TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (13a)

MERCOLEDI' 8 APRILE 1998

178ª Seduta

Presidenza del Vice Presidente
CARCARINO

Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente Calzolaio.

La seduta inizia alle ore 8,40.


SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE
(A007 000, C13a, 0026°)

Il presidente CARCARINO annuncia che ieri si sono svolte le audizioni informali funzionali al disegno di legge n. 3040, ad opera dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi: conseguentemente il termine per la presentazione degli emendamenti - fissato dalla Commissione nella seduta del 31 marzo scorso - scadrà alle ore 18 di oggi.

Prende atto la Commissione.


PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazioni

Il sottosegretario CALZOLAIO risponde all'interrogazione 3-01273, dichiarando che l'Alto Adriatico è soggetto a due diversi fenomeni negativi dovuti a fattori biofisici, chimici e climatici. Il primo consiste in una proliferazione algale da ipossia o anossia, risalente agli scarichi fluviali da aziende agricole, allevamenti zootecnici, insediamenti civili o industriali della pianura Padana: le misure adottate per ridurre il fosforo nei detersivi e per ottimizzare l'uso dei fertilizzanti hanno prodotto risultati incoraggianti, con una minore fioritura algale negli ultimi anni. Il secondo fenomeno, consistente nello sviluppo di mucillagini, è invece di assai difficoltosa ricerca eziologica: alcuni programmi nazionali ed internazionali, condotti nel corso del decennio, hanno rilevato che una condizione necessaria di tale fenomeno - storicamente verificatosi anche nei secoli scorsi - è rappresentata dalla mancanza di circolazione delle acque nel periodo estivo, unitamente ad una marcata stratificazione termoclina in assenza di forti rimescolamenti nel bacino settentrionale dell'Adriatico.
Il modesto risultato delle attività di ricerca nel mare Adriatico, a fronte dell'impegno finanziario profuso, induce il Ministero dell'ambiente a proporre al Ministero dell'università e della ricerca scientifica la definizione congiunta delle priorità di ricerca in materia di tutela e di difesa degli ecosistemi marini; infatti, nonostante la soppressione dell'Autorità per l'Adriatico presupponesse il trasferimento del relativo complesso gestionale al Ministero dell'ambiente, le relative risorse per i programmi scientifici sono ancora sotto il controllo di codesto Ministero. Un ruolo dovrà essere esercitato anche dall'ICRAM, con le risorse assegnate al Ministero dell'ambiente dall'ultima legge finanziaria: ciò anche perché i citati eventi interferiscono nocivamente nella pesca nell'area, causando danni economici alle categorie interessate; nel disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri, a fine marzo, è contemplato anche un aumento di organico per il citato Istituto centrale di ricerca applicata al mare, il cui esame parlamentare potrà consentire, ai Gruppi che lo ritengano, la presentazione di un ordine del giorno che impegni il Governo a finalizzare l'attività dell'ICRAM anche a tale scopo.

Il senatore GAMBINI, nel dichiararsi soddisfatto della risposta ricevuta, accoglie con favore l'impegno del Governo ad accelerare lo sviluppo della ricerca in materia di mucillagini: essa finora ha versato in uno stato di grave ritardo, mentre fonti scientifiche internazionali hanno fatto risalire l'eziologia del fenomeno anche all'aumento dei gas-serra in atmosfera. Auspica peraltro misure più incisive contro la proliferazione algale, dotando le grandi città della pianura Padana di quegli impianti di depurazione a tutt'oggi ancora assai rari.

Il sottosegretario CALZOLAIO risponde congiuntamente alle interrogazioni 3-00865, 3-00866 e 3-00867. Le motivazioni dell'ENEL per la progettazione dell'elettrodotto che collega Matera e Santa Sofia vanno fatte risalire alla maggiore affidabilità e sicurezza dei flussi energetici in funzione delle esigenze delle regioni meridionali, nell'ambito del Piano Energetico Nazionale (e del relativo obiettivo di perseguimento dell'equilibrio tra domanda ed offerta a livello interregionale). Tale progetto non è soggetto a valutazione di impatto ambientale ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1992, che escludeva l'applicabilità della disciplina agli impianti per i quali l'intesa Stato-Regioni fosse stata già conclusa al momento della sua entrata in vigore: è questo il caso di specie, anche se nell'ambito dell'istruttoria - ai fini del rilascio dell'autorizzazione del Ministero dei lavori pubblici - il Ministero dell'industria assicura essersi tenuto conto attentamente e scrupolosamente dell'impatto sui luoghi interessati.
E' sì vero che l'autorizzazione del Ministero dei beni ambientali precede l'istituzione del parco del Partenio, avvenuta ad opera della regione Campania nel 1995; è però altrettanto vero che da questa regione la scheda di richiesta di iscrizione dell'area protetta nell'elenco ufficiale è pervenuta al Ministero solo il 25 settembre 1996, e che, in presenza di una manifesta interferenza del nuovo elettrodotto con le misure di salvaguardia del parco (definite nel marzo 1994), l'ENEL ha manifestato la propria disponibilità alla ricerca di soluzioni idonee con il progetto approvato, unitamente con gli enti territoriali interessati. L'elettrodotto Tito-Satriano, poi, rientra nelle competenze regionali e nasce per sopperire alle richieste di utenze civili ed industriali: il tracciato è stato approvato dalla regione Basilicata nel 1995 e non è da assoggettare a valutazione di impatto ambientale nè ai sensi della legislazione statale nè si sensi di quella regionale.
L'esigenza sottesa a tutte e tre le interrogazioni, però, merita ulteriori considerazioni, derivanti dalla diffusione di tecnologie che hanno prodotto una crescita significativa, negli ultimi anni, della densità delle radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti nell'ecosistema terrestre: da una gamma di frequenze (radiofrequenze, telecomunicazioni, utilizzo delle microonde, schermi di visualizzazione, campi elettrici e magnetici degli elettrodotti) scaturiscono campi di esposizione dei cittadini, i quali sono comprensibilmente in allarme rispetto alla possibile correlazione con l'insorgenza di gravi rischi per la salute. La totale carenza di una normativa generale del settore rappresenta una sfida per il Governo, che intende corrispondere con celerità ed efficacia alle preoccupazioni generali dinanzi al moltiplicarsi di linee elettriche, stazioni di trasformazione, ripetitori radio-televisivi ed impianti di telefonia cellulare per vari bisogni di produzione e comunicazione; la necessità di conciliare tali profili di carattere economico-sociale con la salvaguardia della salute, del paesaggio e dell'ambiente, non può limitarsi all'esercizio dei poteri di definizione dei limiti massimi di esposizione all'inquinamento, derivanti dall'articolo 4 della legge n. 833 del 1978 e dall'articolo 2, comma 14, della legge n. 349 del 1986.
E per questo motivo che un decreto interministeriale riguardante le radiofrequenze da ripetitori per telefoni cellulari - sollecitato dall'Assemblea del Senato in sede di esame del disegno di legge istitutivo di un'Authority sulle comunicazioni, decreto sottoposto da circa un mese alla Conferenza Stato-Regioni - non può esaurire la complessa materia: essa si dovrà valere di una definizione organica, mediante obiettivi di qualità da raggiungere in un certo arco di tempo in modo differenziato per diversi scenari di esposizione. Ciò può avvenire con l'esame di disegni di legge proposti in sede parlamentare, già iniziato davanti all'VIII Commissione della Camera dei deputati, ai quali si aggiungerà un disegno di legge sull'intera questione dell'elettromagnetismo, che il Consiglio dei ministri potrebbe approvare già in settimana.

Il senatore LUBRANO DI RICCO, pur apprezzando le dichiarazioni di intenti del rappresentante del Governo, si dichiara parzialmente insoddisfatto, in quanto una fonte normativa sub-primaria come il decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1992 legittima - anche ad avviso del Governo - la violazione di una norma legislativa precedente, ai sensi della quale l'elettrodotto Matera-Santa Sofia dovrebbe essere sottoposto a valutazione di impatto ambientale; anche l'accettazione delle motivazioni della regione Campania appare discutibile, trattandosi di un ente che ha addirittura riperimetrato il parco del Partenio per consentire all'ENEL l'ingresso dell'elettrodotto. L'influenza di un'azienda dai rilevanti interessi economici potrebbe non fermarsi neppure dinanzi alle determinazioni del Consiglio dei ministri: il disegno di legge-quadro sull'esposizione ai campi elettromagnetici, annunciato dal rappresentante del Governo, prima ancora di essere approvato a Palazzo Chigi riceve già pesanti contestazioni dall'ENEL, alle cui interferenze sulle decisioni politiche andrebbe posto decisamente termine.

Il presidente CARCARINO, all'annuncio del rappresentante del Governo in merito alla presentazione di un disegno di legge governativo sull'esposizione ai campi elettromagnetici, esprime l'auspicio che la sua lettura in Senato possa avvenire in sede primaria dinanzi alla 13a Commissione, ponendo fine ad una prassi discontinua di assegnazioni che ha volta a volta privilegiato altre Commissioni o la sede congiunta.

Il sottosegretario CALZOLAIO si associa all'auspicio del Presidente, considerando naturale che - terminato l'esame della Camera dei deputati - la materia dell'elettromagnetismo sia radicata nella competenza primaria della 13a Commissione del Senato.

Il Presidente dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

SCONVOCAZIONE DI COMMISSIONE

Il presidente CARCARINO annuncia che la seduta pomeridiana convocata per le ore 15 non avrà più luogo.

La seduta termina alle ore 9,20.