LAVORO, PREVIDENZA SOCIALE (11a)

GIOVEDÌ 19 DICEMBRE 1996


72a Seduta

Presidenza del Presidente
SMURAGLIA

Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e la previdenza sociale PIZZINATO.

La seduta inizia alle ore 8,40.

IN SEDE REFERENTE
(1883) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 ottobre 1996, n. 546, recante interventi urgenti di carattere previdenziale per il personale del Gruppo Alitalia, approvato dalla Camera dei deputati
(Seguito e conclusione dell'esame)

Riprende l'esame sospeso nella seduta notturna di ieri.

Intervenendo nella discussione generale il senatore PELELLA osserva che l'ordine del giorno presentato alla Camera dei deputati sul decreto legge all'esame e sottoscritto da rappresentanti dei Gruppi politici di maggioranza e di opposizione, accolto dal Governo, costituisce il segno di una consapevolezza diffusa tra le forze politiche non solo sulla specifica realtà del Gruppo Alitalia, ma anche sulla necessità di circoscrivere quanto più possibile il ricorso allo strumento dei prepensionamenti nell'attuazione di pur necessari piani di riassetto aziendale. Infatti, si è posto per il Gruppo Alitalia il problema di pervenire a una riorganizzazione anche attraverso la riduzione degli organici, al fine di sostenere la crescente competizione a livello interno e internazionale. Con il disegno di legge all'esame si autorizza un piano di pensionamenti anticipati, nel limite massimo di 700 unità, che si aggiungono agli 800 prepensionamenti già autorizzati con l'articolo 9 del decreto-legge n. 299 del 1994, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 451 dello stesso anno. La consistenza numerica delle suddette misure induce quindi a una riflessione sul carattere eccezionale dell'istituto del pensionamento anticipato - utilizzato in passato dalle grandi aziende, soprattutto nel comparto dei trasporti, in modo non sempre equilibrato - e sulla necessità di evitare il ricorso ad esso in futuro. Opportunamente, il decreto-legge all'esame prevede quindi una serie di vincoli e di limitazioni, in sintonia con un orientamento affermatosi sia nella pubblica opinione che nelle istituzioni, sulla necessità di non determinare una situazione, che potrebbe trarre origine dalle misure di prepensionamento, nella quale i lavoratori collocati a riposo, in numerosi casi dotati di elevate qualifiche professionali, possano poi essere riutilizzati dall'azienda, eventualmente con rapporti di lavoro precario, se non irregolare, con conseguenze deleterie anche sul piano della trasparenza fiscale e dell'occupazione.
Si tratta di questioni, prosegue il senatore Pelella, che investono direttamente la problematica, già ampiamente affrontata dalla Commissione, di una riforma complessiva del sistema degli ammortizzatori sociali e, a tale proposito, rileva che se non vi è dubbio che realtà aziendali di grandi dimensione si sono trovate e si trovano tuttora a fronteggiare gravi problemi connessi a esigenze di ristrutturazione, è altrettanto vero che in passato il ricorso a misure di pensionamento anticipato è stato eccessivamente disinvolto ed ha prodotto effetti distorsivi sull'andamento del mercato del lavoro.
Dopo aver ribadito il proprio assenso ai contenuti dell'ordine del giorno presentato alla Camera dei Deputati, in particolare nella parte in cui si subordina l'eventuale adozione di nuove misure di pensionamento anticipato alla conclusione dell'indagine conoscitiva in materia che si sta svolgendo presso l'XI Commissione permanente dell'altro ramo del Parlamento, il senatore Pelella dichiara che voterà comunque a favore della conversione in legge del provvedimento all'esame, al fine di consentire la riorganizzazione del gruppo Alitalia.

Il senatore MANZI ricorda che già nel 1994 l'Alitalia aveva presentato un piano di riassetto organizzativo e produttivo che contemplava ottocento prepensionamenti, autorizzati con il citato decreto-legge n. 299 del 1994. Dopo solo due anni, il Parlamento è chiamato ad esaminare la richiesta di nuovi prepensionamenti senza che il vertice del Gruppo abbia prestato garanzie idonee ad assicurare che tali misure consentiranno effettivamente il rilancio dell'azienda. In realtà, i vertici aziendali della compagnia di bandiera si sono rilevati gravemente deficitari e, d'altra parte, la strada intrapresa in direzione di una ulteriore riduzione degli organici non potrà non comportare ulteriori disagi all'utenza, con grave pregiudizio della capacità competitiva dell'Alitalia.
Il gruppo di Rifondazione comunista voterà a favore della conversione in legge del provvedimento in titolo, poichè ritiene comunque necessario assicurare idonee garanzie a settecento lavoratori, ciascuno con un minimo di trenta anni di anzianità contributiva. Tuttavia, non si può non rilevare in generale il fallimento dell'istituto dei pensionamenti anticipati come strumento per il risanamento aziendale - come ha ampiamente dimostrato la vicenda del Gruppo Olivetti - e, nel caso dell'Alitalia, le gravi deficienze del vertice aziendale, incapace di conseguire adeguati livelli di competitività, nonchè la deplorevole assenza di adeguati controlli sull'operato di esso da parte della pubblica amministrazione, e in particolare del Ministero dei trasporti.

Prende la parola il senatore NAPOLI, il quale, nel dichiararsi d'accordo con molte delle affermazioni testè pronunciate dal senatore Pelella, sottolinea come si sia costretti a ricorrere ad un provvedimento tampone, come quello in esame, in una materia, quella previdenziale, che, nonostante la recente riforma organica, necessita di ulteriori interventi - in tema ad esempio di pensioni di annata e di anzianità - al fine di riequilibrare le prestazioni e le risorse disponibili. Osservato quindi che l'intervento dello Stato in alcuni settori strategici per sostenerne la competitività a livello internazionale, seppur a volte indispensabile, va senz'altro ridimensionato e soprattutto realizzato con strumenti nuovi e diversi, e dichiarato di condividere l'ordine del giorno accolto alla Camera dal Governo, preannuncia che il suo Gruppo voterà a favore del provvedimento in titolo che è il frutto di decisioni adottate in anni precedenti e che deve essere considerato come l'ultimo degli interventi eccezionali in questo settore.

Interviene poi nella discussione il senatore TAPPARO, il quale sollecita il Sottosegretario a chiarire la posizione del Governo circa il ricorso agli ammortizzatori sociali come i prepensionamenti, che il provvedimento collegato al disegno di legge finanziaria ha esteso a nuovi settori non industriali, ma che si pongono in palese contraddizione con i principi ispiratori della riforma previdenziale ed anche con le dichiarazioni di esponenti governativi circa la necessità di anticipare al 1997 la verifica della riforma stessa. A suo giudizio sono necessari, da parte di tutti, un grande sforzo di immaginazione ed un grande impegno per individuare strumenti di intervento diversi da quello che ora è all'attenzione della Commissione.

Dichiarata chiusa, dal Presidente, la discussione, interviene in replica il relatore DUVA, il quale osserva come dal dibattito sia emersa una larga convergenza sulla valutazione di carattere positivo da dedicare al provvedimento, ma anche sulla necessità che esso costituisca l'ultimo di una serie di interventi che per lunghi anni sono stati adottati a sostegno della produzione e che non possono più essere considerati coerenti con l'attuale quadro economico. Per quanto riguarda il primo punto, ricorda le caratteristiche particolari del trasporto aereo italiano in rapporto ai processi di liberalizzazione in atto a livello europeo e la necessità che esso pervenga infine a disporre di strutture industriali e gestionali efficienti e competitive; la riduzione del costo di lavoro per unità di prodotto si presenta dunque come una strada in larga misura obbligata, costituendo uno strumento indispensabile, anche se non sufficiente, per il risanamento economico dell'Alitalia, le cui attuali condizioni di bilancio investono responsabilità presenti e passate. Il provvedimento peraltro si presenta come atto finale di un disegno già ampiamente avviato nel corso degli anni e come un atto obbligato anche rispetto ai quei dipendenti che si trovano già nelle condizioni di anzianità contributive che hanno già consentito nel recente passato ad altri loro colleghi di accedere al beneficio in esame.
Preannuncia infine la presentazione di un ordine del giorno che preveda misure cautelative nei confronti della società Alitalia, la sicurezza dei cui voli non deve in alcun modo subire contraccolpi dalla misura in esame, e che consenta di inquadrare correttamente il decreto-legge in conversione come l'ultima volta che si ricorre ad una tipologia di interventi di sostegno alla produzione e alla occupazione che va interamente ripensata, in modo tale che lotta alla disoccupazione, ristrutturazioni industriali e gestione del mercato del lavoro possano realizzarsi con strumenti più efficaci e meno onerosi per le finanze pubbliche.

Il sottosegretario PIZZINATO dichiara di condividere le affermazioni contenute nella relazione e nella replica del relatore Duva ed auspica che in giornata il Senato converta definitivamente in legge, dopo le numerose reiterazioni degli ultimi anni, il decreto-legge, consentendo in tal modo all'Alitalia di completare quel processo di alleggerimento degli organici già avviato nel 1994 e che già allora prevedeva 1.500 prepensionamenti. Si tratta di concludere una fase di ristrutturazione della compagnia aerea, in un momento in cui essa è impegnata in una strenua competizione a livello non solo internazionale, ma anche, ormai, sulle linee interne. Ricorda inoltre che il decreto-legge sancisce legislativamente misure amministrative, come la domanda di pensionamento anticipato, che sono state ormai adottate e, a norma dello stesso decreto-legge, non più revocabili. Osserva anche che tutti gli intervenuti hanno convenuto sulla necessità di individuare altri ammortizzatori sociali in presenza di processi di ristrutturazione che investono ormai non soltanto i settori industriali, ma anche il terziario, e al riguardo ricorda che lo stesso ministro Treu, nel corso delle audizioni svoltesi il settembre scorso presso le due Commissioni parlamentari, ha ufficialmente annunciato l'orientamento del Governo che, fatti salvi i procedimenti in corso, ritiene ormai conclusa la lunga fase dei pensionamenti anticipati.
Il Sottosegretario fornisce poi alcuni dati riguardanti i sedici anni che intercorrono tra il 1981, quando furono adottati prepensionamenti per la siderurgia, i porti e l'editoria e il 1996. Dai dati forniti dall'Inps e dal fondo pensioni dell'Ente Ferrovie dello Stato, risulta che in questo periodo hanno usufruito della misura del pensionamento anticipato 490.153 lavoratori e di questi, per quanto riguarda i soli dati Inps, 125.000 hanno ancora oggi una età inferiore ai 55 anni per le donne e ai 60 anni per gli uomini. Dal punto di vista economico si può inoltre calcolare che, nello stesso periodo, i costi complessivi dei prepensionamenti sono ammontati a 50.000 miliardi di lire e che ogni prepensionamento costa alla collettività, considerata anche la mancata produzione di reddito e la mancata contribuzione fiscale, 500-700 milioni di lire. Un'altra conseguenza da considerare sono gli squilibri provocati nei fondi pensione: quello, ad esempio, dell'Ente Ferrovie dello Stato, percepisce contributi da quasi 130.000 lavoratori in attività ed eroga prestazioni a 240.000 unità che percepiscono la pensione dal fondo sostitutivo dell'assistenza generale obbligatoria.
Preso atto quindi con favore della dichiarazione di voto del senatore Napoli, il sottosegretario Pizzinato conclude la propria replica ricordando che, con l'approvazione definitiva del provvedimento collegato al disegno di legge finanziaria, sarà possibile ricorrere a quegli strumenti - i contratti di solidarietà, gli incentivi alla riduzione dell'orario di lavoro, il part-time - che, come ha auspicato il senatore Tapparo, possono consentire di governare la nuova fase dei processi di ristrutturazione economica senza più riversare costi enormi sulle finanze pubbliche e sulla collettività.

Il PRESIDENTE sospende la seduta, facendo presente che essa sarà ripresa alle ore 14,40.

La seduta, sospesa alle ore 9,30, è ripresa alle ore 14.40.

Il relatore DUVA illustra l'ordine del giorno da lui già preannunciato, precisando che esso si propone di sintetizzare i contenuti della discussione generale, dando per acquisito un orientamento favorevole alla conversione in legge del decreto-legge in titolo, nel testo trasmesso dalla Camera dei deputati, nel presupposto che esso chiuda l'epoca del ricorso al pensionamento anticipato, in una prospettiva di riassetto del sistema degli ammortizzatori sociali tale da evitare in futuro l'adozione di misure che possono comportare effetti distorsivi del mercato del lavoro.

Sullo schema illustrato dal relatore si apre una breve discussione alla quale prendono parte i senatori NAPOLI, MANZI, il sottosegretario PIZZINATO e lo stesso relatore DUVA, il quale accoglie alcuni suggerimenti, e riformula conseguentemente l'ordine del giorno nel seguente testo:

«Il Senato

preso atto che nel periodo 1981-1996 il ricorso ai pensionamenti anticipati ha registrato un progressivo incremento quantificabile in circa 500 mila beneficiari;
considerato che tale indirizzo - oltre a tradursi in un imponente onere per le finanze pubbliche - ha determinato rilevanti fattori di squilibrio nell'ambito del sistema pensionistico e ha provocato frequenti e negative disparità di trattamento tra i lavoratori;
considerato altresì che l'istituto del pensionamento anticipato, da ritenere comunque provvedimento eccezionale, ove diventi oggetto di un ricorso troppo esteso e frequente ostacola l'urgente e indispensabile consolidamento di una politica attiva del lavoro volta alla ricollocazione dei lavoratori e alla promozione di attività formative e di reimpiego;
rilevato con preoccupazione che la trasformazione di fatto del pensionamento anticipato in uno strumento ordinario di intervento nelle crisi aziendali e settoriali alimenta la diffusione di attività non regolari e sommerse con effetti negativi anche sotto il profilo della trasparenza fiscale e dell'evasione contributiva;
considerati inoltre i ricorrenti segnali di difficoltà che si riscontrano in alcuni settori produttivi, in particolare del terziario (credito, sanità, commercio) e che sollecitano il ricorso ad ammortizzatori sociali;

impegna il Governo

a ricercare - anche attraverso una intensificazione del confronto con le parti sociali - un sempre più esteso ricorso ad ammortizzatori sociali, alternativi ai pensionamenti anticipati, quali part-time, contratti di solidarietà e incentivi alla riduzione dell'orario di lavoro, che siano alternativi ai pensionamenti anticipati;
a valutare l'opportunità di introdurre misure atte a generalizzare il divieto di cui all'articolo 2, comma 3, del decreto-legge n. 546 a tutte le situazioni analoghe di pensionamento anticipato;
a non predisporre comunque ulteriori provvedimenti che contemplino pensionamenti anticipati in assenza di un confronto parlamentare».
0/1883/1/11
Il Relatore
Dopo che il sottosegretario Pizzinato ha dichiatato di condividere i contenuti dell'ordine del giorno, lo stesso, posto ai voti, è approvato all'unanimità.

Interviene quindi per dichiarazione di voto il senatore MUNDI, il quale osserva preliminarmente che la valutazione del provvedimento all'esame non può prescindere da una attenta considerazione della necessià di tutelare la posizione dei settecento lavoratori destinatari delle misure di prepensionamento, anche se la sua parte politica nutre forti perplessità sul ricorso a tale istituto, che potrebbe costituire la premessa per un ampio ricorso a forme di lavoro precario ovvero ad una politica di assunzioni di favore. Alla luce di quanto è emerso dal dibattito, opportunamente sintetizzato dall'ordine del giorno testè approvato, il Gruppo di Forza Italia ritiene di poter trasformare il voto di astensione espresso alla Camera dei deputati in un voto favorevole alla conversione del disegno di legge in titolo.

La Commissione conferisce quindi all'unanimità al relatore DUVA il mandato di riferire all'Assemblea in senso favorevole alla conversione in legge del decreto-legge n. 546 nel testo trasmesso dalla Camera dei deputati e di richiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

(1866) Conversione in legge del decreto-legge 13 dicembre 1996, n. 629, recante differimento di termini in materia di adempimenti contributivi per il settore agricolo
(Seguito e conclusione dell'esame)

Riprende l'esame del decreto-legge in titolo, sospeso nella seduta notturna di ieri.

Interviene nella discussione generale il senatore BATTAFARANO, il quale ricorda che soprattutto nel Mezzogiorno gli operatori del settore agricolo risentono pesantemente della esosità dei contributi previdenziali, che appaiono sovradimensionati rispetto al livello di reddito medio prodotto dalle aziende agricole dell'Italia meridionale, in quanto commisurati sulla misura convenzionale e non reale delle retribuzioni. Di tale problema, opportunamente messo in luce nel parere espresso dalla Commissione agricoltura, deve tenere conto anche il Governo in sede di esercizio della delega legislativa per il riordino della previdenza agricola, in modo da individuare un punto di equilibrio tra le esigenze finanziarie dei soggetti erogatori dei trattamenti e quelle degli operatori agricoli, che, soprattutto nel Mezzogiorno, sono gravati dagli oneri contributivi in una misura eccessiva.

Secondo il senatore NAPOLI tra i vari fattori di grave disagio degli opeatori agricoli nelle principali regioni del Mezzogiorno va annoverato anche il carico degli arretrati non versati per i contributi SCAU e pertanto è auspicabile che in sede di esercizio della delega legislativa più volte richiamata nel dibattito, di cui al comma 24 dell'articolo 2 della legge n. 335 del 1995, il Governo tenga conto delle aspettative degli agricoltori, che chiedono un'adeguamento delle tariffe contributive ai livelli europei e una ridefinizione delle aree svantaggiate, nell'ambito di un riassetto che, peraltro, deve ispirarsi a criteri di equità, e tenere conto del dato, già ricordato nel corso del dibattito, per cui oltre il 70 per cento delle imprese agricole - e segnatamente quelle di piccole dimensioni - hanno provveduto tempestivamente a regolarizzare la loro posizione contributiva.

Non essendovi altri iscritti nella discussione, il PRESIDENTE dà la parola per la replica al relatore e al rappresentante del Governo.

Il relatore TAPPARO fa presente che riprenderà le questioni affrontate nel parere espresso dalla Commissione agricoltura, che in gran parte coincidono con quelle segnalate nel corso dei loro interventi dal senatore Battafarano e dal senatore Roberto Napoli, in sede di relazione introduttiva per l'Assemblea. Si tratta in sostanza di segnalare al Governo l'opportunità che, in sede di esercizio della delega per la riforma della previdenza agricola, siano affrontati in modo adeguato i problemi connessi al riordino complessivo di una materia tanto delicata, per quanto attiene in particolare all'elevato differenziale esistente tra salari convenzionali e salari reali e alla ridefinizione delle aliquote contributive; è altresì indispensabile porre mano alla da lungo tempo attesa riforma del catasto agricolo.

Il sottosegretario PIZZINATO ritiene doveroso rispondere ai quesiti sollevati in particolare dai senatori Battafarano e Roberto Napoli, precisando quali sono gli impegni del Governo e specificatamente del Ministro del lavoro, che ha la delega per la definizione della riforma della previdenza agricola. Al riguardo sottolinea che la proroga concessa in materia dal Parlamento sarà proficuamente utilizzata in primo luogo per una ridefinizione delle aree svantaggiate, a proposito delle quali deve osservare che tra le zone dell'obiettivo 1, cui fa riferimento una osservazione del parere espresso dalla 9a Commissione permanente, vi sono anche alcune zone del Nord altamente industrializzate, e di converso vi sono aree del Sud che beneficiano di uno sviluppo agro-alimentare assai elevato. L'impegno del Governo è di modificare la mappatura nazionale di tali aree tenendo conto delle modifiche intervenute nel corso degli anni, e al riguardo informa che domani mattina la sottocommissione nazionale per l'impiego prenderà in considerazione un progetto di lavoro socialmente utile, presentato anche dall'INPS, il cui obiettivo finale è quello di pervenire finalmente ad un nuovo catasto agricolo.
Per quanto riguarda i contributi, di cui si lamenta l'eccessivo importo, dopo aver segnalato i problemi che sorgeranno nel momento in cui cesseranno le misure di agevolazione che consentono nelle aree fiscalizzate del Sud una riduzione del 60 per cento dei contributi e del 40 per cento nelle aree svantaggiate, il Sottosegretario sottolinea il rischio di una riduzione drastica dei trattamenti pensionistici in agricoltura qualora si procedesse alla auspicata commisurazione dei contributi previdenziali alla retribuzione effettiva e non a quella nominale, considerato che dal 1 gennaio 1996 il calcolo delle pensioni avviene, come è noto, su base contributiva e non più retributiva. Sempre in riferimento al parere espresso dalla Commissione agricoltura, osserva che il cosiddetto condono degli arretrati non versati per i contributi SCAU esporrebbe pesantemente dal punto di vista finanziario l'INPS che ha provveduto e sta provvedendo alla erogazione di ammortizzatori sociali come l'indennità di disoccupazione o delle pensioni, senza aver ricevuto il corrispettivo dei contributi; rileva anche che la gran parte dell'arretrato contributivo non pagato, ma definito nel suo esatto ammontare, è a carico di 17-20 mila imprese, mentre le altre 400 mila hanno già provveduto regolarmente a versare i contributi dovuti.
Infine il sottosegretario Pizzinato ricorda, per quanto riguarda il problema del caporalato, che in occasione della conversione in legge del decreto-legge n. 510 sui lavori socialmente utili, è stato inserito un primo stanziamento per erogare contributi volti a favorire, nel Mezzogiorno, il trasporto dei lavoratori ad opera delle aziende consociate o di cooperative istituite dagli stessi lavoratori. Fa presente anche che in Puglia, grazie al commissario del Governo e alla disponibilità manifestata dai sindacati dei lavoratori e dalle organizzazioni delle imprese agricole (Confagricoltura, Coldiretti e Cia), è già stata stipulata un'intesa e attivate le prime convenzioni e, giusto ieri, è stato firmato dal Ministro del lavoro un decreto per una prima ripartizione dei finanziamenti.

Viene quindi approvata all'unanimità la proposta del Presidente di conferire il mandato al relatore di riferire favorevolmente all'Assemblea sul disegno di legge in titolo, con l'autorizzazione a richiedere la relazione orale qualora il provvedimento dovesse essere inserito nei lavori dell'Assemblea per la giornata di domani.

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE
(R029 000, C11a, 0002°)

Il presidente SMURAGLIA fa presente che la Commissione potrebbe tornare a riunirsi il 15 gennaio 1997, alle ore 11, e il 16 gennaio alle ore 15, mentre l'Ufficio di Presidenza allargato ai rappresentanti dei Gruppi potrebbe riunirsi al termine della seduta del 15 gennaio.

Convenendo la Commissione sulla proposta del Presidente, così resta stabilito.

La seduta termina alle ore 15,40.