GIUSTIZIA (2a)

MARTEDI' 24 NOVEMBRE 1998

353a Seduta

Presidenza del Presidente
PINTO

Interviene il sottosegretario di Stato per la grazia e la giustizia Ayala.

La seduta inizia alle ore 15,30.

IN SEDE DELIBERANTE

(3006-B) VALENTINO ed altri.- Modifica dell'articolo 599 del codice di procedura penale, approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati.
(Seguito della discussione e rinvio)

Riprende l'esame sospeso nella seduta pomeridiana del 19 novembre scorso.

Interviene il senatore VALENTINO il quale ritiene che il testo licenziato dalla Camera dei deputati possa essere, in linea di principio, approvato senza modifiche e rileva che, per quel che riguarda in particolare la formulazione del comma 5-bis dell'articolo 599 del codice di procedura penale come introdotto dall'articolo 1 del disegno di legge in titolo, l'espressione "nel dibattimento" non può che essere interpretata nel senso che, con essa, si fa riferimento alla fase preliminare al dibattimento. Va inoltre sottolineato che la previsione che il giudice disponga la prosecuzione del dibattimento, se ritiene di non potere accogliere la richiesta formulata concordemente dalle parti ai sensi del citato comma 5-bis, non può configurare, a suo avviso, una situazione di incompatibilità, in quanto rimane comunque aperta la possibilità che il giudice di appello decida, non solo in senso più sfavorevole, ma anche in senso più favorevole rispetto alla predetta richiesta.

Il senatore FASSONE giudica negativamente la modifica apportata dalla Camera dei deputati con l'introduzione del predetto comma 5-bis e evidenzia come, alla luce della giurisprudenza costituzionale in materia - si vedano in particolare le sentenze n. 399 del 1992 e n. 439 del 1993 -, si determini, nel caso in cui il giudice di appello disponga la prosecuzione del dibattimento non ritenendo accoglibile la richiesta concordemente formulata dalle parti, una situazione analoga ad altre in cui la Corte costituzionale ha ravvisato l'esistenza di cause di incompatibilità.

Il senatore BATTAGLIA non concorda con il senatore Fassone, ritenendo che la decisione del giudice di appello, che dispone la prosecuzione del dibattimento nell'ipotesi di cui al predetto comma 5-bis, non implica l'espressione da parte dello stesso giudice di un giudizio anticipato sugli elementi sottoposti alla sua cognizione.

Il senatore MILIO si dichiara invece d'accordo con il senatore Fassone.

Interviene nuovamente il senatore RUSSO che osserva come gli aspetti problematici emersi nel corso del dibattito rendano opportuno non concludere nella giornata di oggi la discussione del disegno di legge in titolo, in modo da acquisire, anche mediante contatti con l'altro ramo del Parlamento, tutti gli elementi necessari per un ulteriore approfondimento della materia in esame.

Prende quindi la parola il senatore BERTONI il quale giudica che la previsione di cui al comma 5-bis dell'articolo 599 del codice di procedura penale, introdotta dall'articolo 1 del testo in esame, rappresenta un'autentica incongruità, in quanto tale previsione è sostanzialmente già contenuta nel comma 2 dell'articolo 602 dello stesso codice. Alla luce di ciò, ritiene impossibile approvare il disegno di legge in esame nella formulazione trasmessa dalla Camera dei deputati.

Il senatore VALENTINO obietta che la ragione dell'introduzione del citato comma 5-bis va, probabilmente, individuata nel fatto che il comma 2 dell'articolo 602 del codice di procedura penale è stato dichiarato costituzionalmente illegittimo dalla sentenza della Corte costituzionale n. 435 del 1990.

Segue un breve intervento del senatore BERTONI il quale fa presente che, comunque, in questo caso, sarebbe stato opportuno sostituire il predetto comma 2 dell'articolo 602 del codice di procedura penale, invece di inserire un comma 5-bis nell'articolo 599.

Prende quindi la parola il sottosegretario AYALA il quale, d'accordo con il senatore Russo, considera preferibile che, visti i profili problematici emersi, la Commissione non concluda oggi la discussione del disegno di legge in titolo, in modo da consentire uno spazio di riflessione, anche breve, per un approfondimento che appare senz'altro opportuno.

Il presidente PINTO, preso atto degli orientamenti emersi nel corso del dibattito, rinvia pertanto il seguito della discussione.

IN SEDE REFERENTE

(1799) Norme in materia di funzioni dei magistrati e valutazione di professionalità, rinviato dall'Assemblea in Commissione nella seduta pomeridiana del 15 luglio 1998.

(2107) MAZZUCA POGGIOLINI. - Norme in materia di valutazione della professionalità dei magistrati e di conferimento delle funzioni giurisdizionali, rinviato dall'Assemblea in Commissione nella seduta pomeridiana del 15 luglio 1998.

(100) LISI. - Attribuzione delle funzioni giudicanti o requirenti ai magistrati.

(1383) SALVI ed altri. - Istituzione di un centro superiore di studi giuridici per la formazione professionale dei magistrati, denominato Scuola nazionale della magistratura, e norme in materia di tirocinio e di distinzione delle funzioni giudicanti e requirenti.

(1435) SALVATO ed altri. - Modifica dell'ordinamento giudiziario in tema di divisione di funzioni in magistratura e passaggio da una funzione all'altra.

(3079) FASSONE ed altri. - Istituzione di un centro superiore di studi giuridici per la formazione professionale dei magistrati, denominato Scuola nazionale della magistratura e norme in materia di tirocinio.

(3519) ZECCHINO e FOLLIERI.- Norme in materia di funzioni giudicanti e requirenti

(3530) PERA ed altri.- Costituzione dei ruoli organici giudicante e requirente della magistratura ordinaria

(3538) MARINI ed altri.- Norme sulla disciplina della diversificazione dei ruoli nella magistratura.

- e della petizione n. 186 ad essi attinente

(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)


Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta del 19 novembre scorso.

Il senatore PERUZZOTTI rileva preliminarmente come, in Italia, il problema giustizia venga purtroppo affrontato con sostanziale disinteresse e si corra perciò il rischio che, a parte le flebili reazioni degli addetti ai lavori e di qualche politico, siano approvati provvedimenti legislativi, i quali, per avvantaggiare una parte politica rappresentante un'élite di privilegiati, potrebbero condurre all'ennesimo disastro in questa delicata materia.
Considerazioni di questo genere possono farsi anche con riferimento specifico ai provvedimenti in titolo per la parte relativa alle valutazioni di professionalità dei magistrati e all'istituzione della Scuola nazionale della magistratura che, se verranno licenziate de plano e nel più completo disinteresse, consentiranno alla maggioranza di assicurarsi il totale controllo della selezione, formazione e valutazione del personale dell'ordinamento giudiziario.
Eppure non è nemmeno possibile immaginare una giustizia degna di questo nome, se non si costruisce un apparato giudiziario formato da giudici nei quali riporre qualche fiducia, così come il giusto processo è quello regolato da leggi chiare, concise e che funzionano, rifiutando fenomeni di spettacolarizzazione che, peraltro, non sono stati soltanto colpa della magistratura.
Certamente i magistrati hanno molte responsabilità, ma viene da chiedersi se la crisi del processo non discenda anzitutto da quelle scelte delle forze di Governo che hanno portato all'impraticabilità delle procedure tra soluzioni tecniche sbagliate e gravi errori strategici, quali l'istituzione del giudice unico che si presenta come un vero e proprio disastro annunciato e che rischia di diventare una trappola per la credibilità del Ministero.
Dopo aver ricordato le vicende che hanno portato all'emanazione del nuovo codice di procedura penale e al suo sostanziale fallimento dal punto di vista operativo, nonchè i numerosissimi interventi della Corte costituzionale che hanno profondamente modificato alcuni istituti centrali dello stesso - si pensi in primo luogo proprio al problema della lettura in dibattimento delle dichiarazioni rese in sede predibattimentale dall'imputato in un procedimento connesso o di un reato collegato -, l'oratore rileva come sia indiscutibile la necessità di uscire da una situazione di stallo che è sotto gli occhi di tutti e che può portare al collasso l'intero sistema con gravissimi effetti per la collettività. A questo riguardo deve evidenziarsi come i progetti di riforma che sono all'esame della Commissione giustizia siano costituiti da articolati complessi, attorno ai quali non si può in tempi ragionevoli trovare un compromesso tra maggioranza ed opposizione; tanto più che la questione giustizia è uno dei nodi che dividono le forze politiche.
La magistratura non deve godere di privilegi, ma deve esser riconosciuta nella sua funzione di garanzia svolta per tutti i cittadini, anche quelli di rispetto. Va apprezzata allora la franchezza dell'onorevole Bossi allorchè attacca la magistratura, in quanto ritenuta presidio delle istituzioni.
In un paese come l'Italia, in cui l'inefficienza della pubblica amministrazione è fenomeno tanto generale quanto incontestabile, sembra davvero impossibile prospettare il ritorno alla normalità giudiziaria, ma questa deve comunque rimanere un traguardo, un obiettivo da perseguire e da conseguire, anche se non è possibile non chiedersi quando mai ciò potrà avvenire in uno stato centralista che ha ampiamente dimostrato le sue carenze e la sua inadeguatezza.

Il senatore FASSONE, intervenendo a titolo personale, intende indicare alla Commissione alcuni spunti problematici attorno ai quali tentare di tirare le fila del lungo dibattito che, in varie fasi, ha impegnato la Commissione stessa. Un aspetto sul quale non può non convenire concerne la presa d'atto di alcuni guasti e di talune degenerazioni che hanno oggettivamente interessato il sistema giudiziario ma su tali aspetti non ritiene necessario aggiungere ulteriori considerazioni. Ritiene, altresì, di poter prevedere con certezza che si giungerà all'adozione di interventi correttivi, ma sollecita al tempo stesso interventi adeguatamente calibrati per evitare quelle crisi di rigetto che, prevedibilmente, potrebbero aumentare gli inconvenienti già lamentati. Esprime, comunque, la consapevolezza che le questioni sottese ai provvedimenti in esame abbiano ormai assunto una valenza di suggestione collettiva che ha portato ad attribuire alla loro soluzione funzioni quasi taumaturgiche che, ripetutamente messe sul tappeto, si sono autoalimentate, a prescindere dall'impatto oggettivo ad essi attribuibile.
Premesso che alcuni dei rimedi più radicali che il dibattito ha espresso non sembrano idonei a giungere alle conclusioni volute, ritiene necessario, invece, effettuare una serena valutazione sul merito dei disegni di legge in discussione avuto riguardo alle soluzioni concrete, e diverse, che essi predispongono. Per alcuni, in particolare il disegno di legge n. 2107 nonchè il n. 3079, di cui egli è primo firmatario, il problema del passaggio tra le funzioni giudicanti e requirenti e viceversa viene risolto con l'indicazione di percorsi rafforzati per il passaggio alle diverse funzioni e con l'individuazione di criteri di maggior rigore in merito alla valutazione dell'attitudine a svolgere l'una o l'altra delle stesse. In un'altra ottica si pone, invece, il disegno di legge n. 3519 il quale, in particolare, introduce una incompatibilità assoluta fra l'esercizio delle funzioni giudicanti e quelle requirenti nell'ambito del medesimo distretto: tale scelta si inscrive in un filone che prevede tale limite di natura ordinamentale stabilito secondo una gradazione maggiore o più ristretta. Altri disegni di legge, fra questi il disegno di legge n. 100, non incidono sulla separazione delle funzioni in maniera diretta ma tale operazione raggiungono nella sostanza, introducendo la irrevocabilità della scelta di funzioni effettuata. Altri disegni di legge, infine, in particolare i disegni di legge n. 3538 e n. 3530 introducono una effettiva diversificazione fra le funzioni giudicanti e requirenti stabilendo che i magistrati appartengono ai due distinti ruoli dei giudici e dei pubblici ministeri e sono inquadrati nei rispettivi organici.
Il senatore Fassone osserva come soprattutto i provvedimenti da ultimo citati presuppongano una modifica importante della situazione ordinamentale su cui intenderebbero operare. Non è infatti - egli sottolinea - prefigurabile introdurre la distinzione fra i ruoli senza adottare ulteriori disposizioni in materia di concorsi, di tirocinio e di configurazione di un organo di autogoverno separato per i due ruoli: tale ultimo profilo ha evidenti riflessi di natura costituzionale. Né, d'altra parte, vi sarebbe armonia fra la previsione di un concorso unico e la indicazione della irreversibilità della scelta del ruolo, una volta effettuata. L'esigenza di una "grammatica ordinamentale" correttamente applicata gli appare, quindi, un problema ineludibile. La sua personale e convinta opinione è che occorra conservare l'unicità delle funzioni sia per motivi squisitamente pratici - alti, sarebbero infatti i costi organizzativi di una opzione favorevole ai ruoli separati, sia in termini di formazione professionale, che in termini di rischio di formazione di prassi appartenenti ad una cultura più affine a quella dell'attività di polizia - sia in termini di politica istituzionale, considerato che la formazione di un corpo separato e autoreferenziale di pubblici ministeri, non solo sarà portato a costruire una propria deontologia, sicuramente lontana dalla cultura della giurisdizione che a proporsi come portatore di un proprio indirizzo politico: operazione che potrà solo favorirne l'omologazione al potere Esecutivo.
Il senatore Fassone ribadisce che se si vuole introdurre la separazione del ruolo dei pubblici ministeri in base all'assunto che solo essi siano portatori di una specifica professionalità, è facile controbattere che nell'ambito della funzione giurisdizionale si riscontrano professionalità ancora più specifiche, come quelle del giudice tutelare e che, comunque, gli aspetti della professionalità ben possono essere affrontati intervenendo sui percorsi formativi. Quanto, poi, al presunto, frequente passaggio da una funzione all'altra, senza che tale operazione sia sottoposta a cautele, tiene a precisare come, nei fatti, la frequenza di tali passaggi sia tutt'altro che sostanziosa. Dopo aver preannunciato di essere favorevole a modifiche correttive che vedano i consigli giudiziari intervenire nel procedimento valutativo dei magistrati, la istituzione di corsi di qualificazione e riqualificazione professionale secondo percorsi formativi più efficaci, l'introduzione dell'obbligo di svolgimento per tre anni delle funzioni giudicanti prima del passaggio ad altre funzioni, la previsione di forme di incompatibilità territoriale, nonchè di alcune forme di responsabilità disciplinare dei pubblici ministeri, il senatore Fassone sottolinea che l'intervento veramente risolutore dovrebbe essere solo quello che introduce una reale terzietà del giudice delle indagini preliminari rispetto all'adozione di misure cautelari e che è su tale versante che si dovrebbero appuntare interventi suscettibili di produrre effetti veramente incisivi. Conclude ribadendo la propria contrarietà a soluzioni poco meditate dal punto di vista ordinamentale, mettendo in luce il pericolo che interventi anche solo annunciati determinino - come già è in atto - un massiccio passaggio di magistrati dalle funzioni requirenti alle funzioni giudicanti, con chiari effetti di diminuzione dei pubblici ministeri, con la conseguenza di rendere effettivo il rischio di iniziative dirette al reclutamento di magistrati da adibire alla sola funzione requirente.

Il seguito dell'esame congiunto è, poi, rinviato.

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE
(A007 000, C02a, 0104°)

Il senatore CENTARO preannunzia, con riferimento alla seduta prevista per giovedì prossimo, la concomitanza con altre attività previste dai membri della Commissione che sono anche componenti della Commissione d'inchiesta sul fenomeno della mafia.

Prende atto il presidente PINTO.

QUESTIONE DI COMPETENZA

(130-bis) Modifica della disciplina dell'adozione e dell'affidamento dei minori, risultante dallo stralcio, approvato dall'Assemblea il 26 febbraio 1998, degli articoli da 1 a 13 e dell'articolo 18 del disegno di legge d'iniziativa dei senatori Manieri ed altri.

(160-bis) Nuova disciplina delle adozioni, risultante dallo stralcio, approvato dall'Assemblea nella seduta del 26 febbraio 1998, degli articoli da 1 a 39 e da 60 a 74 del disegno di legge d'iniziativa dei senatori Mazzuca Poggiolini ed altri.

(445-bis) Modifica della disciplina dell'adozione e dell'affidamento dei minori; norme per la campagna informativa per la promozione dell'affidamento dei minori, risultante dallo stralcio, approvato dall'Assemblea nella seduta pomeridiana del 26 febbraio 1998, degli articoli da 1 a 12 e da 22 a 24 del disegno di legge d'iniziativa delle senatrici Bruno Ganeri ed altre.

(1697-bis) Nuove disposizioni in materia di adozioni, risultante dallo stralcio, approvato dall'Assemblea nella seduta del 26 febbraio 1998, degli articoli da 1 a 8 e da 18 a 20, dell'articolo 21 (eccetto il capoverso 8-quater del comma 1) e degli articoli 22 e 23 del disegno di legge d'iniziativa dei senatori Salvato ed altri.

(852) BUCCIERO e CARUSO Antonino. - Riforma dell'articolo 6 della legge 4 maggio 1983, n. 184, in materia di adozione, con abolizione del limite massimo di età tra adottanti e adottando e definizione normativa della preferenza per l'indivisibilità dei fratelli adottandi.

(1895) MAZZUCA POGGIOLINI. - Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, per l'introduzione dell'adozione integrativa.

(3128) CARUSO Antonino ed altri. - Modifica dell'articolo 6 della legge 4 maggio 1983, n. 184, in materia di adozione dei minori.

(3228) SERENA. - Modifiche ed integrazioni alla legge 4 maggio 1983, n. 184, in materia di adozione.

(Questione di competenza: esame e rinvio)
(R034 005, C02a, 0003°)

Il senatore CENTARO rivendica la competenza della 2ª Commissione sui disegni di legge in titolo, rilevando che la materia delle adozioni internazionali è stata affrontata dalle Commissioni 2ª e 3ª riunite e si richiama, comunque, alle valutazioni da lui già espresse nella seduta antimeridiana del 19 novembre scorso.

Il PRESIDENTE invita ad una decisione meditata, in quanto dalle informazioni da lui acquisite l'iter dei disegni di legge in titolo si trova in uno stato già avanzato presso la Commissione speciale in materia di infanzia.

Il senatore CALLEGARO ricorda di essere relatore per la Commissione speciale in materia di infanzia sui disegni di legge in titolo e informa la Commissione sullo stato dell'esame, in particolare ricorda che la discussione generale è già stata chiusa e che nella serata di oggi si terrà la prima riunione di un apposito Comitato ristretto. Inoltre, egli ricorda, la Commissione speciale ha già acquisito contributi conoscitivi a seguito di diverse audizioni. Pertanto non gli appare opportuno in tale contesto investire la Commissione giustizia in sede primaria.

La senatrice SCOPELLITI riconosce che i profili da tenere in considerazione sono piuttosto articolati. Se è vero infatti che la Commissione speciale in materia di infanzia - di cui è, tra l'altro, Vice Presidente - ha già condotto una intensa istruttoria sui provvedimenti in questione, non bisogna dimenticare che si è aggiunto un dato nuovo, rappresentato dal problema della conoscibilità dei dati sulla famiglia d'origine, emerso in occasione dell'esame del disegno di legge n. 2545 e collegati in materia di adozioni internazionali, che, a seguito di un'intesa delineatasi in tale occasione, è stato demandato alla trattazione delle adozioni nazionali, per assicurare uniformità di disciplina.

Il presidente PINTO rinvia quindi il seguito dell'esame.

SCONVOCAZIONE DELLE SEDUTE ANTIMERIDIANE DI MERCOLEDI' 25 NOVEMBRE E GIOVEDI' 26 NOVEMBRE E MODIFICA DELL'ORDINE DEL GIORNO DELLA SEDUTA POMERIDIANA DI GIOVEDI'
(A007 000, C02a, 0104°)

Il PRESIDENTE avverte che le sedute già convocate per le ore 8.30 di mercoledì e giovedì prossimi non avranno più luogo e che, subordinatamente all'inizio della sessione di bilancio, la seduta pomeridiana di giovedì 26 novembre alle ore 15 sarà dedicata alla trattazione della manovra finanziaria.

La seduta termina alle ore 16,40.