TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (13a)
MARTEDÌ 25 MAGGIO 1999

312a Seduta
Presidenza del Presidente
GIOVANELLI
indi del Vice Presidente
MANFREDI

Interviene il sottosegretario di Stato per i lavori pubblici Bargone.

La seduta inizia alle ore 15,15.

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE
(A007 000, C13a, 0050o)

Il senatore LASAGNA richiama l'attenzione del presidente Giovanelli sull'esigenza di calendarizzare con la massima urgenza il disegno di legge n. 3963, già approvato dalla Camera dei deputati, concernente la proroga, per la durata della XIII legislatura, della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse. Tale Commissione bicamerale, presieduta dall'onorevole Scalìa, sta svolgendo un'inchiesta di grande importanza e delicatezza i cui risultati potrebbero essere compromessi dalla mancata, tempestiva approvazione del provvedimento di proroga.

Il senatore SPECCHIA si associa alla richiesta del senatore Lasagna, auspicando che il provvedimento richiamato possa essere preso in esame, ai fini della sua calendarizzazione, da un Ufficio di Presidenza da convocarsi possibilmente nella settimana in corso. Occorrerà altresì prendere in esame l'opportunità di ampliare i compiti della Commissione di inchiesta.

Il presidente GIOVANELLI assicura i senatori Lasagna e Specchia che l'Ufficio di Presidenza della Commissione, nella prossima riunione, si farà carico delle esigenze testè richiamate. Occorre però evitare di lasciarsi coinvolgere troppo da visioni eccessivamente giustizialiste come quella che sembra caratterizzare il disegno di legge n. 3960, recante introduzione nel codice penale di disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente.

PROCEDURE INFORMATIVE
Seguito dell'indagine conoscitiva sulla gestione dell'acquedotto pugliese: discussione di proposte di documento conclusivo
(R048 000, C13a, 0005o)

Il relatore CONTE illustra la sua proposta di documento conclusivo la quale, essendo stata affrontata una materia assai complessa, non si può pretendere sia esaustiva di tutti i delicati profili che afferiscono all'attività dell'acquedotto pugliese.
Va osservato innanzitutto che l'indagine conoscitiva, dovendo evitare il rischio di un'estensione cronologica troppo ampia, ha limitato il suo raggio di azione all'ultimo quinquennio. L'indagine è stata rivolta alla conoscenza della situazione patrimoniale dell'Ente alla data di insediamento del commissario straordinario, all'analisi della situazione delle evasioni, dei furti e delle perdite di acqua potabile, al tema della qualità della depurazione e della gestione dei depuratori, alla questione delle gare di appalto, al problema delle relazioni industriali all'interno dell'Ente, a quello della strategia della gestione commissariale ed infine all'analisi dell'assetto organizzativo dell'Ente, prima e dopo il commissariamento. Nell'ambito di tale indagine sono stati auditi numerosi soggetti e sono stati effettuati due sopralluoghi.
Per quanto concerne la vexata quaestio della nomina del commissario straordinario effettuata il 15 settembre 1997, si ritiene che tale decisione scaturisse da un atto di responsabilità politica e fosse motivata sia dalla situazione dell'Ente, sia dall'urgenza di porre l'Ente stesso nella condizione di non arretrare nel contesto economico-infrastrutturale-sociale della fine degli anni '90 e nell'epoca di elaborazione e iniziale strutturazione dei grandi piani idrici nell'area euromediterranea. Va detto a questo punto che la Corte dei conti, con la relazione sulla gestione finanziaria dell'Ente relativa agli anni 1994-95, fotografava una situazione caratterizzata da una lunga serie di inadempienze, di incertezze e precarietà diffuse, dal consolidarsi di pratiche gestionali e di comportamenti ben lontani da una moderna cultura di impresa. In tale contesto il Governo procedeva alla nomina di un commissario, con il compito di lavorare per poter realizzare una situazione di normalità funzionale alla transizione strutturale, oltre alla legalità ed alla necessità delle più rigorose verifiche. Fatto sta che all'atto dell'insediamento l'azienda risultava priva della situazione patrimoniale, del conto consuntivo dell'esercizio 1996, del bilancio di previsione dell'esercizio 1997; erano stimati circa 250 miliardi di deficit patrimoniale, in una situazione caratterizzata da elevatissimo indebitamento e da condizioni gestionali particolarmente impressionanti per confusioni, disattenzioni e disorganizzazioni.
Il commissario straordinario ha poi dovuto affrontare il problema dei crediti non riscossi, avviando una programmazione impegnativa, sperimentando procedure innovative e coinvolgendo articolazioni diverse dell'Ente, per giungere all'individuazione delle cause di morosità o di evasione. Altro capitolo dell'azione di risanamento è quello costituito dalla programmata attivazione di gare regolari e trasparenti, dall'adozione di una nuova politica gestionale, in un quadro contraddistinto da una positiva disponibilità delle organizzazioni sindacali da un lato e dei funzionari e dipendenti dell'Ente dall'altro, in riferimento ai compiti nuovi e più impegnativi che attendono la struttura.
Si è potuto poi verificare l'utilità di alcune decisioni assunte dalla gestione commissariale, quali la rotazione di dirigenti e l'attribuzione al servizio bilancio e tributi del controllo su alcuni settori essenziali alla funzione istituzionale, come la spesa; si è potuto anche riscontrare l'impegno verso la semplificazione delle procedure e lo snellimento dei processi decisionali relativi, appunto, alla spesa.
Appare invece ancora necessario rafforzare l'azione per garantire i ritorni economici e per evitare che possano determinarsi nuovamente irregolarità diffuse e rilevanti sbilanci tra volumi erogati effettivamente e volumi registrati dal dato economico delle entrate a tale titolo. Uno dei punti dolenti ancora particolarmente avvertito è quello del parco contatori e della gran quantità di patti contrattuali inadeguati.
Si deve a questo punto convenire con il significato prioritario che il commissario straordinario ha assegnato al problema del recupero delle perdite, quantificate in circa il 20 per cento di perdite idrauliche ed il 30 per cento di perdite apparenti.
Sin dalla prima audizione informale del commissario straordinario è apparsa chiara la particolare gravità del problema della depurazione in Puglia; l'indagine conoscitiva ha confermato la serietà del quadro delineato e si è verificato che, alle varie iniziative in corso promosse da vari soggetti, non sempre corrisponde unitarietà di indirizzo e capacità programmatoria, al punto che varie iniziative non sembrano coerenti con gli indirizzi imposti dalla normativa comunitaria. In tale contesto il ruolo dell'Ente dovrebbe porsi come unitario, garantendo le necessarie verifiche di processi innovativi non più rinviabili. Certo è che per uscire dalle logiche emergenziali tipiche di ogni commissariamento, dando quindi un assetto accettabile alla situazione idrica pugliese, specie nel settore della depurazione, vi è ancora molto da fare e sarà necessario semplificare la giungla dei procedimenti, costruire un sistema di monitoraggio, riprogrammare gli impianti di depurazione per zone omogenee.
Con riferimento poi alla questione degli esperti-consulenti esterni di cui si è avvalso l'Ente, la scelta compiuta dal commissario appare utile e legittima, in relazione ai problemi obiettivamente rilevanti e gravi che occorreva affrontare e che sono stati avviati a soluzione. Ad ogni modo, gli esperti e le organizzazioni sindacali hanno manifestato, sul piano dei rapporti reciproci, non una contrapposizione lacerante ma una sostanziale intesa.
A conclusione dell'indagine conoscitiva sembra possibile affermare che l'Ente autonomo acquedotto pugliese deve riuscire, anche attraverso la trasformazione in S.p.A., ma non solo con essa a identificarsi e a porsi come gestore del servizio idrico integrato, svolgendo un ruolo centrale nella industrializzazione dei servizi idrici del Mediterraneo, anche in quanto soggetto imprenditoriale presente sia sul mercato interno, sia nel più generale contesto internazionale. I poteri locali, dal canto loro, dovranno dar vita a comportamenti funzionali al progetto di rilancio e di governo della risorsa acqua; è necessario pertanto perseguire con impegno l'obiettivo dell'unitarietà degli indirizzi nel governo delle risorse idriche, anche perché soltanto con una credibile proposta programmatica si potranno creare le condizioni per il completamento delle opere e per la messa a regime di un uso plurimo delle risorse.
Se è vero che con il provvedimento legislativo relativo alla trasformazione dell'Ente in S.p.A. si delinea una società caratterizzata dalla partecipazione esclusiva del capitale pubblico, i passaggi successivi dovranno qualificarsi da subito per coerenza con il disegno di valorizzazione della struttura e per la rispondenza delle decisioni a criteri di trasparenza e controllo democratico. L'azione di risanamento ancora in atto dovrà quindi confluire in una progettualità strategica, senza ritardi o attendismi conservatori.
In conclusione, occorrerà tener conto dell'esigenza insopprimibile della unitarietà dei soggetti preposti al governo delle risorse idriche, stimolare un ruolo effettivo di governo da parte degli enti locali e dell'Ente, valorizzare le competenze e le professionalità interne all'Ente eliminando ogni residua tendenza assistenzialistica o immobilistica, ricercare continuità nel rapporto con gli istituti universitari, di ricerca e di applicazione produttiva. Il Parlamento, dal canto suo, dovrà continuare ad esercitare un ruolo propositivo, vigile e rigoroso sugli sviluppi di una vicenda che, al di là di polemiche contingenti, è parte del più generale, necessario disegno di sviluppo e di modernità del paese.

Il seguito della discussione è quindi rinviato ad altra seduta.

La seduta termina alle ore 16,40.