IGIENE E SANITA' (12ª)

GIOVEDI’ 8 GIUGNO 2000

327ª Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente
CARELLA

Interviene il sottosegretario di Stato per la sanità Fumagalli Carulli.

La seduta inizia alle ore 8,40.

SUL PROCESSO VERBALE DELLA SEDUTA DEL 31 MAGGIO 2000

Il senatore BRUNI chiede che il resoconto sommario dell'intervento da lui pronunciato nella seduta della Commissione del 31 maggio scorso, nella quale è stata svolta l'audizione del ministro Veronesi, sia integrato con il riferimento ai due specifici quesiti da lui posti al ministro, dei quali viceversa non si fa menzione nel citato resoconto.
Si tratta in particolare della questione relativa all'accordo siglato a Bologna fra l'Azienda ASL e i medici di famiglia che stabilisce un incentivo fino a quindici milioni annui per i medici di base in proporzione a quanto avranno risparmiato sulle prescrizioni farmaceutiche ai propri pazienti - un accordo che appare in contrasto con i principi deontologici della professione e risulta pericoloso per la salute dei pazienti e turbativo del rapporto di fiducia fra medici e pazienti - nonché della questione relativa alla mancata disciplina dei requisiti dei criteri di scelta degli operatori sanitari che potranno erogare le prescrizioni di medicina non convenzionale a carico dei fondi sanitari integrativi, a norma dell'articolo 9 comma 5 del decreto legislativo 229 del 1999.

Il presidente CARELLA accoglie la richiesta del senatore Bruni.

IN SEDE REFERENTE

(4048) Disciplina della procreazione medicalmente assistita, approvato dalla Camera dei deputati, in un testo risultante dall'unificazione dei disegni di legge d'iniziativa dei deputati Scoca ed altri; Palumbo ed altri; Jervolino Russo ed altri; Jervolino Russo ed altri; Buttiglione ed altri; Poli Bortone ed altri; Mussolini; Burani Procaccini; Cordoni ed altri; Gambale ed altri; Grimaldi; Saia ed altri; Melandri ed altri; Sbarbati; Pivetti; Delfino Teresio ed altri; Conti ed altri; Giorgetti Giancarlo; Procacci e Galletti; Mazzocchin ed altri. Rinviato in Commissione, ai sensi dell'articolo 100, comma 11, del Regolamento, nella seduta pomeridiana del 7 giugno 2000.
(Esame e rinvio)

Il presidente CARELLA ricorda che l'ordine del giorno della seduta è stato integrato con l'esame del disegno di legge in titolo a seguito del rinvio in Commissione di tale provvedimento deciso dal Presidente del Senato al termine della seduta pomeridiana dell'Assemblea di ieri. Scopo del rinvio è consentire alla Commissione una valutazione delle conseguenze sull'intero disegno di legge, ed in particolare sugli articoli successivi all'articolo 6, derivanti dalla deliberazione dell'Assemblea che ha respinto l'articolo 6 nel testo modificato in seguito alla approvazione dell'emendamento 6.294.
Dichiara quindi aperta la discussione.

La senatrice Carla CASTELLANI dichiara che il Gruppo di Alleanza Nazionale ha votato con piena convinzione e consapevolezza contro l'approvazione dell'articolo 6 che, nel testo emendato, concederebbe alla coppia la possibilità di accedere ad una sorta di aborto artificiale nel momento in cui fosse consentito - come prevede l'emendamento approvato - che ciascuno dei componenti può revocare il proprio consenso fino al momento dell'impianto dell'ovulo fecondato. E' chiaro che la sua parte politica è stata e sarà sempre contraria ad una simile previsione.

In un breve intervento sull'ordine dei lavori, la senatrice SALVATO richiama l'esigenza di mantenere la discussione nell'ambito del rinvio disposto dal Presidente del Senato, ovvero in termini di valutazione delle conseguenze sull'impianto del disegno di legge della mancata approvazione dell'articolo 6, escludendo invece considerazioni non pertinenti sul voto liberamente espresso dall'Assemblea.

Ricollegandosi a quanto affermato dalla senatrice Castellani, il senatore BRUNI osserva che la materia del consenso informato, che costituisce l'argomento disciplinato dall'articolo 6, rappresenta una modalità implicitamente richiesta per qualsiasi pratica medica e ritiene pertanto che le relative disposizioni possano ben essere riprese nell'articolo 7 del disegno di legge, concernente le linee-guida.

Con riferimento all'articolo 97, comma 2, del Regolamento, la senatrice BERNASCONI fa presente che, ancorché la disciplina del consenso informato abbia certamente carattere di opportunità, sono inammissibili ordini del giorno, emendamenti e proposte in contrasto con deliberazioni già adottate del Senato nel corso della discussione.

Concordando con il rilievo della senatrice Bernasconi la senatrice SALVATO evidenzia la difficoltà di definire in maniera precisa l'oggetto della discussione in corso in sede di Commissione.

Il presidente CARELLA, nel rispondere all'osservazione testé avanzata dalla senatrice Salvato, fa presente che si tratta in sostanza di verificare le modalità con le quali è possibile rendere compatibili i successivi articoli del disegno di legge che contengano riferimenti al consenso informato con la soppressione dell'articolo 6 che tale consenso disciplinava.

Il senatore CO' rileva che a suo giudizio la soppressione dell'articolo 6 rende quanto mai improbabile una positiva conclusione dell'esame del disegno di legge in titolo. E' evidente che quella maggioranza che ha votato la reiezione dell'articolo 6 ha con ciò voluto esprimere la propria contrarietà al complesso dell'articolato così come configuratosi a seguito degli emendamenti finora approvati dall'Assemblea; non si comprenderebbe altrimenti la scelta di sopprimere l'articolo 6 che appare essenziale per la coerenza complessiva del provvedimento, non solo perché tale articolo recava la disciplina del consenso informato - elemento che non può considerarsi secondario rispetto all'impianto generale della legge - ma soprattutto perché conteneva la norma relativa alla revoca del consenso stesso.

La senatrice DANIELE GALDI, dopo aver ricordato che a suo parere l'approvazione di un disegno di legge da parte del Parlamento in questa materia è fuori luogo, essendo viceversa preferibile un semplice decreto ministeriale per disciplinare le tecniche di procreazione assistita alla stregua di qualsiasi procedimento sanitario, sottolinea come le modifiche fin qui introdotte dal Senato al testo licenziato dalla Camera dei deputati abbiano la conseguenza di allungare nel tempo l'iter del provvedimento e quindi di procrastinare l'attuale situazione di carenza normativa. Per uscire da tale impasse la strada preferibile appare quella di approvare uno specifico ordine del giorno che impegni il Governo ad emanare un decreto recante la disciplina della materia e che recuperi anche le problematiche connesse al consenso informato.

Il senatore TOMASSINI, rilevato che con le modifiche introdotte dal Senato si è rotto l'equilibrio raggiunto alla Camera dei deputati su un testo che a suo giudizio rappresentava la mediazione più avanzata realisticamente possibile, afferma che Forza Italia pur condividendo l'urgenza di un intervento normativo in materia di fecondazione assistita, non per questo è disposta a concedere una sorta di delega in bianco al Ministro della sanità. Né certo si può ritenere che in questa materia tanto complessa e delicata, sotto il profilo sia sanitario che giuridico, possa ritenersi semplicisticamente applicabile il consenso informato ordinario disciplinato dal codice di deontologia professionale. Sotto questo profilo appare condivisibile l'opinione espressa dal senatore Cò, secondo la quale la soppressione dell'articolo 6 amputa il disegno di legge di un elemento essenziale, che peraltro non può essere assolutamente recuperato in sede di emanazione delle linee-guida ministeriali.
Il senatore Tomassini, sottolineato come gli articoli 8, 9, 12, 13, 16 ed anche 17 del disegno di legge in esame contengano riferimenti diretti ed indiretti al consenso informato, ritiene tuttavia che a suo giudizio esista la possibilità di reintrodurre nel testo una formulazione che faccia salvi i principi basilari del disegno di legge, a patto però di non accedere a soluzioni frettolose e non adeguatamente coordinate, come invece purtroppo si è verificato per quanto concerne la disciplina recata dall'articolo 4.

Il senatore GIARETTA dichiara che il Gruppo del PPI ha contribuito in Assemblea alla bocciatura dell'articolo 6 dopo che questo era stato modificato in un modo che la sua parte politica non ritiene condivisibile, con l'approvazione di un emendamento presentato da alcuni senatori di Forza Italia ed approvato da una maggioranza di tipo trasversale; al riguardo, alla luce degli esiti che tale votazione ha comportato, appare forse auspicabile una maggiore prudenza. In effetti, al di là di effimeri trionfalismi di questa o di quella parte politica, la votazione di ieri ha posto la pietra tombale sulla possibilità di varare un disegno di legge sulla procreazione assistita nel corso dell'attuale legislatura. Non si può pertanto non concordare con la senatrice Daniele Galdi nel ritenere che l'unica strada al momento percorribile è quella di invitare il Ministro ad emanare un provvedimento regolamentare che riporti al controllo pubblico talune tecniche di procreazione medicalmente assistita attualmente abbandonate alla speculazione commerciale, disciplinando in qualche modo anche il consenso informato.
Quanto alla prosecuzione dell'iter del disegno di legge, così come modificato, il senatore Giaretta ribadisce che il Gruppo del PPI voterà contro la sua approvazione.

Il senatore Roberto NAPOLI, ricordato come oltre al senatore La Loggia anch'egli abbia chiesto al Presidente del Senato di rinviare in Commissione il disegno di legge in titolo per un'opportuna riflessione, fa presente che il voto che ha portato alla soppressione dell'articolo 6 nel testo emendato è stato espresso con piena consapevolezza e convinzione e che, alla luce del suo esito, l'impianto del disegno di legge appare fortemente messo in discussione, tenuto conto della centralità che la disciplina del consenso informato non può non rivestire in una materia come la fecondazione assistita, non diversamente peraltro da quanto avviene per previsione di legge per l'interruzione volontaria della maternità. A suo giudizio a questo punto appare preferibile, rispetto all'ipotesi dell'ordine del giorno avanzata dalla senatrice Daniele Galdi, tentare di recuperare i principi contenuti nell'articolo 6 negli articoli successivi del disegno di legge, eventualmente approvando una norma di coordinamento finale, che dovrebbe peraltro essere formulata in termini tali da poter raccogliere la maggioranza dei consensi.

La senatrice D'ALESSANDRO PRISCO dichiara di non condividere l'affermazione del senatore Co' secondo cui la bocciatura dell'articolo 6 comporta l'impossibilità di varare il disegno di legge in esame. Non vi è dubbio che la mancata approvazione della legge sulla fecondazione assistita verrebbe incontro agli auspici dei difensori di quei cospicui interessi economici che oppongono una tenace resistenza all'adozione di una qualsiasi disciplina della materia, perché favoriti dall'attuale situazione di far west normativo. Precisato, ove ve ne fosse bisogno, che il senatore Co' non può certo essere considerato fautore di tali interessi economici, la senatrice D'Alessandro Prisco dichiara che i Democratici di Sinistra ritengono sia giunto il momento che il Parlamento vari una legge su tale delicata materia, raccogliendo una esigenza largamente diffusa nella collettività. In tale prospettiva è opportuno che tutte le forze politiche sdrammatizzino gli effetti della soppressione dell'articolo 6 ed adottino, superando preconcette rigidità, un atteggiamento collaborativo volto a migliorare il testo trasmesso dalla Camera dei deputati. Per quanto in particolare riguarda il consenso informato, occorre ricordare che esso viene regolato dalle norme di deontologia professionale e che è comunque possibile approvare un ordine del giorno che fornisca al Governo utili indicazioni per l'emanazione delle previste linee-guida; qualsiasi tentativo di forzare le regole parlamentari, in particolare con riferimento al secondo comma dell'articolo 97 del Regolamento, deve invece essere respinto con forza.

Il senatore D'ONOFRIO, considerato che nella seduta pomeridiana di ieri tale facoltà è stata implicitamente rimessa al Presidente della Commissione dal Presidente del Senato, fa presente l'opportunità di richiedere il parere della 2a Commissione, in considerazione del fatto che molte disposizioni degli articoli successivi al 6 contengono riferimento ai codici ed in generale hanno valenza più giuridica che strettamente sanitaria.

Il sottosegretario FUMAGALLI CARULLI, dopo aver ribadito che sul disegno di legge in esame l'atteggiamento del Governo è di non interferire in scelte che attengono più propriamente alla coscienza dei singoli parlamentari, fa presente che il Ministro della sanità può assumere iniziative normative che riguardino solo la messa in esecuzione di scelte chiaramente operate dal Parlamento, eventualmente anche tramite uno specifico ordine del giorno. Per quanto in particolare riguarda la soppressione dell'articolo 6, e con riferimento al dettato dell'articolo 97, comma 2, del Regolamento, soltanto il Senato può fornire una precisa interpretazione di tale voto, chiarendo in particolare se la contrarietà riguardi tutte le disposizioni in esso contenute oppure soltanto quelle riguardanti la revocabilità del consenso, sulle quali ultime in effetti si è soprattutto incentrata la discussione.

Il presidente CARELLA, preso atto della richiesta avanzata dal senatore D'Onofrio di richiedere il parere della 2a Commissione, si riserva di sottoporla alla Commissione all'inizio della seduta pomeridiana di oggi, alla quale rinvia il seguito dell'esame.

La seduta termina alle ore 9,30.