GIUSTIZIA (2a)
MARTEDÌ 10 NOVEMBRE 1998

343a Seduta
Presidenza del Presidente
PINTO

Intervengono i sottosegretari di Stato per la grazia e la giustizia Ayala e Scoca e il sottosegretario di Stato per i lavori pubblici Mattioli.

La seduta inizia alle ore 15,20.

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE
(A007 000, C02a, 0099o)

Il presidente PINTO informa che il Presidente del Senato ha trasmesso alla Commissione, ai sensi dell'articolo 139 del Regolamento, la sentenza della Corte Costituzionale n. 361 del 1998 e che la stessa è stata immediatamente messa a disposizione dei senatori componenti la Commissione.
Fa presente, inoltre, che risultano allo stato presentati due disegni di legge costituzionali (A.S. 3619 di iniziativa dei senatori Pera, Bucciero ed altri e A.S. 3623, di iniziativa dei senatori Follieri, Cirami ed altri) che, in particolare, propongono la modifica dell'articolo 24 della Costituzione con attinenza alle materie oggetto della sentenza della Corte. È, inoltre, stato annunciato un ulteriore disegno di legge, di iniziativa del senatore Gasperini (A.S. 3622), concernente l'impugnabilità delle pronunce della Corte costituzionale presso la Corte europea dei diritti dell'uomo, il cui contenuto sarà fatto oggetto di successiva valutazione al fine di stabilire la connessione con i due precedenti disegni di legge.
Ricorda, infine, che il Ministro di grazia e giustizia terrà comunicazioni alla Commissione nella seduta pomeridiana di domani, convocata per le ore 14,30.

IN SEDE REFERENTE
(3610) Conversione in legge del decreto-legge 2 novembre 1998, n. 375, recante disposizioni urgenti per fronteggiare l'eccezionale carenza di disponibilità abitative
(Esame e rinvio)

Il presidente PINTO, facente funzioni di relatore, si riporta al testo della relazione scritta fatta pervenire dal relatore designato, senatore Pettinato, che aveva già preannunziato la sua impossibilità ad intervenire nella seduta odierna. Ricorda che in sede di esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 7 del 1998, ed ancor di più durante il procedimento della sua conversione, poi operata con la legge 1 aprile 1998, n. 67, era stato da più parti espresso l'auspicio che la proroga della concessione dell'assistenza della forza pubblica per i provvedimenti di rilascio di immobili urbani adibiti ad uso abitativo - disposta da quel decreto - fosse l'ultima, come il Governo assicurava annunciando l'imminente adozione della riforma della disciplina delle locazioni, in quel periodo in discussione alla Camera dei deputati (Atto Camera 790 e abbinati).
In effetti, quel disegno di legge, licenziato dalla Camera dei deputati, fu poi inviato al Senato (A.S. 3393), dove fu approvato, con modificazioni, in tempo per prevedere ragionevolmente che, dopo la nuova lettura da parte della Camera, la riforma potesse entrare in vigore entro il termine del 31 ottobre 1998. Sopravvenuta la crisi di governo e la conseguente interruzione dell'attività parlamentare, non è stato, però, possibile completare nel tempo previsto l'iter di approvazione della riforma. Ripresa la normale attività parlamentare, si è resa perciò necessaria una nuova proroga, che il decreto in esame fissa al 28 febbraio 1999. Le valutazioni e le conclusioni circa l'opportunità di disporre la proroga, che la Commissione ha compiuto per il decreto legge n.7 del 1998, sono a parere del relatore tuttora valide. Rileva, inoltre, che sulla questione è, però, intervenuta con sentenza n.321 del 1998, la Corte Costituzionale, che ha dichiarato l'illegittimità della norma contenuta nell'articolo 1-bis del decreto-legge n.172 del 1997, con il quale si era prevista la proroga del termine in materia fino al 31 gennaio 1998. La declaratoria di illegittimità ha, però, riguardato solo l'attribuzione al prefetto del potere di disporre puntualmente, cioè con riferimento alle singole richieste, tempi e modalità di concessione della forza pubblica, lasciando impregiudicata la potestà amministrativa di fissare in generale i criteri dell'impiego della forza pubblica nell'esecuzione dei provvedimenti di rilascio. Rinnova, in conclusione, l'auspicio che la definitiva riforma della materia possa entrare in vigore al più presto e raccomanda alla Commissione la sollecita approvazione del disegno di legge in esame.

Si apre la discussione generale.

Ha la parola il senatore PREIONI il quale esprime apprezzamento sulla circostanza che il disegno di legge in esame sia stato assegnato alla Commissione giustizia, anziché, come è accaduto nel caso di precedenti decreti sulla medesima materia, alla Commissione ambiente. Nel merito, esprime dissenso nei confronti della politica perseguita dal Governo in carica e da quelli che lo hanno preceduto in materia di locazione. La legislazione vigente, infatti, impone al locatore pesi ed oneri eccessivi, sia aggravando la possibilità concreta di ottenere il rilascio dell'immobile locato, sia prevedendo notevoli carichi fiscali. Tutto ciò, oltre a sbilanciare il normale equilibrio delle parti del contratto di locazione in favore del conduttore, ingenera nei proprietari di immobili un senso di sfiducia e determina la rarefazione dell'offerta di locazione, oltreché effetti a cascata sul mercato dell'edilizia e sul prezzo degli immobili. Esprime, in conclusione, il voto contrario del Gruppo della Lega Nord per la Padania indipendente.

Il senatore Antonino CARUSO rileva che se il Governo ritiene che il disegno di legge di riforma delle locazioni, alla quale ha fatto riferimento il relatore, sarà definitivamente approvato dalla Camera entro il 28 febbraio 1999, allora la conversione in legge del decreto-legge all'esame sarebbe inutile, in quanto il disegno di legge all'esame della Camera prevede anch'esso un blocco dell'esecuzione degli sfratti in corso. Se, per contro, la Camera apporterà al predetto disegno di legge ulteriori modifiche, allora è giusto ipotizzare che la definitiva approvazione del disegno di legge non potrà avvenire entro il predetto termine di proroga del 28 febbraio 1999 previsto dal decreto. Peraltro, la Corte costituzionale, ove il decreto all'esame fosse convertito in legge, verrebbe certamente chiamata a pronunziarsi sull'eccezionalità delle condizioni che hanno consentito al Governo la riproposizione del provvedimento all'esame in termini analoghi a quelli di altri precedenti decreti-legge di proroga. Rileva, infatti, che il maggior problema nel settore delle locazioni abitative non è costituito dalla carenza dell'offerta di affitti - che si è accresciuta a seguito della introduzione dei cosiddetti patti in deroga previsti dal decreto-legge 11 luglio 1992, n. 333, convertito in legge 8 agosto 1993, n. 359 - ma la concreta indisponibilità di alloggi per le fasce economicamente più deboli della popolazione, non in grado di far fronte all'elevato costo degli affitti. Si dichiara, in conclusione, contrario alla conversione in legge del decreto-legge.

Anche il senatore CALLEGARO dichiara la propria contrarietà alla conversione del decreto-legge all'esame. Rileva, infatti, che esso si inserisce coerentemente nel quadro della legislazione vigente, da lui reputata eccessivamente penalizzante nei riguardi dei proprietari di immobili e induce i locatari meno corretti ad approfittare della proroga per sottrarsi agli obblighi contrattuali. Constata, inoltre, che i proprietari di immobili non necessariamente si annoverano tra i ceti più abbienti, essendo l'acquisto di una casa spesso collegato ad una scelta di investimento a conclusione dei sacrifici economici di lunghi anni. Esprime, infine, dubbi sulla costituzionalità del decreto stesso.

Il senatore RUSSO sottolinea che il provvedimento, di contenuto limitato, è necessario, in quanto il termine relativo alla concessione dell'assistenza della forza pubblica ai fini dell'esecuzione dei provvedimenti di rilascio di immobili urbani adibiti ad uso abitativo era stato da ultimo prorogato al 31 ottobre 1998, dal decreto-legge. n. 7 del 1998. Contrariamente a quanto affermato dal senatore Antonino Caruso, pertanto, il provvedimento all'esame sarebbe stato non necessario soltanto nel caso in cui il disegno di legge di riforma delle locazioni fosse stato definitivamente approvato dalla Camera dei deputati entro il 31 ottobre. Ciò, invece, non potrà avvenire se non entro il mese di dicembre, essendo attualmente l'altro ramo del Parlamento impegnato nella sessione di bilancio.

Dopo un'interruzione del senatore Antonino CARUSO - il quale precisa di essere contrario non all'emanazione del decreto, ma alla sua conversione in legge - il senatore RUSSO ribatte che, ove il decreto non fosse convertito in legge, perderebbe effetto fin dall'inizio e sarebbe necessario approvare un'apposita disposizione atta a regolare i diritti quesiti e i rapporti pendenti. Dichiara, in conclusione, il voto favorevole del Gruppo dei Democratici di Sinistra - L'Ulivo.

Ha la parola la senatrice SCOPELLITI la quale, nell'annunziare il voto contrario del Gruppo di Forza Italia, rileva che il decreto-legge all'esame contiene, nonostante il titolo, che fa riferimento a disposizioni urgenti per fronteggiare l'eccezionale carenza di disponibilità abitativa, una vera e propria proroga degli sfratti. La proroga non rappresenta, però, il sistema più efficace per far fronte alle necessità abitative e costituisce una ingiusta penalizzazione nei confronti dei proprietari immobiliari, per i quali l'acquisto di un'abitazione rappresenta sovente il contenuto di un investimento a conclusione di diversi anni di risparmi.

Il senatore BERTONI puntualizza preliminarmente che il provvedimento all'esame si riferisce soltanto ai provvedimenti di rilascio per finita locazione e non anche agli sfratti per morosità. Sottolinea, inoltre, che il disegno di legge all'esame ha lo scopo di superare i problemi derivanti dal ritardo parlamentare nell'approvazione del disegno di legge di riforma delle locazioni, avvenuto in conseguenza della crisi di governo. La responsabilità di tale ritardo deve, pertanto, essere imputata in via principale alle forze politiche che hanno determinato la crisi di governo ed in primo luogo al Partito di Rifondazione Comunista.

Il senatore MELONI annunzia il proprio voto favorevole al disegno di legge in discussione.

Il senatore Antonino CARUSO, prendendo la parola sull'ordine dei lavori, fa presente di aver presentato, in occasione della discussione in Senato del disegno di legge di riforma delle locazioni, una interrogazione al Governo (3-02029), al fine di sapere con riferimento ad alcune città campione - fra cui Milano, Bari e Cagliari - quante siano le procedure di sfratto pendenti e non eseguite e quali siano i termini fissati per la loro effettiva esecuzione. Rileva, infatti, che i tempi eccessivamente lunghi delle procedure di rilascio di immobili urbani determinano la conseguenza ulteriore che il locatario non paghi il canone per tutta la durata della procedura esecutiva e che le spese condominiali vadano ad aggravio del condominio. Si augura che quanto prima il Ministro di grazia e giustizia fornisca alla Commissione i dati richiesti.

Il senatore FOLLIERI annunzia il voto favorevole del Gruppo del Partito Popolare Italiano ed aderisce alle osservazioni del senatore Bertoni.

La senatrice SCOPELLITI fa richiesta di conclusione dell'esame del provvedimento nel corso della seduta odierna.

Il presidente PINTO, intervenendo in replica nella sua qualità di relatore facente funzione, rileva, a contrasto delle argomentazioni sostenute dal senatore Antonino Caruso, che nulla impedisce alla Camera dei deputati di giungere ad una sollecita approvazione del disegno di legge di riforma delle locazioni, eventualmente anche a seguito di apposita deroga, concessa dal Presidente di quel ramo del Parlamento, al fine di esaminare il provvedimento in sessione di bilancio. Peraltro, se il termine del 28 febbraio 1999 fissato dal decreto-legge all'esame fosse ritenuto dalla Commissione troppo breve, nulla vieterebbe di fissarne uno più lungo a mezzo di apposito emendamento.

Interviene il sottosegretario di Stato SCOCA, la quale evidenzia come il decreto-legge di cui si propone la conversione contenga un differimento di termini di portata estremamente limitata e finalizzato esclusivamente a garantire lo spazio di tempo necessario per la definitiva approvazione da parte del Parlamento della riforma delle locazioni. Più in generale la rappresentante del Governo rileva come le ripetute proroghe succedutesi nel corso del tempo in materia di blocco dell'esecuzione degli sfratti sono state certamente determinate in origine dall'esigenza di proteggere una fascia di soggetti particolarmente debole, ma hanno però portato ad una situazione che ha finito per favorire anche persone che di una simile protezione non avevano alcun bisogno e che di tali interventi normativi hanno fatto un uso strumentale.

La Commissione conviene, quindi, di fissare per domani, mercoledì 11 alle ore 18 il termine per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge in titolo.

Il seguito dell'esame è poi rinviato.

(1799) Norme in materia di funzioni dei magistrati e valutazione di professionalità, rinviato dall'Assemblea in commissione nella seduta pomeridiana del 15 luglio 1998
(Esame e rinvio)

Riferisce sulla parte di propria competenza il senatore FASSONE, relatore designato unitamente al senatore Valentino. Ricorda che il disegno di legge n. 1799, come peraltro il disegno di legge n. 2107, è stato rinviato in Commissione dall'Assemblea nella seduta pomeridiana del 15 luglio 1998 e richiama l'attenzione sugli aspetti caratterizzanti il testo in precedenza licenziato dalla Commissione in sede referente per il disegno di legge n.1799. Le principali innovazioni rispetto alla normativa vigente sono rappresentate dalla eliminazione della distinzione per qualifiche fra i magistrati e, quindi, dal superamento della situazione attuale in cui l'attribuzione della qualifica è separata dall'effettivo esercizio delle corrispondenti funzioni giurisdizionali; veniva inoltre prevista una maggiore frequenza delle valutazioni di professionalità.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

(2107) MAZZUCA POGGIOLINI. - Norme in materia di valutazione della professionalità dei magistrati e di conferimento delle funzioni giurisdizionali, rinviato dall'Assemblea in Commissione nella seduta pomeridiana del 15 luglio 1998)
(Esame e rinvio)

Il senatore FASSONE riferisce, quindi, sul disegno di legge n. 2107. Ricorda che esso affronta le problematiche del tirocinio degli uditori giudiziari e quella della temporaneità degli uffici direttivi.
Quindi il seguito dell'esame è rinviato.

(1383) SALVI ed altri. - Istituzione di un centro superiore di studi giuridici per la formazione professionale dei magistrati, denominato Scuola nazionale della magistratura, e norme in materia di tirocinio e di distinzione delle funzioni giudicanti e requirenti.
(Esame e rinvio)

Quanto al disegno di legge n. 1383, il relatore FASSONE si sofferma sulle caratteristiche della istituenda Scuola nazionale della magistratura rilevando in particolare le competenze che a questa verrebbero attribuite per quel che riguarda l'organizzazione e la gestione del tirocinio degli uditori giudiziari e la cura dell'aggiornamento e della formazione professionale permanente dei magistrati. Nei disegni di legge in questione la Scuola viene configurata come una istituzione di alta cultura ai sensi dell'articolo 33 della Costituzione.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

(3079) FASSONE ed altri. - Istituzione di un centro superiore di studi giuridici per la formazione professionale dei magistrati, denominato Scuola nazionale della magistratura e norme in materia di tirocinio.
(Esame e rinvio)

Il relatore Fassone illustra quindi il disegno di legge n. 3079 che tratta materia analoga al disegno di legge n. 1383. Sul piano generale e con riferimetno anche agli altri provvedimenti connessi per materia il relatore Fassone fa presente che le problematiche inerenti alla distinzione fra le funzioni giudicanti e le funzioni requirenti saranno affrontate dal relatore Valentino nel suo intervento e che egli intende invece limitare la propria relazione ai profili concernenti la valutazione di professionalità e la formazione dei magistrati, richiamandosi peraltro anche alle considerazioni già svolte sia in Assemblea, sia in occasione del precedente esame in sede referente. Nella prospettiva delle modifiche che potranno eventualmente essere introdotte nel corso del nuovo esame in sede referente, sottolinea quindi la necessità di affrontare il problema della conservazione per i magistrati dell'attuale meccanismo di progressione in carriera a ruolo aperto, un meccanismo che fino ad oggi ha, di fatto, consentito il passaggio alla qualifica superiore del 98,5 per cento dei magistrati interessati al primo scrutinio, dimostrando la sua inidoneità a svolgere una reale funzione selettiva. Di tal che appare comprensibile porsi l'interrogativo se non sia il caso di introdurre forme di limitazione della progressione a ruolo aperto, prevedendo inoltre l'attribuzione ad un organismo diverso dal consiglio giudiziario del compito di acquisizione del complesso degli elementi sulla base dei quali verrà formulata la valutazione di professionalità. Tale organismo potrebbe caratterizzarsi per la sua specifica competenza professionale, per l'indipendenza e per l'ulteriore requisito della «lontananza» rispetto al soggetto da valutare. Occorrerà infine affrontare il problema della integrazione della composizione dei consigli giudiziari con soggetti esterni alla magistratura.

Il presidente PINTO rinvia infine il seguito dell'esame.

La seduta termina alle ore 16,20.