IGIENE E SANITA' (12ª)

MERCOLEDI’ 31 MAGGIO 2000

325ª Seduta

Presidenza del Presidente
CARELLA


Interviene il ministro della sanità Veronesi.

La seduta inizia alle ore 15,20.


IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO

Proposta di nomina del Presidente dell'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico: "Giannina Gaslini" (n. 152)
(Parere al Presidente del Consiglio dei ministri. Esame e rinvio)


Riferisce alla Commissione il presidente CARELLA il quale dà lettura del curriculum del Dottor Ugo Serra del quale viene proposta la conferma della carica di presidente dell'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico Giannina Gaslini di Genova.

La senatrice DANIELE GALDI preannuncia il voto favorevole dei Democratici di Sinistra.

Il senatore TOMASSINI si dichiara perplesso per il fatto che la procedura adottata per la nomina in oggetto, oltretutto proposta dal precedente Governo e non riesaminata dal nuovo, non consente alla Commissione un sufficiente approfondimento circa l'idoneità del Dottor Serra a ricoprire la carica di presidente dell'Istituto. Il Gruppo Forza Italia pertanto non parteciperà alla votazione.

Il senatore MONTELEONE annuncia l'astensione del gruppo di Alleanza Nazionale.

Il senatore VALLETTA annuncia la propria astensione.

Il senatore DE ANNA, in dissenso dal gruppo Forza Italia, annuncia voto contrario in quanto ritiene che anche per le funzioni manageriali, come quella di presidente dell'Istituto Gaslini, debbano valere i limiti di età previsti per i dirigenti del ruolo sanitario. Pertanto non ritiene opportuno confermare nell'incarico un dirigente che ha raggiunto i 65 anni di età.

Il presidente CARELLA rileva che la decisione del Gruppo Forza Italia di non partecipare alla votazione fa venire meno il numero legale previsto dal comma 1 dell'articolo 30 del Regolamento per l'adozione di deliberazione per le quali la Commissione non debba riferire all'Assemblea.

Il seguito dell'esame è pertanto rinviato.


SULLA PUBBLICITA' DEI LAVORI
Il presidente CARELLA avverte che da parte del senatore Tomassini è pervenuta la richiesta, ai sensi dell'articolo 33 del Regolamento, di attivazione dell'impianto audiovisivo, in modo da consentire la speciale forma di pubblicità della seduta ivi prevista. Avverte inoltre che, ove la Commissione aderisca a tale richiesta, il Presidente del Senato ha già preannunciato il suo assenso.

La Commissione accoglie la richiesta e pertanto è adottata la suddetta forma di pubblicità.


PROCEDURE INFORMATIVE
Comunicazioni del Ministro della sanità sugli indirizzi generali della politica del suo Dicastero.

Il presidente CARELLA, a nome di tutta la Commissione, rivolge al ministro Veronesi un saluto e un augurio di proficuo e positivo lavoro.

Il ministro VERONESI, nel ringraziare il presidente per le sue parole, manifesta la propria intenzione di avviare un dialogo costante e proficuo con la Commissione sanità del Senato, che ha dato prova in questi quattro anni di un impegno legislativo particolarmente produttivo.
Nell'illustrare gli indirizzi generali della politica del suo dicastero, egli fa presente di aver assunto l'impegno governativo nella convinzione di poter fornire un contributo allo sviluppo del sistema sanitario italiano partendo dalla propria specifica esperienza di operatore della sanità. In questo senso egli ha ritenuto di dover formulare dei progetti strategici diretti a favorire l'adattamento del sistema sanitario italiano ad una realtà che appare in continuo e rapidissimo mutamento sotto la spinta del progresso tecnico e scientifico; basti pensare ai progressi della genetica che dopo la decodificazione del genoma umano aprono la strada allo sviluppo di una medicina predittiva, allo sviluppo della diagnostica per immagini digitalizzate, al costante progresso della trapiantologia, con tutti i problemi organizzativi ed etici che tale tecnica comporta.
Una prima evidente conseguenza di questo quadro tecnico scientifico in continua e rapida evoluzione è la configurazione di una medicina che, attraverso lo sviluppo della diagnosi precoce, sarà sempre più in grado di garantire da una parte la prevenzione della malattie, e dall'altra la loro cura finalizzata alla promozione della qualità della vita del paziente anche quando non sia possibile la guarigione definitiva. Ciò comporta una differenziazione progressivamente più netta tra la medicina diagnostica e preventiva - che dovrà essere sempre più decentrata sul territorio - e la medicina più strettamente terapeutica e specialistica, che dovrà invece essere sempre più centralizzata in pochi grandi ospedali, anche per massimizzare le economie di scala in relazione alla rapida obsolescenza di apparecchiature sempre più complesse e costose.
Si tratta di una vera e propria rivoluzione culturale che egli ritiene vada affrontata perseguendo tre obiettivi di carattere strategico. Il primo obiettivo deve essere quello di una radicale trasformazione del modello ospedaliero, che punti a ridurre al minimo i tempi di degenza e a valorizzare i servizi resi al paziente, sia di carattere strettamente sanitario sia di natura assistenziale. Da questo punto di vista, ad esempio, deve essere conseguito l'obiettivo di avere in tutti gli ospedali camere singole, in modo da rendere anche possibile la presenza continuativa di parenti o amici, così da venire incontro a quell'esigenza di riservatezza e di serenità che è così vivamente avvertita nel momento della sofferenza. Del resto, contrariamente a quanto si può pensare, questo modello di sistemazione dei pazienti in ospedale lungi dall'aumentare i costi contribuisce a ridurli, dal momento che il parente che condivide il soggiorno del malato rappresenta una sorta di volontario naturale che può sopperire a molti tra i più minuti impegni del personale infermieristico.
Il secondo grande obiettivo deve essere quello della promozione della ricerca scientifica. E' noto che l'Italia è storicamente deficitaria nell'impiego di risorse pubbliche e private nel campo della ricerca scientifica e in particolare biomedica, ciò che si traduce fra l'altro in una deplorevole dipendenza economica e culturale dall'estero. Indubbiamente si è avviato un processo di superamento di questa situazione di arretratezza, in particolare a seguito dell'obiettivo assunto dall'Unione Europea di favorire l'allineamento dei Paesi membri ad una percentuale minima di risorse dedicate alla ricerca, pari al 3 per cento del prodotto interno lordo.
Il Ministro ritiene comunque che la valorizzazione della ricerca biomedica passi per la promozione del momento di raccordo tra la ricerca di laboratorio e la ricerca clinica, compito che potrebbe essere affidato ad un'Agenzia nazionale per la ricerca biomedica, in grado anche di attivare positive sinergie tra il Ministero della sanità e quello dell'università e della ricerca scientifica.
Il terzo grande obiettivo strategico è quello della formazione medica continua.
Si ritiene che attualmente, per effetto della rapidità del progresso scientifico e tecnico, il complesso delle cognizioni mediche si rinnovi mediamente del 50 per cento ogni sette anni. In questa situazione non è più accettabile il fatto che nell'ordinamento sanitario italiano, almeno in teoria, un medico possa continuare ad esercitare la sua professione secondo le cognizioni acquisite all'Università magari decine di anni prima, senza che sia in alcun modo obbligato all'aggiornamento professionale e culturale; certo nella pratica questo non avviene, dal momento che la quasi totalità dei medici è comunque consapevole della necessità di tener dietro alle novità scientifiche, tuttavia ciò non rende meno grave il tradizionale disinteresse degli organi di Governo della sanità verso la razionalizzazione e la promozione della formazione continua.
In realtà, nell'assenza di momenti di programmazione e di controllo, l'aggiornamento professionale e la formazione continua dei medici sono stati in larga misura lasciati all'iniziativa spesso interessata dell'industria farmaceutica. Occorre invece costruire un sistema in cui da una parte i medici siano obbligati a dimostrare il loro percorso di aggiornamento e di formazione, e dall'altra vi sia un'autorità in grado di valutare tali percorsi, ad esempio mediante la previsione di un punteggio minimo di attività formative che ogni anno il medico deve conseguire attraverso i crediti acquisiti con le varie attività di aggiornamento e formazione, a ciascuna delle quali è attribuito un punteggio ponderato.
Il Ministro si sofferma quindi su alcuni problemi di portata meno strategica ma comunque di notevole importanza cui, sia pure nel breve periodo concesso al Governo dal decorso della legislatura, egli si propone di cercare una soluzione. In primo luogo vi è la questione della carenza di talune specialità mediche. E' paradossale come proprio in Italia, nel Paese cioè che detiene di amplissima misura il primato del numero dei medici rispetto alla popolazione generale, molti ospedali versino in gravi difficoltà per carenza di anestesisti. Si tratta di una questione alla quale va trovata soluzione anche tenendo conto dell'insufficienza delle risorse che si è determinata da quando, peraltro giustamente, sono state istituite le borse di studio per gli specializzandi.
Altra questione di primaria importanza è quella dell'incremento della qualificazione del personale infermieristico. A tale ultimo proposito egli osserva come non sia sufficiente garantire una preparazione professionale di elevato livello agli infermieri se poi l'organizzazione ospedaliera non è logisticamente e culturalmente preparata ad utilizzare tale professionalità.
Il Ministro poi manifesta la volontà di promuovere la realizzazione di una rete di hospices per malati in fase terminale e di sviluppare nel sistema ospedaliero una cultura della medicina antalgica e osserva in proposito come ancora oggi gli operatori sanitari tendano a sottovalutare il ruolo della sofferenza fisica nella definizione del quadro clinico dei pazienti.
Infine, nel quadro dello sviluppo del ruolo della prevenzione rispetto a quello della cura e della riabilitazione, il Ministero dovrà impegnarsi per sviluppare la possibilità tecnica di condurre screening di massa della popolazione, specialmente rispetto a quelle malattie, come il tumore alla prostata, che in conseguenza dell'allungamento dell'aspettativa di vita tendono ad assumere progressivamente carattere di malattie sociali, e la cui diagnosi precoce appare particolarmente auspicabile sia per gli individui sia per la riduzione dei costi sociali ed economici delle malattie stesse.

Si apre il dibattito.

Il senatore BRUNI manifesta il più vivo apprezzamento per l'intervento del Ministro ritenendo di poter condividere completamente gli obiettivi indicati nel corso della sua esposizione.
Egli ritiene però che la realizzazione di questo programma lungimirante ed ambizioso non sia in alcun modo possibile nell'attuale quadro politico che vede al Governo la coalizione di centrosinistra. Sulla base della personale esperienza politica che l'ha indotto ad abbandonare la maggioranza per passare al Gruppo Forza Italia, egli ritiene che la coalizione che sostiene l'Esecutivo sia culturalmente e politicamente incapace di sostenere un processo di riqualificazione dell'assistenza sanitaria, come dimostra del resto la scarsa attenzione dimostrata nei confronti di alcuni disegni di legge da lui stesso presentati.
In realtà i Governi che si sono succeduti in questa legislatura hanno imboccato una strada diretta a deprimere la qualità dell'assistenza sanitaria, come l'istituzione dell'attività libero-professionale intramuraria. Egli non è certamente contrario all'esclusività del rapporto tra il medico e l'azienda sanitaria; questa esclusività però va realizzata adottando criteri più ragionevoli di quelli, del tutto punitivi, finora seguiti; in proposito il senatore Bruni chiede al Ministro se non ritenga opportuno istituzionalizzare la possibilità che il medico continui a svolgere l'attività libero-professionale nel proprio ambulatorio privato, sia pure nell'ambito di un rapporto di esclusività con il Servizio sanitario nazionale.

Il senatore DI ORIO esprime in primo luogo, a nome anche dei Democratici di Sinistra, il più vivo apprezzamento per la presenza nel nuovo Governo di centrosinistra del ministro Veronesi, che all'attività scientifica ha sempre affiancato un coerente impegno politico e sociale in senso riformista, come del resto testimoniano le comunicazioni testé rese alla Commissione.
Il senatore Di Orio ritiene peraltro che sia giusto in questa sede ringraziare il ministro uscente Bindi e ricordare l'impulso che ella ha saputo dare ad una importante stagione di impegno per il rinnovamento della sanità italiana, attraverso un progetto diretto a costruire il modello sanitario attorno alle esigenze dei cittadini, anche se ciò ha qualche volta significato uno scontro con consolidati interessi dei diversi potentati che hanno dominato per decenni la sanità italiana.
Il programma illustrato dal ministro Veronesi appare chiaramente ispirato dalla volontà di proseguire e sviluppare questo progetto riformistico, si pensi solo al modello di ospedale del futuro da lui delineato. In proposito va ricordato come la Commissione di inchiesta sul sistema sanitario, già a partire dalla precedente legislatura, ha potuto verificare nel corso dell'indagine sugli ospedali incompiuti i gravissimi effetti, in termini soprattutto di distruzione delle risorse pubbliche, che hanno avuto negli scorsi decenni le politiche clientelari di localizzazione ospedaliera, anche se nel corso dell'ultima legislatura è stato fatto molto rispetto ad una situazione che sei anni fa vedeva presenti in Italia ben 144 ospedali incompiuti, in gran parte sconosciuti allo stesso Ministero.

Il presidente CARELLA fa presente che sta per iniziare la seduta dell'Assemblea. Egli invita pertanto il senatore Di Orio a concludere il suo intervento nella prossima seduta.

Il seguito dell'audizione è pertanto rinviato.

La seduta termina alle ore 16,30.