GIUNTA
per gli affari delle Comunità europee

GIOVEDÌ 6 FEBBRAIO 1997


18a Seduta

Presidenza del Presidente
BEDIN

Interviene il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Bogi.

La seduta inizia alle ore 8,35.

Il Presidente BEDIN porge il benvenuto al senatore Fusillo che entra a far parte della Giunta in sostituzione del senatore Monticone.
(A003 000, C23a, 0001°)

IN SEDE CONSULTIVA
(1780) Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dalla appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - «legge comunitaria» 1995-1996
(Parere alla 1a Commissione. Seguito dell'esame e rinvio)

Riprende l'esame, rinviato nella seduta del 29 gennaio scorso.

Il senatore VERTONE prende spunto dalla presenza del Governo per sollecitarne una presa di posizione in merito alle vivaci polemiche di questi giorni legate ai rapporti del nostro Paese con l'Unione europea. Lamenta che di fronte a tematiche di questa portata e di questa attualità la Giunta si trovi impreparata e che gli argomenti all'ordine del giorno soffrano di un eccesso di formalismo, senza esprimere argomenti legati ad un'effettiva presenza nel processo decisionale comunitario.

La senatrice SQUARCIALUPI concorda sull'esigenza di un ruolo più puntuale della Giunta rispetto alle decisioni comunitarie e sottolinea come altri Parlamenti, in particolare quello francese, abbiano già da tempo espresso le proprie opinioni sul programma di lavoro della Commissione europea per il 1997 che solo in questi giorni la Giunta si è determinata a porre all'ordine del giorno.

Il relatore BESOSTRI, prendendo atto delle osservazioni testè formulate e dichiarando di condividerle, ne trae peraltro conclusioni diverse. A suo avviso, esse sottolineano come occorra da parte del Governo un preciso impegno a seguire la fase di formazione delle norme comunitarie difendendo adeguatamente gli interessi italiani ed evitando di far esplodere le contraddizioni fra diritto nazionale e diritto comunitario nel momento dell'attuazione delle direttive europee. Un esempio in tal senso non si rinviene soltanto nelle tematiche dell'ingresso nella terza fase dell'Unione economica e monetaria (UEM) il cui portato era ben noto fin dall'adozione del Trattato di Maastricht nel 1992, ma anche con riferimento agli effetti sull'occupazione di direttive specifiche, come quella della sicurezza dei posti di lavoro della quale solo in tempi recenti si sono scoperti gli effetti in termini di perdita di occupazione.

Il senatore VERTONE non può che ribadire, alla luce del dibattito, la propria ferma sollecitazione ad un orientamento dei lavori della Giunta più attento alle questioni dell'attualità comunitaria.
Dopo aver, poi, messo in rilievo il comportamento contraddittorio dei molti Governi nazionali che hanno negoziato l'UEM, i quali nello stesso tempo hanno gestito una politica di bilancio del tutto inadeguata, l'oratore mette ancora una volta in luce i pericoli legati ad un indiscriminato trasferimento di sovranità a favore di una euroburocrazia, soprattutto quella della Commissione europea, che nessuno controlla.

Il senatore MANZI evoca la differenza fra l'Italia e la Spagna quanto alla capacità di un'incisiva presenza nelle istituzioni comunitarie, che hanno portato tale ultimo Paese a rivestire ruoli chiave e ad avere una posizione attiva in numerosi eventi. Concorda sulla necessità che il Governo al più presto informi la Giunta sulle questioni emerse nel dibattito odierno.

Il senatore TAPPARO tiene a precisare che in diversi settori normativi come - tra gli altri - le politiche sociali e di tutela dei lavoratori, le norme di provenienza comunitaria non premiano i Paesi in posizione più avanzata, come il nostro, piuttosto allineandosi su una media costruita sull'esperienza di altri Paesi con una ben minore tradizione di tutela dei lavoratori. Fra questi - a suo avviso - anche la Spagna e la Germania. Si tratta - prosegue l'oratore - di portare le specificità del nostro Paese in una situazione dominata dalle lobbies della più varia provenienza e che nell'ambito della formazione del diritto comunitario esplicano un gioco a tutto campo. È quindi questo il vero problema, aggiunge il senatore Tapparo, che deve essere contrastato riproponendo con forza la questione della sovranità e della rappresentatività del Parlamento. In merito, poi, alla presunta migliore performance della Spagna sullo scenario europeo, l'oratore non esclude che tale aspetto sia connesso in prevalenza al forte legame fra la Spagna e la Germania.

Il senatore MAGNALBÒ sottolinea, a sua volta, la disattenzione politica che ha contrassegnato la presenza del nostro Paese nel processo di integrazione europea.
L'oratore sollecita, a sua volta, il Governo a far conoscere alla Giunta quali siano i suoi intendimenti per risolvere questo problema e con quali strumenti vorrà operare.

Il senatore BETTAMIO, nel rilevare che il dibattito si è avviato su tematiche non direttamente legate all'esame del disegno di «legge comunitaria», dichiara di condividere l'esigenza di sintonizzare la Giunta sugli aspetti della vera attualità comunitaria. Si dice inoltre convinto della necessità di verificare quale sia il ruolo del nostro Paese nell'ambito del funzionamento dell'Unione europea e sulle funzioni svolte dalla burocrazia. In tale ottica la Giunta dovrà avere un ruolo di stimolo rispetto ai Ministri competenti.

Il Presidente BEDIN, nel dichiarare di condividere pienamente le osservazioni emerse dal dibattito aggiunge che, a riprova del disinteresse con il quale il nostro Paese vive la sua partecipazione all'Unione europea, anche il tema delle riforme istituzionali ha mancato di arricchirsi degli aspetti legati ai rapporti fra l'Italia e l'Unione europea. Ritiene che su questo versante la Giunta dovrebbe rappresentare un foro di riflessione.
Propone, pertanto, di dedicare le due sedute della prossima settimana a costruire una cornice di riferimento per tutti gli spunti problematici messi oggi in evidenza.

Il senatore NAVA coglie l'occasione della presenza del rappresentante del Governo per sollecitarne un ruolo attivo nelle tematiche di grande rilievo evocate nella seduta odierna e che emergono periodicamente nei lavori della Giunta senza peraltro portare a risultati concreti.
Ritiene che occorra al più presto un passaggio parlamentare dell'Esecutivo sia per riavviare il confronto fra Governo e Parlamento sul tema della costruzione europea - non solo quella monetaria - che per iniziare un serio dibattito sulla ricaduta istituzionale della partecipazione dell'Italia all'Unione europea, tema senza il quale la riforma istituzionale non potrà essere completa.

Il relatore BESOSTRI prende atto che il dibattito si è allontanato dai temi più puntuali del provvedimento all'ordine del giorno. Tuttavia si dichiara convinto che tale appuntamento chiarificatore non poteva essere eluso e che abbia una sua effettiva funzionalità rispetto all'esame del disegno di «legge comunitaria».
Dopo aver dichiarato di valutare positivamente il disegno di «legge comunitaria» laddove esso propone di recepire moltissime direttive che hanno un termine di attuazione non scaduto, non può fare a meno di osservare come, di converso, direttive importanti e che già avrebbero dovuto essere recepite, come quella sull'inquinamento atmosferico dei veicoli a motore (96/69/CE) o l'altra sugli apparecchi e sistemi di protezione destinati a essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva (94/9/CE), non siano invece presenti nel provvedimento in titolo e di tale scelta vorrebbe che il Governo menzionasse la ragione. Vorrebbe, poi, conoscere il motivo per cui si propone di abrogare l'articolo 10 della legge n. 183 del 1987, secondo quanto previsto dall'articolo 10, comma 4 del provvedimento in esame. Ritiene altresì che sarebbe utile sapere quanto sia stata attuata la norma contenuta nella legge di cui sopra, all'articolo 9, che impone al Governo di informare gli enti locali in merito alla presentazione di una proposta di atto normativo comunitario.
Dopo aver ribadito che il Governo deve mettere il Parlamento in grado di svolgere efficacemente il proprio ruolo nell'esame preventivo dell'attività dell'Unione, il relatore Besostri osserva che sia sotto il profilo dell'efficacia dei flussi informativi che per quanto riguarda le procedure interne del Senato tale aspetto deve essere sicuramente migliorato. Manca inoltre - a suo avviso - da parte del Governo un efficace sistema di informazione in merito alle direttive approvate definitivamente, che metta i parlamentari in condizione di esercitare l'iniziativa legislativa per proporre disegni di legge di recepimento ad hoc.

La senatrice SQUARCIALUPI vorrebbe, per il tramite della Giunta, far pervenire al Governo contributi anche in relazione ai lavori di revisione del Trattato di Maastricht, in particolare sulle questioni della creazione di un Segretariato generale per la politica estera e di sicurezza comune e della cosiddetta cooperazione rafforzata.

Replica il rappresentante del Governo.

Il sottosegretario BOGI, nel prendere atto che l'andamento del dibattito ha messo in evidenza esigenze che ritiene pienamente condivisibili, ricorda che il 31 gennaio scorso il Governo ha trasmesso al Senato la relazione semestrale prevista dall'articolo 7 della legge n. 86 del 1989 (doc. LXXXVII, n. 2). Tale documento -prosegue il sottosegretario Bogi - si sofferma in modo particolare sul programma della Presidenza di turno olandese, illustrandolo con note esplicative che intendono mettere il Senato in condizione di valutare le proposte comunitarie che saranno affrontate fino al prossimo giugno e, conseguentemente, gli effetti prevedibili rispetto al sistema normativo nazionale. Si augura che da tale ulteriore sforzo che il Governo ha doverosamente effettuato per un'informazione più precoce e mirata del Senato, prenda avvio quella maggiore parlamentarizzazione delle decisioni comunitarie che da tutti gli intervenuti è stata sollecitata e che egli non può che condividere.
Dichiara, comunque, la propria disponibilità a proseguire nelle sedute che si terranno la prossima settimana il dibattito oggi avviato.
Il seguito dell'esame è, quindi, rinviato.

(1926) Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 1996, n. 670, recante proroga di termini
(Parere alla 1a Commissione: rinvio del seguito dell'esame)

Su proposta del presidente BEDIN, la Giunta conviene di rinviare il seguito dell'esame.

(1918) Norme in materia di promozione dell'occupazione
(Parere all'11a Commissione: rinvio dell'esame)

Su proposta del presidente BEDIN, la Giunta conviene di rinviare l'esame del provvedimento in titolo.

(1863) Classificazione delle carcasse bovine in applicazione di regolamenti comunitari
(Parere alla 9a Commissione: rinvio dell'esame)

Su proposta del presidente BEDIN, la Giunta conviene di rinviare l'esame del provvedimento in titolo .

MATERIE DI COMPETENZA
Programma di lavoro della Commissione europea per il 1997
(Rinvio del seguito dell'esame)
(R050 001, C23a, 0001°)

Su proposta del presidente BEDIN, la Giunta conviene di rinviare il seguito dell'esame, sospeso nella seduta del 22 gennaio scorso.

La seduta termina alle ore 9,20.