GIUNTA
per gli affari delle Comunità europee



martedì 28 aprile 1998

83a Seduta

Presidenza del Presidente

BEDIN








La seduta inizia alle ore 12,45.



IN SEDE CONSULTIVA



(Doc. LVII, n. 3) Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 1999-2001
(Esame, ai sensi dell'articolo 125-bis del Regolamento. Parere alla 5a Commissione: favorevole con osservazioni)


Il presidente relatore BEDIN rileva in primo luogo il carattere innovativo del documento di programmazione economico-finanziaria 1999-2001 che, grazie all'aggancio con l'Europa ed alle prospettive che essa apre, assume quale obiettivo prioritario il sostegno dello sviluppo di medio periodo dell'attività produttiva e la creazione di nuovi posti di lavoro. In altri termini si imposta un discorso di politica economica non più compresso dal vincolo di manovre quantitative di notevole entità, come é avvenuto negli ultimi anni, e che, come ha osservato il ministro Ciampi, premia la qualità rispetto alla quantità.
Il documento si inserisce nel patto di stabilità e crescita che, passando attraverso l'accertamento della corrispondenza ai parametri di Maastricht, pone i paesi partecipanti alla moneta unica nella posizione di impegnarsi per avere un futuro di stabilità e crescita. Al riguardo l'oratore sottolinea come il documento, confermando l'impegno a proseguire sulla strada che porta ad un effettivo federalismo fiscale, affermi la necessità di un "patto di stabilità" interno all'Italia. Gli impegni assunti dall'Italia nei confronti dell'Unione europea con il patto di stabilità e crescita, infatti, definiscono vincoli di saldi di bilancio delle Pubbliche amministrazioni, che richiedono comportamenti coerenti da parte di tutti i soggetti pubblici, Stato, Regioni, Enti locali ed Enti pubblici. Ciò implica la condivisione degli obiettivi, la presa di coscienza degli effetti delle rispettive politiche di bilancio e la definizione di garanzie reciproche. A tal fine con il DPEF il Governo apre con il sistema delle autonomie e con il Parlamento una fase di dibattito e di ricerca di una soluzione operativa rispettosa sia dell'interesse del paese sia delle sfere di autonomia, tenendo conto che ogni sforamento del patto di stabilità avrà ripercussioni su tutti e potrà comportare l'applicazione all'Italia delle sanzioni previste dal patto stesso.
L'oratore rileva tra gli altri elementi che caratterizzano il DPEF la scelta di indicare l'occupazione come obiettivo della programmazione economico-finanziaria nel triennio, obiettivo coerente con gli impegni assunti con l'Unione europea in occasione del recente Vertice di Lussemburgo.
Il Presidente relatore osserva tuttavia come, dal punto di vista dei profili comunitari, il DPEF trascuri le prospettive aperte dall'Agenda 2000, in merito alla riforma delle politiche strutturali dell'Unione europea, soffermandosi esclusivamente sulla valutazione dei risultati fin qui conseguiti nell'utilizzo dei Fondi strutturali. Considerando che il periodo di riferimento del DPEF comprende anche gli anni 2000 e 2001, che rientrano nel periodo di programmazione dei nuovi fondi strutturali, che andranno dal 2000 al 2006, sarebbe stato invece opportuno un maggiore approfondimento di tale scenario anche in termini di programmazione interna delle agevolazioni tributarie e contributive, di altri incentivi per le zone depresse e di misure sostitutive o di accompagnamento degli interventi comunitari.
Il documento appare invece più dettagliato in relazione alla politica agricola, soffermandosi sulla riforma della politica agricola comune, e rilevando le interconnessioni di tale settore con il processo di ampliamento dell'Unione europea e con uno sviluppo delle infrastrutture e dei servizi idoneo ad annullare il differenziale oggi esistente fra l'Italia ed altri paesi europei. L'oratore illustra altresì come il DPEF includa un opportuno riferimento al Consiglio europeo straordinario sull'occupazione tenutosi a Lussemburgo in relazione alle risorse della Banca europea per gli investimenti (BEI) attivabili per il finanziamento infrastrutturale ed il sostegno alle piccole e medie imprese. Con l'istituzione del programma speciale di Amsterdam (PASA) la BEI ha inoltre ampliato il suo campo di intervento anche ai settori della sanità e ricerca precedentemente esclusi. Per quanto concerne l'impiego delle risorse comunitarie il DPEF espone i progressi compiuti dal 1996, quando la percentuale di utilizzo corrispondeva al 7,9 per cento, alla fase attuale, in cui si prevede di raggiungere l'obiettivo del 55 per cento fino a conseguire, nel prossimo triennio, obiettivi annuali di spesa tali da consentire l'assorbimento del totale delle risorse disponibili.
L'oratore rileva infine come, fra i parametri di confronto per valutare la conformità del DPEF con le indicazioni dell'Unione europea, figurino - una volta acquisita l'ammissione alla moneta unica, che presuppone anche il rispetto dei requisiti stabiliti dal Trattato di Maastricht in termini di legislazione sulla Banca centrale e di andamento dei tassi di inflazione, di interesse e e di cambio - le relazioni della Commissione europea e dell'Istituto monetario europeo (IME) sulla convergenza. La Commissione europea, in particolare, con la relazione sulla convergenza nel 1998, presentata il 25 marzo 1998, dopo avere valutato l'evoluzione dei conti pubblici e le indicazioni preliminari fornite dal Governo italiano per il prossimo triennio, ha chiesto al Consiglio dei ministri di abrogare la decisione relativa all'esistenza di un disavanzo eccessivo in Italia, assunta il 26 settembre 1994, e di raccomandare a sua volta al Consiglio europeo di confermare, il prossimo 1° maggio, che l'Italia soddisfa le condizioni necessarie per l'adozione della moneta unica il prossimo 1° gennaio 1999. Considerando che le indicazioni del DPEF corrispondono agli impegni assunti con l'Unione europea in termini di riduzione del disavanzo e del debito pubblico in rapporto al prodotto interno lordo (PIL), i quali sono stati giudicati positivamente dalla Commissione europea e dall'IME, la Giunta non può che esprimere, per tali aspetti, un giudizio favorevole. Occorre rilevare, tuttavia, che il rapporto sulla convergenza presentato dall'IME, che pure esprime parere positivo sull'ammissione dell'Italia all'euro, in considerazione del trend democrafico segnala un significativo aumento della spesa previdenziale pubblica rispetto al PIL, a partire dal 2010, nell'ipotesi che le politiche concernenti i trattamenti previdenziali rimangano invariate. Pur ponendo attenzione a tale dato occorre precisare che il suddetto orizzonte si colloca ben oltre il periodo di riferimento del DPEF.
In considerazione della coerenza interna del Documento e dei positivi giudizi della Commissione europea e dell'IME il presidente relatore propone pertanto di esprimere sul DPEF un parere favorevole con le osservazioni esposte.
La Giunta, quindi, conferisce mandato al Presidente relatore a redigere un parere nei termini emersi.
La seduta termina alle ore 13,10.