TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (13a)

GIOVEDÌ 19 NOVEMBRE 1998

260ª Seduta

Presidenza del Presidente
GIOVANELLI
indi del Vice Presidente
CARCARINO

Intervengono il ministro dell'ambiente Ronchi ed il sottosegretario di Stato per le finanze De Franciscis.

Intervengono, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, il professor Rosario Mazzola, Presidente della Sogesid ed il dottor Andrea Lolli, presidente della Feder-gas-acqua, accompagnato dall'ingegner Renato Drusiani.

La seduta inizia alle ore 14,30.

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE
(A007 000, C13a, 0042°)

Il senatore IULIANO lamenta le difficoltà riscontratesi nell'attuazione del comma 3 dell'articolo 3 della legge n. 267 del 1998: l'utilizzo nei comuni di residenza dei soggetti interessati al servizio militare o al servizio civile, come coadiutori del personale delle amministrazioni degli enti territoriali, incontra ostacoli sistematici da parte dei comandi militari competenti, e ciò non soltanto nelle aree delle recenti frane campane ma anche in quelle alluvionate del Piemonte e terremotate dell'Umbria. Richiede perciò al Presidente di farsi carico al più presto di richiedere al Ministro della difesa di riferire in Commissione sulla questione.

Il presidente GIOVANELLI replica assicurando che si farà tramite della richiesta presso il Ministro competente, proponendo all'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi la celere calendarizzazione delle relative comunicazioni.

PROCEDURE INFORMATIVE

Seguito e conclusione delle comunicazioni del Ministro dell'ambiente sugli indirizzi programmatici del suo Dicastero.
(R046 003, C13a, 0007°)

Si riprende il dibattito sulle comunicazioni programmatiche del Ministro dell'ambiente, sospeso nella seduta di ieri.

Il senatore RESCAGLIO condivide la priorità, indicata dal Ministro, di riforma della legge "Merli" e richiede quale sia la cadenza temporale necessaria per dare seguito all'intento - più volte proclamato - di disinquinamento dell'asta fluviale del Po.

Replica agli intervenuti il ministro RONCHI, concordando con le richieste di celere approvazione del disegno di legge n. 3499, già licenziato dal Senato: a seguito di alcuni incrementi finanziari e della necessità di rimodulare la relativa copertura (escludendo il 1998 ed includendo il 2001), potrebbe però rendersi necessaria una nuova lettura in Senato.
L'intreccio della politica ambientale con altri settori pubblici e privati è ben presente al Dicastero: esso è tra i promotori della Conferenza nazionale dei trasporti (unitamente ai Lavori pubblici), affrontando con altri Dicasteri la questione della fiscalità ambientale, quella del risparmio energetico ed i rapporti tra agricoltura ed ambiente. Le iniziative allo studio supportano anche l'aggiornamento del programma nazionale per lo sviluppo sostenibile, allo scopo di emanciparlo dalla facile ricaduta in una mera proclamazione di principi.
L'efficacia della partecipazione di parlamentari nell'ambito di conferenze intergovernative, grazie all'accreditamento ivi compiuto da parte del Governo italiano, soffre ancora di complicazioni riconducibili anche alla necessità di un concerto europeo: le diplomazie parallele - che pur disincentivate non sono talvolta evitabili, mercè i rapporti bilaterali privilegiati che taluni Stati detengono da tempo - dovrebbero sempre ricondursi ad un confronto comune tra i capidelegazione degli Stati dell'Unione europea, da cui scaturisce la posizione comune espressa dal Presidente di turno. Inoltre i capitoli di bilancio attingibili da parte del Ministro, per disporre di strutture minime di supporto materiale fuori sede, sono esigui e ciò può aver comportato disfunzioni; nondimeno, gli indirizzi impressi a livello governativo alla delegazione sono sempre stati di rispetto assoluto e di riguardo inderogabile nei confronti dei parlamentari presenti, per cui non meritano commenti dichiarazioni personali di tecnici o loro comportamenti che possono essere stati letti come scortesi.
Entro la fine della settimana prossima sarà emanato dal Consiglio dei ministri lo schema di decreto legislativo in materia idrica: si dichiara pronto a riferire in Commissione al più presto - appena si abbia la disponibilità del testo - essendo necessario ricevere approfonditi indirizzi parlamentari su una così delicata questione; auspica soltanto che la procedura possa completarsi prima del 31 gennaio 1999, quando decorrerà la sanzione già irrogata in sede comunitaria al termine del giudizio di infrazione. Rassicura comunque i commissari sull'intento di non alterare l'impianto della legge "Galli", che anzi vedrà attuate le previsioni sul ciclo dell'acqua e del suo riuso.
Annuncia che l'osservatorio dei rifiuti ha iniziato ad operare, mentre l'adeguamento delle regioni alla normativa dettata dal decreto legislativo n. 22 del 1997 risente dei ritardi delle regioni meridionali; concorda con il senatore Bortolotto sulla necessità di una sperimentazione sempre più diffusa tra i comuni per il sistema della tariffa dei rifiuti, dichiarando che il ministro Visco gli ha escluso che sulla materia sia intervenuta alcuna circolare in senso restrittivo da parte del Ministero delle finanze. Per i motocicli condivide le iniziative volte ad uniformare la legislazione in itinere con la direttiva comunitaria che sarà vigente dal giugno 1999, mentre paventa una nozione troppo estensiva della prevenzione di protezione civile (che non dovrebbe debordare nell'attività di prevenzione tout court).

Il presidente GIOVANELLI ringrazia il Ministro per le comunicazioni rese e le dichiara concluse.

Interrogazione

Il sottosegretario DE FRANCISCIS risponde all'interrogazione 3-02376, riguardante la sperimentazione della tariffa dei rifiuti da parte dei comuni, ai sensi dell'articolo 49, comma 16, del decreto legislativo n. 22 del 1997: un regolamento adottato dal comune di Sommacampagna, in proposito, è stato oggetto dell'invito - avanzato dal Dipartimento delle entrate del Ministero delle finanze - a ripristinare la tassa, pena l'attivazione del potere governativo di annullamento.
Ciò è avvenuto in quanto l'attivazione in via sperimentale del sistema tariffario non corrispondeva alle condizioni sostanziali contemplate dai commi 5 e 7 del predetto articolo 49, cioè all'approvazione della tariffa di riferimento ed all'elaborazione del metodo normalizzato. In assenza di tali prerequisiti, è impossibile fissare la base per la determinazione da parte dei comuni e per adeguare la tariffa; inoltre, non si è ancora individuato ed organizzato l'ambito territoriale ottimale, nè si è attivato il contributo CO.NA.I. per la raccolta differenziata dei rifiuti da imballaggio.
L'attività di controllo, nell'ambito della quale si è espresso il Dipartimento competente, rientra nell'esclusiva competenza dei dirigenti ministeriali ai sensi del decreto legislativo n. 29 del 1993, mentre i regolamenti sui rifiuti solidi urbani sono assoggettati alla comunicazione al Ministero delle finanze della relativa delibera comunale ai sensi dell'articolo 52 del decreto legislativo n. 446 del 1997: approfondimenti giuridici di quest'ultima questione, alla luce della sopravvenuta normativa, sono tuttora allo studio, a seguito dell'entrata in vigore del decreto legislativo n. 22 del 1997.

Il senatore BORTOLOTTO si dichiara insoddisfatto, ricordando che Sommacampagna non è l'unico comune oggetto del nefasto ostruzionismo condotto dal citato Dipartimento del Ministero delle finanze in merito alla sperimentazione della tariffa sui rifiuti: se dovessero essere soddisfatte tutte le condizioni sostanziali citate, non si verserebbe più in una sperimentazione ma direttamente nella vigenza della norma a regime. Peraltro, la risposta contraddice quanto il ministro Ronchi ha poco fa annunciato circa le rassicurazioni ricevute dal ministro Visco, sull'assenza di circolari ministeriali ostative di quello che costituisce un contributo alla diffusione di una politica fiscale ambientalmente orientata.


Seguito dell'indagine conoscitiva sulla gestione dell'acquedotto pugliese: audizione di rappresentanti della Sogesid e della Feder-gas-acqua.
(R048 000, C13a, 0005°)

Il relatore CONTE svolge una breve introduzione ricordando le finalità dell'indagine conoscitiva che, nel caso dell'audizione odierna, dovranno riguardare essenzialmente le prospettive di riqualificazione dell'Ente autonomo acquedotto pugliese che, come già più volte sottolineato nel corso dell'indagine, rappresenta un soggetto protagonista nella gestione delle acque nel nostro Paese.

Il professor MAZZOLA, nel premettere che la Sogesid è una società di project management, fa presente che essa è stata incaricata dalla prefettura di Bari di verificare, nell'ambito degli accordi di programma che si andranno a concludere, la congruità e fattibilità di alcune opere concernenti l'acquedotto pugliese, ad esempio in materia di adeguamento degli impianti di depurazione. Ciò soprattutto in vista del prossimo recepimento della normativa comunitaria che impone livelli depurativi dal cui raggiungimento detti impianti sono attualmente lontanissimi: non va tuttavia dimenticato che i problemi gestionali dell'ente sono comuni ad altre strutture, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia e che la loro soluzione è strettamente connessa con la possibilità di diffondere in questa area le nuove tecnologie. L'accordo di programma che le regioni Puglia e Basilicata stanno per concludere con il Ministero dei lavori pubblici affronta nella giusta ottica tali problemi, che sono parte integrante di una gestione consapevole del territorio; a tale riguardo, è opportuno ricordare che l'ente non è proprietario della maggior parte delle condotte, di proprietà del consorzio di irrigazione, e che parte significativa della gestione dell'acqua avviene al di fuori del territorio pugliese. Ciò vuol dire che la divisione amministrativa attuale delle competenze contrasta con l'esigenza di una gestione unitaria ovvero, in altri termini, che ad una domanda idrica che si indirizza allo stesso soggetto non corrisponde un'offerta idrica unificata. Egli è personalmente convinto che la gestione ottimale dell'esistente possa consentire enormi risparmi dal punto di vista del bilancio, così come la creazione dei necessari presupposti per il rilancio dell'attività dell'ente nel prossimo futuro. In tale ottica, una delle prime finalità da perseguire è la razionalizzazione di vari tipi di utilizzo dell'acqua, tenendo presente che l'uso potabile e quello irriguo hanno una valenza economica molto diversa, per cui non è possibile applicare compiutamente la legge "Galli" senza aver prima applicato la legge sulla difesa del suolo: la decisione di potenziare il ricorso ad acque riciclate per la destinazione irrigua ridurrebbe senza dubbio la necessità di effettuare nuovi interventi di infrastrutturazione, ma è ovvio che tale decisione non può che essere assunta ad un livello sovraregionale. Un altro degli obiettivi immediati è il potenziamento dell'efficienza della rete distributiva, nella quale va a suo avviso ricompresa quella dei contatori, al fine di ridurre le perdite, che attualmente sono di origine sia fisica che amministrativa.
Al momento le regioni Basilicata e Puglia hanno identificato gli ambiti territoriali perseguendo l'ipotesi di un unico ente di gestione delle acque, a prescindere dall'uso cui sono destinate, ma non si è ancora pervenuti ad una posizione in merito all'unicità degli ambiti né sulla concreta articolazione del futuro assetto dell'ente, che potrebbe diventare una società oppure più strutture tra loro collegate. La principale scommessa sarà quindi riposta sul piano degli investimenti necessari affinché possa essere elaborato e realizzato per l'ente un vero progetto industriale, in assenza del quale non è logicamente possibile affrontare il problema di riformare l'assetto amministrativo.

Il dottor LOLLI, nel far presente che alla Feder-gas-acqua fanno capo circa 400 società e che lo stesso ente acquedotto pugliese è tra gli associati, esprime subito l'avviso che tale ente debba giocare un ruolo decisivo nella riorganizzazione della gestione idrica, in quanto dal punto di vista impiantistico e delle professionalità rappresenta un patrimonio non trascurabile sul quale si può proficuamente investire. Nell'ambito delle leggi elaborate dalle regioni Puglia e Basilicata, che rappresentano senz'altro un'importante concretizzazione nel percorso di riforma, non sono ancora affrontati aspetti a suo avviso molto significativi, come ad esempio le concrete modalità di trasformazione dell'ente. La gestione potrebbe essere centralizzata, ma si potrebbe anche pensare all'affidamento delle attività terminali del ciclo idrico a società per azioni di proprietà anche degli enti locali. In ogni caso, se saranno compiute le scelte giuste, sarà possibile non solo diminuire il divario Nord-Sud, ma addirittura trovare nel Mezzogiorno opportunità migliori per una presenza dell'Italia nel bacino mediterraneo rispetto a quelle che può offrire la situazione esistente al Nord, caratterizzata da una notevole parcellizzazione.

L'ingegner BRUSIANI aggiunge che l'esigenza di utilizzare al meglio il patrimonio esistente è anche connessa con la brevità dei tempi a disposizione, in quanto è imminente l'approvazione di una direttiva comunitaria sulle acque potabili, così come è imminente il recepimento delle direttive sulle acque reflue.

Si apre il dibattito.

Il senatore SPECCHIA chiede se sia verosimile un effettivo adeguamento degli impianti di depurazione a quelli che saranno i prossimi standard, considerato che sono stati progettati in base ad una normativa non conforme neanche alla legge "Merli". Chiede poi l'avviso degli auditi sull'ipotesi di utilizzare le sorgenti provenienti dall'Albania.

Il senatore BORTOLOTTO, apprezzato che si sia posto l'accento sulle possibilità di risparmio e di riuso dell'acqua più che sull'incremento delle infrastrutture, esprime il timore che l'eventuale separazione della fase di adduzione da quella di gestione dei serbatoi a valle possa identificarsi con l'affidamento della parte più redditizia a soggetti privati, penalizzando gli enti territoriali. Dopo aver chiesto chiarimenti sull'attività della Sogesid, chiede di quantificare la differenza di prezzo fra acqua ad uso potabile ed acqua ad uso irriguo, rilevando che dalla razionalizzazione delle risorse idriche perseguita dalla "legge Galli" dovrebbero anche derivare maggiori economie per gli utenti.

Il senatore IULIANO chiede quanta acqua venga captata dal Sele e, dopo aver ricordato che le prime concrete sperimentazioni degli ambiti territoriali non sembrano dare felici risultati, esprime il timore che si stia al momento sopportando un incremento dei costi non commisurato ai benefici.

Il relatore CONTE chiede se siano già in atto processi per un'attività dell'Italia nel settore delle risorse idriche nel contesto euromediterraneo e quali possibilità concrete in termini di cooperazione e competitività esistano per l'acquedotto pugliese.

Il professor MAZZOLA, precisato che il ruolo della Sogesid è attualmente quello di fornire un supporto alle pubbliche amministrazioni nell'elaborazione dei progetti, fa presente, rispetto alle perdite idriche, che solo quelle fisiche sono rilevanti ai fini della gestione perché rendono necessario un incremento della disponibilità di acqua. In ogni caso, l'efficienza delle reti è senza dubbio il primo passo da compiere prima di elaborare un qualunque progetto di riforma. Afferma poi che la scelta del luogo dove cercare nuove captazioni deve semplicemente scaturire da un calcolo comparato dei costi, così come per l'adeguamento dei depuratori la decisione dovrà essere assunta in base ad un'analisi del sistema e non relativamente al singolo impianto. Benché esistano posizioni del tutto divergenti rispetto al problema dell'inquinamento del sottosuolo derivanti da scarichi idrici, egli dichiara che secondo lui tutti gli impianti esistenti sono recuperabili e che, in assenza di una pianificazione globale, ulteriori investimenti non potranno mai essere ottimali.

Il dottor LOLLI giudica senz'altro necessario e possibile l'adeguamento degli impianti ed esprime l'avviso che l'ottimizzazione della gestione debba prevalere sulla realizzazione di nuove opere. Rilevato poi che il timore prospettato dal senatore Bortolotto possa essere evitato attraverso la creazione di un ciclo unitario, fa presente, con riferimento all'intervento del senatore Iuliano, che la gestione in economia tradizionalmente affidata ai comuni non è più idonea a far fronte alle esigenze attuali, né i comuni da soli potrebbero attrezzarsi adeguatamente. Conferma infine al relatore Conte che l'Italia ha possibilità concrete di vendere il proprio know-how a molti paesi del bacino del Mediterraneo, e che esistono le condizioni perché in tale mercato possa entrare anche l'Ente autonomo acquedotto pugliese.

Il professore MAZZOLA comunica che dal Sele derivano 158 milioni di metri cubi di acqua all'anno, che l'uso di tale risorsa è diminuito del 30 per cento dal 1980 al 1990 e che l'area del Sele sta comunque pensando di ridefinire l'uso delle proprie risorse idriche.

Il presidente CARCARINO, nel ringraziare gli intervenuti per l'interesse delle informazioni rese, dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle ore 17.