GIUNTA
per gli affari delle Comunità europee

GIOVEDÌ 3 LUGLIO 1997


42a Seduta

Presidenza del Presidente
BEDIN

Intervengono, a norma dell'articolo 48 del Regolamento, il dottor Riccardo Perissich, delegato dal Presidente della Confindustria per gli affari europei, ed il dottor Pier Luigi d'Agata, responsabile per il coordinamento degli affari europei della Confindustria.

La seduta inizia alle ore 8,40.

PROCEDURE INFORMATIVE
Seguito dell'indagine conoscitiva sull'attuazione del trattato di Maastricht e le prospettive di sviluppo dell'Unione europea: audizione di rappresentanti della Confindustria
(Seguito dell'indagine e rinvio)
(R048 000, C23a, 0001°)

Riprende l'indagine sospesa nella seduta del 2 luglio.

Il presidente BEDIN ringrazia i rappresentanti della Confindustria per essere intervenuti e cede la parola al dottor Perissich, delegato dal Presidente della Confindustria per gli affari europei.

Il dottor PERISSICH si sofferma in primo luogo sul tema dell'attuazione del Trattato di Maastricht, tema strettamente connesso a quello del tempestivo recepimento delle direttive comunitarie sul mercato interno. Al riguardo l'oratore esprime il rammarico della Confindustria per i ritardi che caratterizzano l'Italia e che inducono a ritenere insoddisfacente l'applicazione del meccanismo previsto dalla legge n. 86 del 1989, cosiddetta legge «La Pergola», che dopo aver prodotto nei primi anni novanta dei positivi risultati ha cessato di funzionare in maniera efficiente. Tali ritardi, peraltro, potrebbero essere aggravati dalla mancata nomina di un ministro responsabile per il coordinamento delle politiche comunitarie, figura che in passato si è dimostrata utile soprattutto in sede di coordinamento amministrativo.
Un altro aspetto connesso all'attuazione del Trattato di Maastricht è la partecipazione fin dall'inizio dell'Italia, pienamente sostenuta dalla Confindustria, all'Unione economica e monetaria (UEM). A tale proposito l'oratore esprime la soddisfazione dell'organizzazione che rappresenta per i risultati conseguiti in termini di stabilità del tasso di cambio, di riduzione dell'inflazione e di conseguente contenimento dei tassi di interesse ed osserva, tuttavia, come le misure adottate dal Governo per rispettare i parametri di convergenza si concentrino eccessivamente sulla leva fiscale, anzichè ridurre le spese, con il risultato di deprimere l'economia e di danneggiare la competitività del sistema italiano. La Confindustria, inoltre, prende atto del crescente consenso sul principio che le misure volte alla convergenza devono avere carattere strutturale.
In relazione alle conclusioni del Consiglio europeo di Amsterdam il dottor Perissich esprime la soddisfazione della Confindustria per il fatto che il nuovo Governo francese non abbia messo in discussione i criteri di convergenza ed il patto di stabilità e per i principi che hanno ispirato la dichiarazione sull'occupazione, che non sono improntati ad una logica di tipo keynesiano. Un altro risultato conseguito ad Amsterdam in merito all'UEM è lo spostamento dell'attenzione politica dai decimali dei parametri di convergenza - parametri che tuttavia non sono stati posti in discussione - all'esigenza di rispettare gli stessi criteri anche negli anni futuri. Sull'Unione economica e monetaria, tuttavia, la partita è ancora aperta; è auspicabile che le discussioni sull'interpretazione flessibile del parametro del 3 per cento in rapporto al PIL del deficit pubblico non comportino un allentamento dell'impegno finora profuso e si dovrà attendere la conclusione del negoziato sullo stato sociale per valutare le prospettive delle riforme strutturali necessarie per l'Italia.
Per quanto concerne i profili politici ed istituzionali delle conclusioni del Consiglio europeo di Amsterdam, l'oratore esprime la delusione della Confindustria in merito alle prospettive di revisione del Trattato di Maastricht. In contraddizione con il processo di avvio dell'UEM sono state introdotte delle modifiche all'articolo 100A che consentendo delle deroghe in merito all'applicazione delle disposizioni sul mercato interno. Si è persa inoltre l'occasione di rafforzare le capacità negoziali dell'Unione europea in materia di trattati economici e commerciali internazionali. Nonostante la soddisfazione della Confindustria per l'estensione del voto a maggioranza in seno al Consiglio - su materie importanti quali la ricerca - e per il rafforzamento dei poteri del Parlamento europeo, sono giudicati insoddisfacenti i risultati per quanto attiene alla politica estera e di difesa e per quanto concerne, nella prospettiva dell'ampliamento, la ponderazione dei voti nel Consiglio e la composizione della Commissione.
Esprimendo l'auspicio che, nonostante i suoi limiti il Trattato di Amsterdam venga ratificato da tutti i Parlamenti nazionali, giacche costituisce comunque un progresso, l'oratore esprime ottimismo per il benefico impulso ad un'ulteriore revisione delle istituzioni comunitarie che potrà derivare dalla moneta unica e dai negoziati sul prossimo allargamento dell'Unione.
Ringraziando il dottor Perissich per l'esposizione il presidente BEDIN rileva come nel disegno di legge comunitaria appena approvato dal Senato siano state introdotte numerose direttive proprio al fine di colmare i ritardi precedenti, sottolinea come anche la Giunta abbia sollecitato l'individuazione di una figura politica in seno al Governo specificamente responsabile per il coordinamento delle politiche comunitarie e come la Giunta abbia altresì proposto l'istituzione di una «sessione comunitaria» in Senato, proprio al fine di assicurare tempi certi per l'esame della legge comunitaria annuale.

Il senatore BETTAMIO condivide l'analisi svolta dal dottor Perissich, con particolare riferimento alla soddisfazione per la conferma del Patto di stabilità ed alla delusione per i risultati politici scaturiti dal Consiglio europeo di Amsterdam, e chiede informazioni in merito alle procedure di recepimento della normativa comunitaria vigenti in altri paesi.

Il senatore TAPPARO chiede se politiche industriali settoriali promosse a livello europeo - analoghe a quelle poste in atto a livello nazionale da Spagna, Italia e Francia nel caso della rottamazione - non possano costituire un valido supporto della competitività internazionale dell'Unione europea. L'oratore chiede altresì chiarimenti sui possibili effetti del processo di ampliamento verso l'Europa centrale ed orientale in termini di sicurezza dei lavoratori e di salvaguardia ambientale e sulla opportunità di prefigurare delle politiche europee in materia di orario di lavoro, anche alla luce di iniziative nazionali come quelle che intende assumere il Governo francese.

La senatrice SQUARCIALUPI, esprimendo apprezzamento per l'intervento del dottor Perissich, pone dei quesiti sulle valutazioni in merito al nuovo governo britannico, sull'eventuale impatto ambientale delle deroghe consentite dalla nuova formulazione dell'articolo 100A, sui ritardi nella trasposizione delle direttive che maggiormente preoccupano la Confindustria e sulle relazioni economiche dell'Unione europea con l'America ed il Giappone.

Il dottor PERISSICH, in relazione ai ritardi connessi all'applicazione del meccanismo previsto dalla legge comunitaria, ascrive le principali responsabilità al Governo, che tende a non rispettare i termini previsti, piuttosto che al Parlamento, che negli ultimi anni ha mostrato una certa rapidità. Rispondendo al senatore Bettamio l'oratore rileva come la trasposizione della normativa comunitaria sia semplificata in altri paesi da una maggiore delegificazione e dalla presenza di una Pubblica Amministrazione più efficiente, in grado di coordinare la fase formativa con la fase attuativa del diritto comunitario.
Per quanto concerne la politica industriale il dottor Perissich sottolinea come la Confindustria sia contraria ad interventi di carattere settoriale, sia a livello nazionale sia a livello europeo, i quali provocano distorsioni, costituiscono uno spreco di risorse ed inducono ad assumere delle scelte arbitrarie. Il compito della politica industriale è invece quello di favorire delle condizioni di competitività con interventi incentrati sui fattori piuttosto che sui settori della produzione. Misure settoriali, quali la rottamazione, inoltre, rischiano di determinare, al momento della loro cessazione, danni maggiori dei benefici che hanno generato.
Con riferimento ai quesiti del senatore Tapparo sull'allargamento l'oratore sottolinea l'interesse dell'Italia, secondo esportatore - dopo la Germania - nei paesi dell'Europa centrale ed orientale. Poichè già si commercia con tali paesi in regime di libero scambio, un rapido ampliamento significa garantire, a condizione di non ammettere deroghe fin dal momento dell'adesione, il rispetto di quei principi di tutela sociale ed ambientale già applicati nell'Unione europea. Il minor costo del lavoro costituisce una naturale compensazione degli svantaggi competitivi che caratterizzano tali paesi in tutti gli altri campi. In ogni caso per l'Europa è preferibile che eventuali trasferimenti di impianti industriali si indirizzino nell'area centro-orientale del Continente piuttosto che verso l'Asia.
L'oratore esclude inoltre che da riduzione dell'orario di lavoro possano automaticamente derivare degli effetti benefici per l'occupazione, a meno che tali misure non si accompagnino con delle soluzioni che aumentano la flessibilità. Per tale motivo si ritiene che il Governo francese sarà realisticamente indotto a modificare talune proposte in materia di orario di lavoro emerse nel corso della campagna elettorale.
Rispondendo alla senatrice Squarcialupi il dottor Perissich esprime apprezzamento per l'approccio seguito dal nuovo Governo britannico nei confronti delle tematiche europee e, soprattutto, per il fatto che esso non ha posto in discussione le scelte effettuate dai precedenti Governi in materia di competitività dell'industria britannica. In merito all'ammissione di deroghe per la normativa sul mercato interno l'oratore esprime le forti preoccupazioni della Confindustria sulla possibilità che, in futuro, ciascun paese applichi in maniera diversa le disposizioni sulla tutela ambientale, scenario che comporterebbe dei costi imprevedibili per le imprese. Per quanto concerne, infine, le relazioni economiche esterne, il dottor Perissich rileva come la giurisprudenza sull'articolo 113 del Trattato sulla Comunità europea - secondo la quale esso si applica solamente agli accordi sulle merci e non a quelli sui servizi e sulla proprietà intellettuale -limiti eccessivamente le capacità negoziali dell'Unione europea rispetto a Stati Uniti e Giappone.

Il presidente BEDIN ringrazia il dottor Perissich e dichiara conclusa l'audizione.

Il seguito dell'indagine è pertanto rinviato.

La seduta termina alle ore 9,30.