AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE (3a)

GIOVEDI' 21 SETTEMBRE 2000

311a Seduta

Presidenza del Vice Presidente
SERVELLO

indi del Vice Presidente
BOCO


Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Serri.

La seduta inizia alle ore 15.


IN SEDE REFERENTE

(4707) TAROLLI ed altri. - Misure in favore della riduzione del debito estero dei Paesi in via di sviluppo
(Seguito dell'esame e rinvio. Costituzione di Comitato ristretto)

Riprende l'esame, sospeso nella seduta del 12 luglio scorso.

Il presidente SERVELLO ricorda come nel corso dell'esame sia emersa l'esigenza di effettuare taluni approfondimenti sulle problematiche oggetto del disegno di legge. A tal fine, anche in considerazione delle intese intercorse tra i Gruppi parlamentari, propone di dar corso alla costituzione di un Comitato ristretto, del quale potrebbero essere chiamati a far parte i senatori Andretti, Boco, de Zulueta, Magliocchetti, Misserville, Pianetta, Provera e Tarolli.

Non facendosi osservazioni, così resta stabilito.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.


(4781) Ratifica ed esecuzione dello Scambio di note tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica d'Austria sul riconoscimento reciproco dei titoli e gradi accademici, con allegata lista dei titoli e gradi accademici corrispondenti, fatto a Vienna il 28 gennaio 1999, approvato dalla Camera dei deputati
(Esame)

Introduce l'esame il senatore MAGGIORE, rilevando preliminarmente come lo Scambio di Note oggetto della ratifica riguardi il riconoscimento reciproco dei titoli e gradi accademici rilasciati, rispettivamente, dalle competenti autorità dell'Italia e dell'Austria. L'intento è quello di pervenire ad una più puntuale individuazione, rispetto alla disciplina definita da un precedente accordo, firmato nel 1996, delle regole relative al valore dei titoli di studio. In tal modo, verrà certamente ridotta la possibilità di controversie.
In conclusione, sottolinea l'opportunità di una rapida conclusione dell'iter del provvedimento.

Il sottosegretario SERRI dichiara di concordare con le considerazioni formulate dal relatore a conclusione del suo intervento.

La Commissione, dopo che è stata verificata la presenza del prescritto numero di senatori, conferisce al Relatore il mandato di riferire all'Assemblea in senso favorevole all'approvazione del provvedimento.


(4782) Ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro di commercio e di cooperazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da un lato, e la Repubblica di Corea, dall'altro, con un allegato, tre dichiarazioni comuni ed una congiunta, un verbale di firma e tre dichiarazioni unilaterali relative a determinati articoli, fatto a Lussemburgo il 28 ottobre 1996, approvato dalla Camera dei deputati
(Esame)

Introduce l'esame il senatore VERTONE GRIMALDI, sottolineando preliminarmente la rilevanza dell'Accordo oggetto della ratifica, che tende a promuovere l'intensificazione degli scambi commerciali e della cooperazione con la Repubblica di Corea. Misure come la riduzione dei dazi doganali e il riconoscimento reciproco della clausola della nazione più favorita potranno contribuire significativamente allo sviluppo delle relazioni con un paese che presenta peculiare importanza sotto il profilo strategico. Va inoltre ricordato che l'attuazione dell'accordo non comporta oneri aggiuntivi per il bilancio.
In conclusione, auspica la sollecita approvazione del disegno di legge, ricordando come la generalità delle altre parti contraenti abbia già da tempo provveduto al deposito degli strumenti di ratifica.

Il senatore BASINI manifesta vivo disagio per il riprodursi di una situazione, da qualche tempo ricorrente, per la quale il Parlamento si trova chiamato in sede di ratifica ad avallare il risultato di negoziati svolti di fatto a livello di funzionari delle organizzazioni internazionali. Tale modo di procedere mette in causa il corretto funzionamento dell'istituto parlamentare, che si trova di fatto esautorato a fronte del richiamo a non sconfessare l'operato di coloro che hanno seguito i negoziati. Per tali ragioni, in segno di protesta non parteciperà al prosieguo dei lavori.

Il senatore JACCHIA esprime forti riserve per il ritardo con il quale l'Italia sta procedendo alla ratifica di un Accordo stipulato da ben quattro anni, ritardo che certamente non giova alla credibilità del paese nel contesto dell'Unione europea. Rileva inoltre come il periodo di tempo già decorso sia stato contrassegnato da una significativa evoluzione della situazione complessiva della penisola coreana, il che comporterà verosimilmente la necessità di porre mano a un aggiornamento degli strumenti pattizi per l'area in considerazione.

Il senatore ANDREOTTI, con riferimento ai rilievi critici in precedenza formulati dal senatore Basini circa le modalità con le quali sono stati portati avanti i negoziati che hanno preceduto la stipula dell'Accordo, fa presente come i rapporti commerciali della Comunità europea siano gestiti da questa mediante le procedure a ciò deputate; non sembra pertanto giustificato lamentare un ruolo esorbitante dei funzionari che hanno condotto i negoziati. Concorda invece sulle considerazioni del senatore Jacchia circa l'esigenza di iniziative idonee a promuovere lo sviluppo delle relazioni commerciali dell'Unione europea e dei suoi Stati membri con la Corea del Nord, in considerazione dei significativi progressi che si sono registrati nell'area nell'ultimo periodo.

Il sottosegretario SERRI, intervenendo in sede di replica, fa presente preliminarmente che il Governo sarebbe disponibile a considerare in senso favorevole, in occasione dell'esame del disegno di legge da parte dell'Assemblea, un ordine del giorno nel quale fosse prospettata l'opportunità della promozione di iniziative dirette a favorire gli scambi commerciali anche con la Corea del Nord.
Per quanto riguarda i rilievi critici avanzati circa il ritardo con il quale l'Italia sta facendo fronte alla ratifica, rileva come in futuro potrà risultare opportuna una riflessione in ordine alla possibilità di semplificare l'iter di esame dei disegni di legge di ratifica.
In conclusione, auspica che l'Accordo possa essere ratificato in tempi ravvicinati, sottolineando l'opportunità di assecondare la positiva evoluzione che si sta verificando nella penisola coreana.

Il presidente SERVELLO domanda al Relatore se riterrebbe opportuna la presentazione, in occasione dell'esame del disegno di legge da parte dell'Assemblea, di un ordine del giorno volto a promuovere lo sviluppo di relazioni commerciali anche con la Corea del Nord. Chiede inoltre se l'Italia sia il solo tra gli Stati appartenenti all'Unione europea a non aver ancora provveduto alla ratifica dell'Accordo in titolo.

Il relatore VERTONE GRIMALDI, con riferimento al primo quesito rivoltogli dal Presidente, si riserva di predisporre un apposito ordine del giorno in vista dell'esame del provvedimento da parte dell'Assemblea. Fa presente poi che, alla stregua delle informazioni che ha potuto acquisire, risulta in effetti come tutti gli altri Stati membri dell'Unione europea abbiano già provveduto alla ratifica.
Con riferimento poi ai rilievi critici formulati dal senatore Basini in ordine all'eccessiva farraginosità delle procedure di esame parlamentare dei disegni di legge di ratifica, osserva che si tratta di un problema che avrebbe potuto trovare rimedio nel quadro di quelle riforme istituzionali che sono risultate poi impraticabili a causa del venir meno dell'impegno in precedenza assunto su tale versante dalle forze dell'opposizione.

La Commissione, dopo che è stata verificata la presenza del prescritto numero dei senatori, conferisce quindi al Relatore il mandato di riferire all'Assemblea in senso favorevole all'approvazione del disegno di legge.


(4791) Conversione in legge del decreto-legge 28 agosto 2000, n. 239, recante disposizioni urgenti in materia di finanziamenti per lo sviluppo ed il completamento dei programmi italiani a sostegno delle Forze di polizia albanesi
(Esame e rinvio)

Il presidente BOCO avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli della 1a, della 4a e della 5a Commissione.

Riferisce alla Commissione la senatrice DE ZULUETA, la quale ricorda che il decreto-legge n. 239 è volto a dare attuazione al protocollo d'intesa tra il Ministero dell'interno della Repubblica italiana e il Ministero dell'ordine pubblico albanese, firmato il 5 luglio scorso. Con tale protocollo, che fa seguito ai precedenti accordi del 1997, del 1998 e del 10 gennaio 2000, si proroga fino al 31 dicembre 2000 la "Missione Italiana Interforze", il cui scopo è di collaborare alla riorganizzazione della polizia albanese.
In particolare, il protocollo d'intesa prevede la consulenza della parte italiana per lo sviluppo della polizia stradale, anche per quel che riguarda la lotta al traffico di veicoli rubati, e il potenziamento della polizia di confine nella sua attività di prevenzione e repressione dei traffici illeciti. Inoltre si prevede la costituzione di un ufficio di collegamento italiano in Albania, al fine di rendere più efficace e sistematica la collaborazione nella lotta alla criminalità organizzata.
In concreto, il decreto-legge prevede la spesa di 21.784 milioni di lire nel secondo semestre dell'anno in corso, per lo sviluppo e il completamento dei programmi italiani a sostegno della polizia albanese, con l'impiego di 32 uomini della Polizia di Stato, 8 dell'Arma dei carabinieri e 57 della Guardia di finanza. In tale somma è altresì compresa la fornitura di materiale, il completamento del sistema delle sale operative e l'attivazione del centro elaborazione dati del Ministero dell'ordine pubblico di Tirana.
In conclusione, la relatrice de Zulueta osserva che la collaborazione tra i due paesi ha già consentito di raggiungere alcuni risultati, poiché le strade albanesi sono certamente più sicure rispetto agli anni scorsi; inoltre gli scafisti sono stati costretti a ritirare i loro gommoni dal porto di Valona, anche se è molto probabile che li abbiano trasferiti nelle insenature che fungono da porti naturali.

Il presidente BOCO, nel ringraziare il sottosegretario SERRI per la sua presenza, pone in risalto che il Ministero delegato a rappresentare il Governo nell'iter parlamentare del decreto-legge è quello dell'Interno. Tuttavia i concomitanti impegni parlamentari della Relatrice e del sottosegretario Brutti hanno impedito a quest'ultimo di partecipare alla seduta odierna. Chiede pertanto ai senatori presenti se ritengono opportuno rinviare la discussione generale alla prossima settimana.

Dopo un breve dibattito di carattere procedurale, nel quale intervengono i senatori SERVELLO, JACCHIA, SQUARCIALUPI, PIANETTA, PROVERA e ANDREOTTI, la Commissione concorda di proseguire l'esame nella seduta odierna, nel corso della quale si svolgerà la discussione generale, per poi rinviare le repliche della Relatrice e del rappresentante del Governo alla prossima seduta. Si concorda altresì di fissare il termine per la presentazione degli emendamenti nella giornata di martedì 26 settembre, alle ore 13.

Si apre la discussione generale.

Il senatore JACCHIA dissente radicalmente dalle conclusioni della relatrice de Zulueta e sottolinea che la situazione dell'ordine pubblico e della corruzione in Albania è tutt'altro che migliorata, dal momento che la malavita controlla i gangli vitali del potere esecutivo, e pertanto sarebbe davvero ingenuo attendersi dal Governo di Tirana una seria lotta alla criminalità organizzata.
Di tutti i buoni propositi e i velleitari obiettivi contenuti nel protocollo d'intesa del 5 luglio scorso, l'unico punto serio sarebbe il controllo dell'emigrazione clandestina in Italia, ma per tradurlo in realtà occorrerebbero ben altre risorse umane e finanziarie. Non saranno certo i circa 100 uomini inviati dall'Italia con due elicotteri, né i 24 fuoristrada che il Governo si è impegnato a donare alla polizia albanese, a stroncare la tratta di esseri umani tra le due sponde dell'Adriatico. Pertanto si dichiara contrario alla conversione in legge di un decreto del tutto inadeguato e sottolinea che, se non si ha intenzione di adottare più seri provvedimenti, sarebbe doveroso compiere un passo indietro.

Il senatore PROVERA rileva anzitutto che la relazione governativa presenta il decreto-legge n. 239 in maniera involontariamente umoristica, laddove parla di "iniziative volte a perfezionare i controlli destinati al contrasto dei flussi migratori clandestini e di altri traffici illeciti".
Fa poi presente alla Relatrice che la relativa tranquillità da lei constatata dipende purtroppo dall'imposizione di una "pax mafiosa", poiché lo Stato albanese non controlla affatto il territorio e le scarse forze di polizia inviate dall'Italia hanno le mani legate da regole d'ingaggio assai restrittive. La vittoria della malavita è dimostrata a sufficienza dalle dimissioni che la dottoressa Natalina Cea è stata costretta a presentare, lasciando il suo incarico di responsabile della missione CAM-Albania, e dalle denunzie delle organizzazioni non governative operanti in quel paese.
Occorre dunque chiedersi quale efficacia possano avere i programmi italiani a sostegno delle forze di polizia albanesi e che senso abbia inviare lì militari o poliziotti senza metterli in condizione di combattere i traffici illeciti.

La senatrice SQUARCIALUPI fa presente di essere rientrata da pochi giorni da una missione in Albania, nella sua qualità di componente dell'Assemblea parlamentare dell'UEO, organizzazione che ha in corso un programma di assistenza alla polizia albanese. Peraltro anche gli Stati Uniti hanno inviato un certo numero di consulenti, che svolgono funzioni analoghe a quelle della Missione Italiana Interforze e del programma dell'UEO: vi è quindi un numero consistente di esperti di paesi amici, che potrebbero ottenere risultati soddisfacenti.
A fronte di questi aiuti, vi è una situazione condizionata pesantemente dal tipo di formazione ricevuto dagli alti funzionari della polizia albanese - tutti reclutati e addestrati dal regime di Enver Hoxha - nonché dai bassissimi stipendi da loro percepiti. Vi sono comunque significativi passi avanti sul piano legislativo, poiché a gennaio è stata approvata la legge di riforma della polizia e il governo si è impegnato a emanare i decreti attuativi dopo le elezioni amministrative, che si terranno il prossimo 1° ottobre.
La senatrice Squarcialupi osserva poi di avere constatato visibili miglioramenti nella situazione dell'ordine pubblico, soprattutto a Tirana, e di aver apprezzato l'encomiabile attività dell'Istituto italiano di cultura, che rappresenta un importante punto di riferimento per la società albanese. Infine sottolinea che il governo di Tirana ha dimostrato una notevole moderazione in politica estera, astenendosi da iniziative destabilizzanti nei territori vicini abitati da forti minoranze nazionali albanesi, come il Kosovo e la Macedonia.

Il senatore PIANETTA sottolinea l'opportunità di una discussione complessiva sui risultati degli impegno italiano in Albania e sulle modalità con le quali si è inteso porre rimedio alle distorsioni manifestatesi nel corso degli ultimi anni in tale contesto, anche alla luce delle prime risultanze dell'indagine conoscitiva avviata al riguardo dalla Commissione. Al di là del merito delle misure contenute nel decreto-legge, è infatti essenziale una riflessione più ampia, anche per dare un segnale ad un'opinione pubblica che è fortemente preoccupata per i continui sbarchi provenienti dall'altra parte dell'Adriatico e per il dilagare della criminalità di provenienza albanese.

Il senatore SERVELLO rileva preliminarmente come non sia in discussione nella presente sede la scelta a suo tempo effettuata da larga parte del Parlamento a favore di un ampio impegno italiano in Albania. Dà invece adito a serie riserve la scelta del Governo di adottare una lunga serie di provvedimenti di urgenza, senza ispirarsi ad un indirizzo politico organico di intervento sul quale il Parlamento possa pronunciarsi. Manca in particolare a tutt'oggi una ricognizione dei criteri operativi, degli obiettivi e delle risorse umane, finanziarie e strumentali che sono state via via mobilitate.
Non va certamente sottaciuta l'esistenza di elementi positivi nell'azione condotta negli ultimi anni, ma occorre considerare come l'impegno in Albania sia stato contrassegnato dalla mancanza di trasparenza; intende in particolare riferirsi alla mancata acquisizione della relazione comunitaria, più volte sollecitata dalla sua parte politica attraverso apposite interrogazioni, circa i traffici legati al settore delle dogane.
Per le ragioni esposte, preannuncia il voto di astensione dei senatori di Alleanza Nazionale.

Il presidente BOCO dichiara in primo luogo di condividere taluni dei rilievi critici emersi nel corso del dibattito circa le modalità con le quali il Governo ha portato avanti nel corso degli anni l'intervento in Albania. Ricorda peraltro come taluni errori siano stati corretti, specie in ordine ai criteri per il riparto delle competenze tra i vari Ministeri interessati, e ciò anche grazie al contributo di riflessione e di critica del Parlamento.
Sottolinea poi l'opportunità di evitare che le enormi difficoltà che quotidianamente si sperimentano nell'azione di contrasto dell'immigrazione clandestina proveniente dall'Albania inducano a scelte di disimpegno. Al riguardo, occorre considerare che l'Albania è destinata realisticamente a restare per molto tempo un vicino "scomodo", anche in considerazione dell'affermarsi nella società albanese di modelli di comportamento fortemente disgreganti; in tale contesto, la scelta più razionale è quella di portare avanti i programmi già avviati privilegiando in particolare l'impegno per la formazione delle forze dell'ordine albanesi.
Più in generale, occorre fare tesoro dell'esperienza maturata dagli altri paesi nella lotta ai flussi di immigrazione clandestina. A tale riguardo, è significativo che gli USA, dopo aver registrato per decenni l'inefficacia dei propri sforzi contro l'immigrazione proveniente dal Messico, a dispetto degli enormi mezzi a tal fine mobilitati, comincino a cogliere importanti risultati attraverso gli strumenti della cooperazione economica regionale, che si stanno quindi rivelando ben più produttivi della militarizzazione dei confini.

Il senatore VERTONE GRIMALDI dichiara di concordare totalmente con le considerazioni svolte in precedenza dal senatore Andreotti circa l'appartenenza a pieno titolo all'ambito della politica estera del dibattito sul decreto-legge in conversione. In tale contesto, non può condividere il rilievo della senatrice Squarcialupi secondo il quale il governo albanese avrebbe assunto un atteggiamento di prudente distacco rispetto alla crisi del Kosovo; in realtà, risulta evidente, anche da esplicite dichiarazioni di autorevoli parlamentari albanesi, come la scelta di un basso profilo sia dipesa dalla certezza che vi sarebbe stato un intervento militare della NATO.
In conclusione, sottolinea l'opportunità di una verifica approfondita delle modalità con cui i governi europei concorrono alla soluzione dei problemi in Albania.

Il senatore ANDREOTTI ritiene opportuno che da parte della Relatrice siano forniti, nel proseguo dell'esame, chiarimenti circa la questione delle cosiddette "finanziarie piramidali". Appare inoltre opportuno verificare se vi siano meccanismi di coordinamento fra le varie strutture, nazionali ed internazionali, impegnate nelle attività di formazione della polizia albanese.
Più in generale sarebbe importante cogliere l'occasione, al di là del merito del decreto-legge - la cui conversione sembra comunque opportuna - per una riflessione circa l'efficacia dell'intervento finora realizzato in Albania.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 16,40.