia altresì come dato particolarmente significativo la tendenziale riduzione del rapporto tra debito e PIL che, secondo la Commissione, passerà dal 123,2 per cento del 1997 al 121,9 per cento del 1998. Tale parametro pone l'Italia insieme a Belgio e Grecia nel ristretto gruppo di Paesi caratterizzati da uno stock di debito pubblico superiore al PIL, a fronte di una media europea pari al 73 per cento nel 1996.
Tra gli altri dati esposti dall'oratore sulla base del Documento della Commissione figurano un incremento del PIL dell'1,4 nel 1997 e del 2,5 nel 1998, a fronte di una media europea, rispettivamente, del 2,6 per cento e del 3 per cento, ed un andamento del tasso di inflazione e degli interessi di lungo periodo in linea con le tendenze europee.
Con riferimento ai documenti di bilancio in esame il relatore sottolinea la difficoltà di estrapolare le cifre relative ai flussi finanziari tra l'Italia e l'Unione europea, soprattutto con riferimento alle previsioni sui finanziamenti accreditati all'Italia che, non transitando per il Ministero del tesoro ovvero costituendo l'oggetto di gestioni fuori bilancio, non vengono contabilizzati nei testi in esame. Tali flussi, tuttavia, vanno acquisendo una crescente importanza per l'economia del Paese e sarebbe opportuno prenderne nota in occasione dell'esame del bilancio di previsione. A tal fine l'oratore rileva lo scarto di 6.564,1 miliardi di lire che, sulla base dei dati disponibili a consuntivo del 1996, risulta tra le somme versate dall'Italia come contributi al bilancio comunitario, pari 17.819,4 miliardi di lire, ed i finanziamenti comunitari accreditati, pari a 11.155,3 miliardi di lire. Per quanto concerne il 1997 è previsto un flusso verso l'Unione europea a titolo di contributo italiano al bilancio comunitario di quasi ventimila miliardi di lire mentre non è stato possibile ricostruire - soprattutto per la mancanza di dati sulla sezione garanzia del FEOGA, inerente i sussidi agricoli non strutturali, e, più in generale, per via delle somme non contabilizzate perchè erogate direttamente a soggetti privati dall'Unione europea - il dato aggregato sui finanziamenti comunitari destinati all'Italia. L'oratore sottolinea tuttavia come sulla base dei dati forniti dal Ministero del tesoro e bilancio sia possibile riscontrare il notevole miglioramento della capacità di utilizzo dei fondi strutturali per i quali, nel periodo gennaio-luglio 1997, risultano accreditamenti dell'ordine di 5.920 miliardi di lire, contro i 935 miliardi di lire corrispondenti allo stesso periodo del 1996. Tale andamento consente di ritenere raggiungibile l'obiettivo di utilizzare il 38 per cento dei finanziamenti comunitari strutturali entro la fine dell'anno. Tali progressi sono essenzialmente ascrivibili all'azione svolta dalla Cabina di regia ed alle misure adottate in occasione della precedente manovra economica, volte a dirottare su progetti concretamente fattibili i finanziamenti comunitari precedentemente destinati a progetti incompleti. Tale andamento dei fondi strutturali consente altresì di ipotizzare che nel 1997 sarà ridotto lo scarto tra contributi italiani all'Unione europea e finanziamenti ricevuti.
L'oratore rileva inoltre le possibili implicazioni finanziarie derivanti dai ritardi nella trasposizione del diritto comunitario nell'ordinamento interno, essenzialmente ascrivibili al mancato rispetto dei tempi previsti per l'approvazione della legge comunitaria annuale. A tale proposito è significativo che l'ultima legge comunitaria vigente risalga al 1994 mentre ci si accinge a discutere una manovra economica che riguarda il 1998.
Il relatore si sofferma infine sugli aspetti del bilancio che riguardano le politiche comunitarie e, in particolare, sull'accantonamento di 2.142 miliardi previsto nella Tabella A della legge finanziaria per la Presidenza del Consiglio dei Ministri destinato, fra l'altro, a consentire l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea.
L'oratore propone infine di esprimere un parere favorevole con le osservazioni esposte.

I senatori BETTAMIO e VERTONE GRIMALDI, riservandosi di intervenire nel dibattito sul disegno di legge collegato n. 2793, dichiarano il voto contrario sulla proposta del relatore.

La Giunta, pertanto, a maggioranza conferisce mandato al relatore a redigere un parere favorevole con le osservazioni emerse.

(2793) Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica
(Parere alle Commissioni 5a e 6a riunite: favorevole con osservazioni)

Sul disegno di legge in titolo riferisce il senatore TAPPARO il quale, rilevando come assieme alla legge finanziaria e ad altri provvedimenti esso completi la manovra di bilancio, si sofferma sui profili di interesse comunitario.
L'oratore illustra in primo luogo gli articoli 2 e 3, recanti agevolazioni fiscali per le piccole e medie imprese e per le aree interessate dai patti territoriali ovvero caratterizzate da ritardi di sviluppo e da declino industriale. A tale proposito l'oratore rileva come una comunicazione della Commissione europea del 1996 definisca le piccole e medie imprese per cui siano ammissibili dei regimi di aiuto ed i limiti massimi dell'intensità degli incentivi, che non possono superare, tra l'altro, il valore di 200 mila ECU per ciascun beneficiario a meno che non si tratti di aiuti destinati ad investimenti connessi con la creazione di posti di lavoro. In tale prospettiva l'oratore sottolinea l'esigenza di porre in essere misure di sostegno in linea con le indicazioni comunitarie onde evitare problemi di compatibilità con le disposizioni del Trattato sulla Comunità europea concernenti la concorrenza. Tale osservazione, peraltro, non può che essere formulata in termini generali giacchè, trattandosi di agevolazioni fiscali, è difficile svolgere una quantificazione preventiva dell'impatto sulle singole imprese e, conseguentemente, una verifica di conformità con i limiti quantitativi stabiliti dall'Unione europea.
Il relatore illustra inoltre l'articolo 6, recante disposizioni tributarie in materia di veicoli, rilevando in particolare come esso risponda alla normativa comunitaria sulle emissioni inquinanti sulla base del principio «chi inquina paga», che si è affermato sia in sede europea che internazionale.
Altre disposizioni di carattere fiscale, di cui all'articolo 9, concernenti le accise e gli interessi sui diritti doganali, sono coerenti con il processo di armonizzazione fiscale europeo e, in particolare, con il regolamento CEE n. 2913/92.
L'oratore rileva infine come l'articolo 32, comma 1, volto a ridefinire il valore delle immobilizzazioni tecniche di pertinenza del gestore della rete ferroviaria nazionale, costituisca un passaggio necessario alla preparazione della separazione contabile e societaria del gestore della infrastruttura ferroviaria, sia in linea con gli orientamenti e le disposizioni comunitarie.

Il senatore BESOSTRI esprime la preoccupazione che l'attuale formulazione del comma 1 dell'articolo 14, consentendo alle aziende sanitarie locali ed alle aziende ospedaliere l'approvvigionamento diretto di beni e servizi senza ricorrere a procedure unificate sulla base di mere considerazioni di opportunità, non sembrerebbe idonea a garantire l'applicazione delle procedure previste dalla normativa comunitaria, con particolare riferimento ai requisiti di pubblicità e trasparenza. La non applicazione di procedure unificate consentirebbe infatti di svolgere operazioni di approvvigionamento dal valore inferiore alla soglia di applicazione delle direttive comunitarie.

Il senatore VERTONE GRIMALDI sottolinea l'incongruità della manovra economica in esame rispetto alle indicazioni comunitarie in quanto risultano assenti o inadeguati gli interventi di carattere strutturale sollecitati dall'Unione europea in materia previdenziale ed in altri settori. In particolare appare inadeguato l'intervento preannunciato concernente la sospensione della scala mobile per i titolari di pensioni più elevate nonchè le altre misure di contenimento dell'indicizzazione delle pensioni rispetto all'esigenza di una più ampia riforma del sistema pensionistico.

Il senatore BETTAMIO si associa alle considerazioni del senatore Vertone Grimaldi e sottolinea come ci si accinga ad esaminare una manovra economica che reca contenuti sostanzialmente diversi, a seguito dei recenti sviluppi della situazione politica, rispetto alla manovra inizialmente presentata al Senato. In tale contesto anche il Governatore della Banca d'Italia, nell'audizione che si è svolta ieri presso le Commissioni bilancio di Camera e Senato riunite, ha espresso le proprie preoccupazioni per il potenziale inflattivo associato alla revisione delle imposte indirette, per l'incertezza sugli effetti dell'Irap e per la riduzione dell'attenzione nei confronti del processo delle privatizzazioni. Sottolineando come nella giornata di ieri il Parlamento europeo abbia bocciato una risoluzione che individuava nell'adozione del limite settimanale di 35 ore il rimedio al problema della disoccupazione, l'oratore conclude rilevando come le stesse previsioni economiche d'autunno della Commissione europea sospendano il giudizio sull'Italia laddove si prevede invece un miglioramento del deficit di bilancio per quanto riguarda gli altri Stati membri. Alla luce delle suddette considerazioni l'oratore ritiene che la manovra di bilancio per il 1998 sia soggetta a gravi margini di incertezza e che il giudizio debba essere quantomeno sospeso.

Il senatore PAPPALARDO ritiene che, benchè non possa essere precluso un dibattito politico, sotto il profilo istituzionale non sia compito della Giunta l'esame del rispetto dei parametri di carattere economico e finanziario ma che questa, piuttosto, debba attenersi ad una valutazione di conformità dei provvedimenti in esame con la normativa comunitaria.

Il senatore VERTONE GRIMALDI ribadisce che l'esigenza di modifiche di natura strutturale deriva da specifiche indicazioni dell'Unione europea rispetto alle quali si deve pronunciare anche la Giunta.

Il senatore MAGNALBÒ, con riferimento all'articolo 6 del disegno di legge in esame ed alla normativa comunitaria in materia ecologica, sottolinea l'azione promossa dal Gruppo parlamentare di Alleanza nazionale in varie sedi affinchè l'utilizzo delle vetture elettriche nei centri urbani sia reso obbligatorio al fine di tutelare la qualità dell'ambiente e la salute umana. I rappresentanti del Gruppo parlamentare sono intervenuti in tal senso anche in seno alla Commissione bicamerale sull'attuazione della riforma amministrativa, nell'ambito del dibattito sui provvedimenti concernenti il decentramento dei servizi di trasporto.

Il senatore MANZI prende atto della relazione svolta dal senatore Tapparo, che illustra chiaramente come la manovra economica disposta dal Governo vada nel senso indicato dall'Unione europea. L'oratore non condivide le affermazioni del senatore Bettamio in merito allo stravolgimento della suddetta manovra che anzi necessiterebbe di modifiche che invece non risultano poste in essere. Con riferimento alla deliberazione adottata di recente dal Parlamento europeo l'oratore ritiene che uno scarto di soli 8 voti su una questione così complessa come quella delle 35 ore non dimostri affatto la debolezza dell'argomento.

Il senatore BESOSTRI precisa che le indicazioni comunitarie inerenti il processo di convergenza delle politiche economiche degli Stati membri non assumono tecnicamente la forma di direttive comunitarie in senso stretto. Per quanto concerne, inoltre, eventuali modifiche della manovra economica, non risultano presentati specifici emendamenti e il dibattito dovrebbe pertanto attenersi ai provvedimenti in esame.

Il senatore BETTAMIO rileva che, se il compito della Giunta è quello di svolgere un confronto tra i provvedimenti in esame e la legislazione comunitaria, non si può non tener conto del giudizio sospeso che emerge dal documento della Commissione europea e della presa di posizione del Parlamento europeo, che sembrerebbe porre l'orientamento dei governi francese ed italiano in controtendenza rispetto al resto dell'Europa.

Il senatore VERTONE GRIMALDI conviene che la questione delle 35 ore esula dalle materie all'ordine del giorno ma ribadisce come il Trattato di Maastricht preveda degli adempimenti che hanno forza di legge, rispetto ai quali è necessario confrontarsi, e non condivide pertanto le osservazioni del senatore Pappalardo in ordine alla non competenza della Giunta a pronunciarsi sul rispetto dei parametri connessi al processo di realizzazione dell'Unione economica e monetaria.

Il presidente BEDIN rileva come il completamento della manovra economica di cui è in corso l'esame serva appunto a superare il giudizio sospeso della Commissione europea e come la tendenziale riduzione del rapporto tra debito e PIL, illustrata dal relatore Tapparo, dimostri che ci si sta muovendo nella giusta direzione.
Rilevando come - rispetto al documento di programmazione dello scorso giugno - la manovra economica in esame comporti una diversa articolazione del rapporto tra i risparmi generati dal processo di riforma dello stato sociale ed il recupero di entrate attraverso la lotta all'evasione fiscale, l'oratore ricorda che l'articolo 33 del disegno di legge in titolo prevede la realizzazione di ulteriori riduzioni permanenti di spesa previdenziale e sanitaria proprio al fine di completare le riforme strutturali necessarie.
Ribadendo che la questione delle 35 ore non attiene al disegno di legge in titolo ed alla legge finanziaria, l'oratore propone di conferire mandato al relatore ad esprimere un parere favorevole evidenziando tra le osservazioni gli aspetti emersi nel dibattito che sono di più diretta competenza della Giunta. È opportuno riconoscere, peraltro, che la manovra economica si muove nel senso della partecipazione dell'Italia all'Unione economica e monetaria sin dall'inizio della terza fase

Il relatore TAPPARO replica ai senatori intervenuti nel dibattito. Con riferimento alle osservazioni del senatore Besostri, l'oratore rileva l'esigenza di non considerare necessariamente in contrasto con la normativa comunitaria le operazioni di approvvigionamento di beni e servizi da parte delle aziende ospedaliere quando non risultino idonee procedure unificate.

Dopo un breve intervento del senatore BESOSTRI, che precisa che la sola opportunità non può costituire l'unico parametro di riferimento per il non ricorso a procedure unificate, il relatore TAPPARO accoglie la proposta di suggerire alle Commissioni di merito una riformulazione dell'articolo 14, comma 1, che garantisca il rispetto delle disposizioni comunitarie con particolare riferimento ai profili di pubblicità e trasparenza.
Replicando al senatore Vertone Grimaldi il relatore conviene sull'esistenza di indicazioni comunitarie vincolanti in ordine al processo di convergenza delle politiche economiche degli Stati membri, ma precisa che tali indicazioni non obbligano ad indirizzarsi verso uno specifico sistema previdenziale - salvo taluni suggerimenti tecnici che non hanno carattere normativo - e ricorda altresì come l'Italia abbia già avviato una riforma strutturale, a differenza della Germania, prevedendo una graduale trasformazione dal sistema retributivo al sistema contributivo.
Con riferimento al senatore Bettamio l'oratore puntualizza come le modifiche inerenti l'IVA siano conseguenti al processo di armonizzazione fiscale a livello europeo, come l'istituzione dell'Irap risponda ad una esigenza di semplificazione amministrativa e come l'iniziativa sulle 35 ore costituisca un primo passo per affrontare concretamente il tema della disoccupazione giacchè, stante l'attuale limitata prospettiva di crescita delle economie europee, il solo argomento della flessibilità non appare idoneo ad incidere realmente sul problema.
Tornando sulle previsioni d'autunno della Commissione europea il relatore ribadisce come la manovra economica in esame sia appunto finalizzata a ridurre la previsione tendenziale di un deficit in rapporto al PIL del 3,7 per cento ad un livello collocato tra il 2,8 ed il 3 per cento e come, tuttavia, sia già un segnale estremamente positivo la riduzione tendenziale del rapporto tra debito pubblico e PIL, che costituisce il vero punto debole del nostro Paese.
Replicando al senatore Magnalbò l'oratore, che pure partecipa ai lavori della Commissione bicamerale sull'attuazione della riforma amministrativa, rileva come la normativa comunitaria non preveda il divieto totale dell'utilizzo di mezzi di trasporto inquinanti quanto piuttosto una penalizzazione fiscale di tali mezzi.
In merito alla questione dell'occupazione il relatore Tapparo conviene infine con il senatore Manzi nel prendere atto che non esistono deliberazioni vincolanti da parte dell'Unione europea ma solamente studi e relazioni che consentono di considerare lecita qualunque sperimentazione in materia di lotta alla disoccupazione.

La senatrice SQUARCIALUPI rileva come le risoluzioni non legislative del Parlamento europeo, che pure posseggono un alto valore politico e morale, non rechino disposizioni vincolanti per gli Stati membri.
La Giunta, quindi, a maggioranza conferisce mandato al relatore a redigere un parere favorevole con le osservazioni emerse nel dibattito.

La seduta termina alle ore 9,25.