GIUNTA
per gli affari delle Comunità europee
MERCOLEDÌ 17 DICEMBRE 1997

62a Seduta
Presidenza del Presidente
BEDIN

La seduta inizia alle ore 8,30.

IN SEDE CONSULTIVA
(2942) Interventi per la ristrutturazione dell'autotrasporto e lo sviluppo dell'intermodalità, approvato dalla Camera dei deputati
(Parere alla 8a Commissione: favorevole)

Riferisce alla Giunta il relatore TAPPARO il quale illustra il lungo iter che ha caratterizzato il provvedimento in titolo, già approvato dalla Camera dei deputati. Al riguardo l'oratore segnala in particolare le osservazioni formulate dalla Commissione sull'Unione europea dell'altro ramo del Parlamento, che sono state sostanzialmente recepite nel testo approvato dalla Commissione trasporti. Il disegno di legge è volto ad una revisione della disciplina sull'autotrasporto merci provvedendo ad una risistemazione di numerosi interventi che si sono succeduti dal 1947, disponendo taluni incentivi nel rispetto della normativa comunitaria, anche al fine di ridurre la capacità di carico del settore, che è in eccesso rispetto alle esigenze del mercato, e favorendo l'aggregazione tra le imprese e la riduzione del numero di imprese monoveicolari. In conformità con le indicazioni comunitarie, le forme di intervento previste non costituiscono conferimenti alla crescita del capitale sociale ma un contributo al primo impianto infrastrutturale.
Il relatore rileva come un altro aspetto rilevante sia costituito dalla valorizzazione, tenendo conto degli indirizzi dell'Unione europea, del trasporto intermodale nella prospettiva di ottimizzare i costi del settore ma anche di ridurre l'impatto ambientale ed aumentare la sicurezza della circolazione. Al riguardo specifici provvedimenti comunitari prevedono interventi di sostegno per l'acquisto di autoveicoli che assicurino una maggiore sicurezza ed una ridotta quantità di emissioni inquinanti.
Con il disegno di legge in titolo viene inoltre istituito un comitato per l'autotrasporto che, svolgendo una verifica sull'attuazione della legge, offrirà anche un contributo apprezzabile al Parlamento. L'oratore sottolinea altresì come tale provvedimento, che favorisce una ristrutturazione delle imprese del settore per affrontare più adeguatamente la concorrenza internazionale, sia frutto della laboriosa ricerca di soluzioni più compatibili con la normativa comunitaria rispetto al testo inizialmente presentato presso l'altro ramo del Parlamento. Su tale materia, peraltro, è intervenuta duramente in passato la Commissione europea chiedendo al Governo di sospendere il regime di aiuto alla ristrutturazione del settore trasporti stradali in quanto in contrasto con la normativa sulla concorrenza.
Considerando pertanto le modifiche introdotte nel testo originario del disegno di legge presentato dal Governo al fine di tener conto dei rapporti con l'Unione europea il relatore propone di esprimere un parere favorevole senza osservazioni. Egli sottolinea tuttavia l'auspicio che si avvii un'attività di programmazione dei centri intermodali evitando gli sprechi di risorse connessi ad una moltiplicazione disordinata di aree industriali attrezzate e rafforzando altresì le competenze delle Regioni in materia di programmazione e dislocazione degli interventi di sostegno.
La Giunta, pertanto, conferisce mandato al relatore a redigere un parere nei termini esposti.

AFFARI ASSEGNATI
Comunicazione della Commissione delle Comunità europee del 15 luglio 1997 su «Agenda 2000 - per un'Unione più forte e più ampia» (COM (97) 2000 def.)
(Esame e rinvio)
(R142 001, C23a, 0006°) (R048 000, C23a, 0002°)

Il Presidente BEDIN, sottolineando l'importanza e la complessità del documento in titolo, con cui viene avviato l'esame degli atti preparatori della legislazione comunitaria, informa la Giunta di aver ritenuto opportuno designare due relatori, i senatori Nava e Pappalardo, cui cede la parola affinchè illustrino il programma di lavoro che intendono seguire.

Il relatore PAPPALARDO propone, anche a nome del relatore Nava, di svolgere una breve indagine conoscitiva onde approfondire l'informazione della Giunta sulle varie materie affrontate dal documento in titolo. Considerando che la Giunta ha già avuto modo di affrontare taluni aspetti connessi all'atto in esame - ascoltando in altra sede il sottosegretario al tesoro Pinza, sugli aspetti monetari, e il ministro degli affari esteri Dini, sulle prospettive dell'allargamento - l'indagine si potrebbe incentrare su un numero ridotto di audizioni attinenti l'Agenda 2000 e le prospettive delle politiche strutturali, della politica agricola e delle politiche di coesione sociale.

Il presidente BEDIN chiede alla Giunta di esprimersi sulla proposta del relatore onde definire nell'Ufficio di presidenza il programma dettagliato delle audizioni e chiedere la relativa autorizzazione al Presidente del Senato.

La senatrice SQUARCIALUPI conviene sulla proposta del relatore Pappalardo ma chiede di invertire l'ordine delle priorità politiche affrontando in primo luogo i temi agricoli e, successivamente, i Fondi strutturali e la coesione sociale.

Il senatore VERTONE GRIMALDI sottolinea l'importanza di acquisire informazioni aggiornate anche sullo sviluppo dei negoziati sulla nomina del nuovo Governatore della Banca centrale europea, che avrà una enorme incidenza sulla partecipazione dell'Italia all'Unione economica e monetaria.

Il senatore MAGNALBÒ rileva l'esigenza di approfondire ulteriormente la questione dell'introduzione dell'EURO.

La senatrice SQUARCIALUPI rileva come i problemi, pure importanti, prospettati dai senatori Vertone Grimaldi e Magnalbò attengano questioni specifiche laddove, in relazione all'Agenda 2000 si tratti di svolgere un programma articolato.

Il presidente BEDIN conviene con le osservazioni della senatrice Squarcialupi rilevando come le problematiche sollevate dai senatori Vertone Grimaldi e Magnalbò siano state già affrontate nell'indagine in corso, con le audizioni del sottosegretario Pinza, del commissario Monti e dei rappresentanti della Banca d'Italia e di altre istituzioni, e chiede alla Giunta di pronunciarsi sull'avvio di una nuova indagine specificamente incentrata sull'Agenda 2000, iniziativa che non esclude che alla ripresa dei lavori, dopo la pausa natalizia, si svolga una nuova audizione della Banca d'Italia per chiedere chiarimenti sugli sviluppi dell'Unione monetaria.
La Giunta approva, infine, l'avvio di una nuova indagine nei termini indicati dal Presidente Bedin e dal relatore Pappalardo, conferendo mandato al Presidente a richiedere la relativa autorizzazione al Presidente del Senato sulla base del programma dettagliato che sarà definito dall'Ufficio di Presidenza.

(278) CUSIMANO ed altri. - Modifiche all'ordinamento dei Consorzi agrari
(1633) FUSILLO e BEDIN. - Nuovo ordinamento dei Consorzi agrari e servizi di sviluppo in agricoltura
(2274) Nuovo ordinamento dei Consorzi agrari
(2630) LA LOGGIA ed altri. - Riforma dell'ordinamento dei consorzi agrari
(Esame congiunto e rinvio. Parere alla 9a Commissione)

Sui disegni di legge in titolo riferisce congiuntamente il Presidente relatore BEDIN il quale, rilevando come il Governo abbia preannunciato la presentazione di un nuovo provvedimento legislativo inerente anche la riforma dell'AIMA, propone di rinviare l'esame in attesa del nuovo testo per valutare se procedere ad un esame congiunto.
Conviene la Giunta sulla proposta del Presidente relatore. L'esame dei provvedimenti in titolo è pertanto rinviato.

(1522) Competenze professionali dei geometri nel settore delle costruzioni delle strutture e dell'urbanistica
(1891) BOSI. - Competenze professionali dei geometri e dei periti industriali edili nei settori delle costruzioni, delle strutture e dell'urbanistica
(Esame congiunto e rinvio. Parere alla 8a Commissione)

Sui disegni di legge in titolo riferisce congiuntamente il presidente relatore BEDIN rilevando come essi, sostanzialmente analoghi nella struttura, si propongano di disciplinare l'attività dei geometri nel campo degli edifici pubblici o privati, nonchè delle costruzioni civili, sportive, artigianali, industriali, commerciali, rurali ed agricole, igienico-sanitarie e funerarie, in materia urbanistica e di arredo urbano, e le funzioni peritali ed arbitrali, della topografia e dell'estimo. Tale disciplina è resa necessaria dal fatto che gli ordinamenti professionali dei geometri e dei periti industriali risalgono a due regi decreti del 1929, che assumono a criterio di riferimento degli ordinamenti stessi un dato assolutamente generico e metagiuridico quale la «modestia» dell'opera, determinando un'inevitabile varietà di soluzioni per quanto attiene all'attribuzione delle competenze.
Al riguardo l'oratore rileva come l'insufficienza del concetto di «modeste costruzioni», come dell'impianto tutto dei regi decreti, è resa ancor più evidente dal fatto che i programmi di studio hanno subito nel tempo notevoli modificazioni, comportando un sicuro arricchimento della preparazione scolastica integrata, dal punto di vista professionale, dall'introduzione del praticantato e dell'esame di abilitazione, che necessitano anch'essi di un riconoscimento normativo. L'articolato dei due disegni di legge si riallaccia peraltro al testo licenziato dalla Commissione lavori pubblici del Senato durante la scorsa legislatura il cui iter è rimasto incompleto.
Per quanto attiene ai profili comunitari, il Presidente relatore si sofferma sulle norme, di cui all'articolo 8 del disegno di legge 1522 e all'articolo 6 del disegno di legge 1891, riguardanti l'iscrizione all'albo professionale e l'istituzione di corsi di diploma universitario della durata di tre anni. Essi prevedono che l'ordinamento didattico dei corsi assicuri una preparazione in tutti i settori di competenza nel rispetto della normativa comunitaria vigente in materia, in particolare delle direttive 89/48/CEE e 92/51/CEE. Il Governo è inoltre delegato ad emanare uno o più decreti legislativi diretti a disciplinare l'ordinamento della professione di geometra, consentendo l'iscrizione all'albo professionale e l'esercizio della libera professione di geometra a chi sia in possesso della maturità tecnica di geometra, del diploma universitario di geometra e dell'abilitazione professionale, a chi abbia conseguito l'abilitazione professionale prima dell'istituzione del diploma universitario di geometra ed a chi abbia avviato il proprio periodo di pratica o di attività tecnica subordinata, culminante nell'abilitazione, prima dell'istituzione del diploma universitario.
L'oratore precisa altresì come le due direttive richiamate definiscano un sistema generale di riconoscimento dei diplomi di istruzione superiore che sanzionano una formazione professionale. Nella definizione introdotta dall'art. 1 della direttiva 89/48, si può intendere per diploma indifferentemente l'esito di un ciclo di studi post-secondari di durata minima di tre anni oppure di durata equivalente a tempo parziale, in un'università o in un istituto di istruzione superiore o in un altro istituto dello stesso livello di formazione. L'articolo 3 della stessa direttiva prevede che quanto nello Stato membro ospitante l'accesso o l'esercizio di una professione regolamentata è subordinato al possesso di un diploma, l'autorità competente non possa rifiutare ad un cittadino di un altro Stato membro, per mancanza di qualifiche, l'esercizio di tale professione, alle stesse condizioni che vengono applicate ai propri cittadini. Condizione per l'accesso alla professione da parte di cittadini di altri Stati membri è il possesso di analogo diploma prescritto nel proprio Stato di appartenenza o, laddove tale diploma non sia condizione per l'accesso alla professione, l'esercizio di tale professione per almeno due anni negli ultimi dieci e il possesso di uno o più titoli di formazione.
Il Presidente relatore rileva inoltre come l'introduzione di un diploma universitario come nuova condizione di acceso alla professione dovrebbe comportare una modifica degli allegati della direttiva 92/51, recanti gli elenchi dei cicli di formazione. Allo stato attuale, l'allegato C della direttiva 92/51 include all'interno dei cicli di formazione quello di geometra, in quanto ciclo di studi tecnici secondari della durata complessiva di almeno tredici anni, di cui otto di scolarità obbligatoria più cinque anni di studi secondari completati da un tirocinio pratico di almeno due anni in un ufficio professionale, ovvero da un'esperienza professionale di cinque anni. Al riguardo appare indubbio che l'istituzione di un diploma universitario rappresenta un ulteriore fattore di crescita professionale.
L'oratore osserva tuttavia come il richiamo alle direttive 89/48 e 92/51 sembri, in ambedue i disegni di legge, generico e limitato all'istituzione del nuovo diploma. Non viene fatto alcun riferimento al sistema di riconoscimento dei diplomi e di accesso alla professione da parte di cittadini di altri Stati membri. A tale proposito il Presidente relatore Bedin ricorda che le tre fattispecie previste per l'iscrizione all'ordine e per l'esercizio della professione non corrispondono a quelle che, sempre secondo il dettato delle direttive, sono le esigenze che uno Stato ospitante può avanzare nel caso in cui la formazione ricevuta dal cittadino di altro paese comunitario che voglia esercitare la professione di geometra verta su materie sostanzialmente diverse da quelle contemplate. In tal caso è esigibile il compimento di un tirocinio di adattamento o, in alternativa, l'effettuazione di una prova attitudinale. L'oratore, pertanto, conclude proponendo di esprimere parere favorevole con le osservazioni menzionate in merito al riconoscimento dei diplomi ed all'accesso alla professione di cittadini di altri Stati membri dell'Unione europea.

Il senatore MAGNALBÒ chiede se in relazione all'esame dei provvedimenti in titolo siano stati ascoltati gli ordini professionali.

Il presidente relatore BEDIN dichiara che, per quanto di sua conoscenza, il collegio nazionale dei geometri non dovrebbe opporre riserve sulle osservazioni esposte.

Il senatore PAPPALARDO chiede che nel parere venga posta particolare evidenza alle osservazioni formulate dal Presidente relatore e sottolinea la propria perplessità per il fatto che si continui a legiferare sui vari ordini professionali senza definire dei criteri generali per quanto concerne la disciplina delle professioni. Tale comportamento allontana sempre più l'Italia dall'Europa, dove non si riscontrano istituti paragonabili ai nostri albi e ordini professionali ed agli obblighi connessi in termini di tirocinio e prove attitudinali. Nel resto d'Europa, infatti, la titolarità del diploma richiesto è condizione sufficiente per l'esercizio della professione e gli eventuali organismi professionali svolgono essenzialmente funzioni di promozione pubblicitaria, giacchè sono assenti i vincoli propri dell'ordinamento italiano, quali la definizione di tariffe minime.
L'oratore rileva pertanto l'esigenza di andare oltre i provvedimenti specifici, che non favoriscono l'adeguamento dell'Italia all'Europa, al fine di definire una normativa quadro che si faccia carico di recepire anche le disposizioni comunitarie applicabili al settore e di accertare se l'istituzione di nuovi ordini risponda all'esigenza di tutelare un interesse pubblico. Al riguardo è demoralizzante che si pronunci in tal senso un organismo tecnico, quale l'Autorità antitrust, e non il Parlamento.

Il senatore VERTONE GRIMALDI rileva come gli organismi professionali siano un residuo delle corporazioni medievali.

Il senatore BETTAMIO concorda pienamente con il senatore Pappalardo e rileva come attualmente siano stati sottoposti all'esame del Senato provvedimenti specifici concernenti almeno quattro categorie di professionisti: i giornalisti, gli odontoiatri, i fisioterapisti ed i geometri. Al riguardo l'oratore sottolinea come sia necessario svolgere un approfondimento globale della materia, con particolare riferimento agli orientamenti che emergono negli altri Stati membri dell'Unione europea ed alla compatibilità con il diritto comunitario. In tale ambito si assiste anche ad uno scontro di interessi tra gli organismi che tutelano figure professionali tradizionali, quali gli ordini dei medici, e quelli volti a rappresentare nuove figure professionali di carattere specialistico.
A tale proposito l'oratore propone di svolgere un esame approfondito valutando in sede di Ufficio di Presidenza se sia possibile ed opportuno commissionare eventualmente uno specifico studio anche per quanto concerne i profili comparati.

Il senatore TAPPARO sottolinea il proprio dissenso su alcune delle osservazioni enunciate pur riconoscendo l'inadeguatezza degli ordini professionali rispetto all'esigenza di garantire il rispetto di criteri deontologici e riscontrando taluni atteggiamenti improntati alla difesa di poteri corporativi, come, ad esempio, nel caso dell'ordine forense. Il problema, tuttavia, è quello di non accedere ad una totale liberalizzazione in quanto la semplice soppressione di forme di tirocinio e di preparazione specifica costituirebbe una soluzione superficiale. L'effettivo esercizio della professione, infatti, non è riconducibile semplicemente alla facoltà di aprire uno studio bensì alla reale esigenza di conquistare i clienti. L'abolizione di forme di tutela per i singoli professionisti potrebbe comportare la progressiva affermazione sul mercato delle grandi società che, per via delle economie di scala, offrono servizi professionali a prezzi ridotti. Tale processo subordinerebbe l'accesso effettivo alla professione all'assunzione dei giovani professionisti da parte delle grandi società, procedimento non certo più trasparente e qualitativamente garantito rispetto alle deprecate procedure di verifica per l'ammissione negli albi professionali. Le grandi strutture, peraltro, sono solite fornire dei servizi improntati ad un approccio di natura burocratica e connotati da scarsa progettualità. Alle imprese minori resterebbero quindi riservate solo aree marginali del mercato, quali le zone geografiche rurali.
L'oratore rileva, pertanto, come la soppressione degli ordini possa comportare degli svantaggi superiori ai benefici.

Il senatore MAGNALBÒ conviene sia con il senatore Tapparo, condividendo l'opinione che la soppressione degli ordini professionali comporti notevoli conseguenze negative, sia con il senatore Bettamio, per quanto concerne l'esigenza di avviare una riflessione sulla questione della disciplina generale delle professioni. Al riguardo sarebbe altresì opportuno acquisire i risultati dello studio condotto dal Ministero di grazia e giustizia in vista dell'elaborazione di un provvedimento quadro sulle professioni. L'oratore condivide in particolare con il senatore Bettamio l'opinione che il problema debba essere affrontato nella sua globalità, per tener conto anche della prospettiva europea e internazionale.

Il senatore BETTAMIO precisa l'esigenza di tener distinti i profili di merito, quali le prospettive evolutive delle professioni, e la verifica della compatibilità con il diritto comunitario e con la prassi vigente negli Stati membri dell'Unione europea, che potrebbe essere oggetto di approfondimento da parte della Giunta.

Il senatore VERTONE GRIMALDI chiede se tale approfondimento possa condurre ad una definizione omogenea delle professioni in tutta Europa.

Il presidente BEDIN concorda con quanto detto dai senatori Pappalardo e Bettamio e propone, pertanto, di rinviare l'esame dei disegni di legge in titolo onde definire in Ufficio di Presidenza le modalità per approfondire le suddette problematiche.
Conviene la Giunta sulla proposta di rinviare l'esame.

(2935) Interventi nel settore dei trasporti ferroviari e marittimi
(Parere alla 8a Commissione: favorevole)

Riferisce alla Giunta il relatore VENTUCCI il quale, esprimendo perplessità per le caratteristiche eccessivamente localistiche del provvedimento in titolo, che sembra privilegiare l'area genovese, si sofferma sui profili comunitari in relazione ai quali, peraltro, non si riscontrano problemi. Al riguardo, uno dei punti di maggiore interesse è costituito dalla norma, di cui all'articolo 5, comma 1, che esclude l'IVA sugli importi e le compensazioni, a carico dello Stato o delle Regioni , previsti nei contratti di servizio connessi al trasporto pubblico. Viene esentato da ogni imposta o tassa anche il trasferimento dallo Stato alle Regioni dei beni ed impianti concernenti servizi ferroviari di interesse regionale e locale. Al riguardo non si rilevano problemi di compatibilità con la normativa comunitaria e, in particolare, con quanto previsto dai regolamenti (CEE) n. 1191/69 e n. 1893/91, sugli obblighi inerenti la nozione di servizio pubblico nel settore dei trasporti nonchè, più in generale, con le disposizioni comunitarie in materia di tutela della concorrenza.
Rilevando le proprie personali perplessità su disposizioni di dettaglio, quali l'assunzione, ai sensi dell'articolo 4, di venti unità di personale - che pur essendo disposta per dare esecuzione alla direttiva 92/106/CEE, sui trasporti combinati, appare in contraddizione con gli interventi in materia di personale delle Ferrovie disposti in altra sede - e la proroga della concessione di esercizio della linea ferroviaria Principe-Granarolo, di cui all'articolo 6, l'oratore propone di esprimere, per quanto di competenza della Giunta, parere favorevole, non ravvisando alcuna osservazione inerente i rapporti con l'Unione europea.
La Giunta, pertanto, conferisce mandato al relatore ad esprimere un parere favorevole.

SCONVOCAZIONE DELLA GIUNTA

Il presidente BEDIN informa la Giunta che la seduta già convocata giovedì 18 dicembre alle ore 8,30 non avrà più luogo.

La seduta termina alle ore 9,25.