SENATO DELLA REPUBBLICA
—— XVIII LEGISLATURA ——




Giovedì 13 maggio 2021


alle ore 9,30


326a Seduta Pubblica
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ORDINE DEL GIORNO



I. Discussione del disegno di legge:

II. Discussione di mozioni sulle restrizioni connesse all'emergenza COVID-19 (testi allegati)

III. Discussione di mozioni sulla candidatura di Torino ad ospitare le Universiadi invernali del 2025 (testi allegati)




MOZIONI SULLE RESTRIZIONI CONNESSE ALL'EMERGENZA COVID-19


(1-00353) (5 maggio 2021)

CIRIANI, RAUTI, FAZZOLARI, BALBONI, GARNERO SANTANCHE', IANNONE, LA PIETRA, NASTRI, ZAFFINI, BARBARO, CALANDRINI, DE CARLO, DE BERTOLDI, DRAGO, LA RUSSA, MAFFONI, PETRENGA, RUSPANDINI, TOTARO, URSO - Il Senato,

premesso che:

a distanza di un anno dall'inizio dell'emergenza sanitaria, il bilancio sulla gestione della pandemia è senz'altro negativo, ove si pensi alle mancate forniture dei dispositivi di protezione individuale nelle prime fasi dell'emergenza, alla scarsità dei ventilatori e di risorse a disposizione del personale medico, allo scandalo dei banchi a rotelle rimasti nei magazzini delle scuole e alla costruzione delle "primule" per l'inoculazione dei vaccini, allo spreco di risorse, tempo e denaro che potevano essere impiegati in maniera più mirata e utile;

tra l'inizio di gennaio e la fine di febbraio 2020 il Governo ha perso 2 mesi osservando la diffusione di un possibile nuovo virus in Cina e rassicurando la popolazione ed i cittadini sull'impossibilità che potesse riguardarli, per poi adottare, dall'oggi al domani, provvedimenti restrittivi della libertà personale, della libertà di svolgere attività individuali e collettive, di rilievo pubblico e costituzionale (gli spostamenti, lo studio, la cura delle altre malattie, le manifestazioni e riunioni politiche) di portata inedita per numero di cittadini coinvolti e incidenza sulla vita sociale;

dal marzo 2020 l'emergenza sanitaria ha assalito, non solo fisicamente, l'opinione pubblica, attraverso una terroristica e martellante campagna sui mezzi di informazione, occupando tutte le pagine dei giornali, tutti i minuti delle trasmissioni di approfondimento televisivo, portando all'affermarsi di virologi ed epidemiologi come nuove star mediatiche, portatrici di verità da elargire al popolo, spesso contraddittorie tra di loro;

la paura così ingenerata ha indotto i cittadini ad accettare le decisioni governative, per quanto impopolari esse fossero, spalleggiate da un comitato tecnico scientifico di nomina governativa e con la totale marginalizzazione del Parlamento, sede naturale di dibattito;

tali misure restrittive hanno comportato una crisi senza precedenti sul piano individuale, sociale ed economico e, nonostante questo, il numero dei decessi e dei contagi è rimasto e rimane, ad un anno dalla loro adozione, tra i più alti al mondo;

dopo un anno appare ancora difficile, pena essere accusati di negazionismo, chiedere un bilanciamento tra libertà e sicurezza, tra diritto al lavoro e tutela della salute, tra legittime pretese dei giovani a vivere la loro gioventù e degli anziani e dei fragili ad essere protetti;

uno stato di emergenza che si prolunghi oltre l'anno non è più la risposta ad una momentanea difficoltà ma l'istituzionalizzazione di un assetto politico e sociale che mina le fondamenta della democrazia e dei diritti costituzionalmente garantiti;

l'Italia è diventata il modello estremo delle politiche restrittive, in contrapposizione all'impostazione di Stati che hanno limitato poco la vita sociale e le libertà civili (Svezia e Giappone in particolare), senza per questo ottenere risultati peggiori in termini di lotta alla pandemia;

evidenze scientifiche portano a sostenere che, pur nell'azione efficace di contrasto alla diffusione del virus, le restrizioni possano essere diversificate per classi di età e di rischio e limitate a quelle strettamente correlate e direttamente connesse al rischio di contagio, eliminando quelle come, ad esempio, l'uso della mascherina all'aperto o il coprifuoco o l'autocertificazione per gli spostamenti o come la chiusura delle attività commerciali, degli impianti sportivi, dei cinema, dei teatri, delle biblioteche, dei musei;

manca una chiara indicazione sul perché si sia ritenuto più pericoloso assistere ad uno spettacolo in numero contingentato ed in sicurezza, più che affollarsi senza distanziamento sui mezzi pubblici;

con particolare riferimento alla misura del coprifuoco per attività e persone si rileva che la sua efficacia in termini di contenimento del contagio non è sostenuta da alcuna motivazione sanitaria, né avallata da alcun organismo scientifico qualificato, mentre è gravemente lesiva delle libertà individuali sancite dalla nostra Costituzione;

con riferimento all'obbligo dell'uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie anche all'aperto le disposizioni appaiono poco chiare e contraddittorie, escludendone (si veda il comma 2 dell'articolo 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021) l'obbligo quando, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantito in modo continuativo l'isolamento da persone non conviventi, mentre il successivo comma 5 individua in un metro la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro con ciò rendendo poco chiaro se sia possibile girare senza la mascherina anche nelle vie cittadine quando è possibile mantenere questo distanziamento; scarsa chiarezza che porta a subire ingiustificati controlli e sanzioni anche quando non vi siano assembramenti;

anche nel limite stabilito di 4 persone per gli spostamenti e per le visite in casa di amici, parenti e congiunti non conviventi si rilevano incongruenze e paradossi: si stenta a trovare, infatti, un'evidenza scientifica per cui un ragazzo libero di muoversi in automobile con i familiari (o di essere ospitato con gli stessi a casa altrui) diventi pericoloso il giorno dopo aver compiuto il diciottesimo anno, vedendosi negata la libertà goduta fino a qualche ora prima; si stenta a trovare, ancora, un'evidenza scientifica per cui 4 persone ospiti in un monolocale siano meno pericolose di 6 in un ampio giardino o terrazzo pertinenziali ad un'altra abitazione o in un castello privato;

risulta, altresì, incomprensibile la chiusura delle attività commerciali, degli impianti sportivi, dei cinema, dei teatri, delle biblioteche, dei musei, nonché delle attività di ristorazione al chiuso anche quando possono essere consentite le distanze di sicurezza e disposte adeguate misure anti contagio, come, ad esempio, la dotazione di strumenti adatti a garantire il ricambio dell'aria e la di sanificazione all'interno dei locali;

considerato, dunque, che:

l'uscita dalla crisi sociale determinata dalla pandemia passa necessariamente attraverso la restituzione del pieno godimento delle libertà individuali alle persone ed è necessario restituire ai cittadini fiducia nel prossimo;

è urgente e necessario un bilanciamento dei diversi interessi e beni primari dei cittadini evitando misure estreme e unilaterali, ricordando che esiste un legame, che non può essere trascurato, tra crisi economica, chiusura di imprese, conseguente perdita dell'occupazione e salute psicofisica dei cittadini,

impegna il Governo:

1) a rimuovere l'inutile misura del coprifuoco alle ore 22, la cui efficacia in termini di contenimento del contagio non è stata mai provata, né avallata da alcun organismo scientifico qualificato;

2) a chiarire che l'uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie anche all'aperto si impone solo e soltanto quando non sia possibile assicurare una distanza interpersonale di almeno un metro, come indicato nel comma 5 dell'articolo 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 marzo 2021;

3) a rimuovere il limite di una visita al giorno presso una sola abitazione privata (di amici, parenti e congiunti non conviventi), nonché quello relativo al numero di persone che possano ivi recarsi ove le caratteristiche dell'abitazione e le circostanze di fatto consentano di mantenere una distanza interpersonale di almeno un metro;

4) a rendere immediate le riaperture di tutte le attività commerciali, degli impianti sportivi, delle attività di ristorazione anche al chiuso e dei luoghi della cultura (biblioteche, teatri, cinema, musei) ove siano disposte adeguate misure anti contagio e nel rispetto dei protocolli di sicurezza.

(1-00356) (12 maggio 2021)

BERNINI, ROMEO, DE POLI, ROMANI, MALAN, CANDIANI, GALLONE, AUGUSSORI - Il Senato,

premesso che:

la situazione epidemiologica legata alla diffusione del virus COVID-19 sta registrando nel nostro Paese degli incoraggianti segnali di miglioramento;

è importante sottolineare come vi sia una decrescita della curva dei contagi che riguarda tutta Italia e, soprattutto, tutte le singole regioni e le province autonome; secondo i dati del 9 maggio 2021 comunicati dalla Protezione civile e dal Ministero della salute si sono registrati 8.292 nuovi contagi a fronte dei 10.176 del giorno precedente;

anche il tasso di positività, dopo alcuni giorni di crescita costante, sembrerebbe rientrare in un quadro tendenziale favorevole;

il numero di decessi, secondo l'ultimo bollettino disponibile del 9 maggio è di 139, il dato più basso dal 25 ottobre 2020, e tale importante valore, letto insieme al numero delle nuove terapie intensive, che nella medesima giornata, in termini assoluti, ammonta a 2.192 e dei ricoveri ordinari, che, sempre nella stessa giornata, è diminuito di 379 unità, lasciano ben sperare;

il presidente dell'ISS, Brusaferro, ha rilevato come "mentre in altri Paesi UE la situazione è altalenante e di transizione, la curva italiana dei contagi è in decrescita lenta e si intravede un abbassamento della curva di mortalità";

anche il piano vaccinale, dopo una difficile partenza causata dagli errori e dai ritardi organizzativi imputabili alla precedente gestione, sembra procedere in continua accelerazione, superando, in diverse occasioni, le 500.000 dosi giornaliere inoculate, valore in linea con quanto indicato dal commissario straordinario, generale Figliuolo;

in questo quadro si rende quanto mai necessaria ed urgente una revisione dei parametri fino ad oggi adottati in riferimento all'Rt, l'indice di diffusione del virus che determina i cambiamenti di colore delle regioni, che a parere della maggior parte dei presidenti di Regione appare ormai poco affidabile, in quanto, in alcuni casi e secondo la maggior parte dei presidenti di Regione, è distorsivo e non fotografa realisticamente la situazione attuale;

adeguare il quadro normativo alla nuova e mutata situazione epidemiologica, ma anche alle continue esigenze economico-sociali che sono altrettanto importanti in vista di una ripresa regolare dell'economia italiana, è quanto mai urgente ed essenziale;

il decreto-legge n. 52 del 2021, recante "Misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19", attualmente all'esame della Camera dei deputati, ha delineato un cronoprogramma relativo alla progressiva eliminazione delle restrizioni rese necessarie per limitare il contagio da virus SARS-CoV-2, alla luce dei dati scientifici sull'epidemia e dell'andamento della campagna di vaccinazione;

il decreto prevede che tutte le attività oggetto di precedenti restrizioni debbano svolgersi in conformità ai protocolli e alle linee guida adottati o da adottare da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, sulla base dei criteri definiti dal comitato tecnico scientifico;

alla luce dei confortanti dati sulla situazione epidemiologica, sarebbe auspicabile una valutazione sull'anticipazione delle riaperture e la ripresa delle attività previste per i mesi di giugno e luglio;

molte attività, come ad esempio quelle della ristorazione, possono dal 26 aprile 2021, nella zona gialla, consentire il servizio di ristorazione con consumo al tavolo esclusivamente all'aperto, a pranzo e a cena, nel rispetto dei limiti orari agli spostamenti tuttora in vigore; tale assetto sta comportando una disparità di trattamento per tutte quelle attività che non dispongono di adeguati spazi all'aperto e rischia di compromettere una situazione economica già particolarmente difficile;

altri settori come quello culturale, del wedding e sportivo, con particolare riguardo alle piscine e alle palestre, potrebbero, con i dovuti protocolli di sicurezza, riaprire le proprie attività;

anche gli esercizi all'interno dei centri commerciali e parchi commerciali, durante il fine settimana, potrebbero con i suddetti protocolli tornare a lavorare con regolarità;

alcuni Paesi europei, come Portogallo, Danimarca, Svezia, Croazia, Irlanda e Repubblica ceca, non prevedono il coprifuoco, ed anche la Spagna, che ha avuto un percorso epidemiologico tragicamente simile a quello del nostro Paese, ha recentemente revocato questa misura di interdizione;

in Italia, in base alle vigenti disposizioni, permane ancora un divieto di circolazione dalle ore 22.00 alle ore 5.00 del giorno successivo; questa restrizione sta comportando notevoli problemi a molte attività di ristorazione, che hanno subito una notevole contrazione dei coperti nella fascia serale con una perdita di fatturato considerevole;

il coprifuoco rappresenta una significativa quanto non più sopportabile limitazione alla libertà personale dei nostri concittadini che, durante tutto il periodo dell'emergenza pandemica, hanno dimostrato uno straordinario senso del dovere e di attaccamento alle istituzioni democratiche;

valutare il superamento del coprifuoco diviene oltremodo necessario ed urgente, in linea con quanto fatto da altri partner europei, per dare un segnale tangibile di graduale ritorno alla normalità con ripercussioni positive ed importanti in termini sociali e di ripresa economica;

tra le misure più discusse delle ultime settimane c'è sicuramente quello delle "certificazioni verdi COVID-19" comprovanti lo stato di avvenuta vaccinazione contro il SARS-CoV-2 o la guarigione dall'infezione o l'effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo;

le certificazioni di vaccinazione e quelle di avvenuta guarigione potrebbero rappresentare il volano per una ripresa degli spostamenti in tutta la comunità europea, soprattutto in vista dei mesi estivi che saranno cruciali per il rilancio del turismo;

in questo quadro, è quanto mai necessario che il nostro Paese si faccia interprete a livello europeo di una linea comune che possa prevedere misure omogenee, al fine di non creare disparità di trattamento che potrebbero comportare diseconomie di scala relative ai flussi turistici;

sarebbe allo studio un piano per effettuare le vaccinazioni anche nei luoghi di villeggiatura: le Regioni, in accordo con il commissario Figliuolo, potrebbero a breve prevedere la possibilità di vaccinare le persone che si spostano in altre regioni, anche per vacanza;

questo problema si è posto soprattutto per i richiami, che per molti dovranno essere somministrati in piena estate durante le ferie; esiste il concreto rischio che la campagna vaccinale rallenti, perché le persone potrebbero trovarsi in luoghi diversi da quello di residenza ed è fondamentale prevenire una situazione di "impasse" in un momento cruciale per la campagna vaccinale;

nel corso dell'iter al Senato del decreto-legge n. 41 del 2021 (detto "decreto sostegni") è stato accolto un ordine del giorno a firma Bernini e altri (G/2144/16/5 e 6), che impegna il Governo a valutare la possibilità di assumere iniziative volte a prevedere la riapertura graduale di tutte le attività commerciali nel rispetto delle regole di sicurezza e del sistema di controlli;

nel corso dell'iter alla Camera del decreto-legge n. 30 del 2021, sono stati accolti due ordini del giorno (9/2945-A/57 a firma Fiorini e altri e 9/2945-A/30 a firma Silli e altri), che impegnano il Governo, nel mese di maggio, a valutare, sulla base dell'andamento del quadro epidemiologico oltre che dell'avanzamento della campagna vaccinale, l'aggiornamento delle decisioni prese con il decreto-legge n. 52 del 2021, anche rivedendo i limiti temporali di lavoro e spostamento;

considerato il parere espresso il 5 maggio 2021 dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome sul disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 52 del 2021, recante "Misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da Covid-10",

impegna il Governo:

1) a revisionare e ad aggiornare i parametri per la valutazione del rischio epidemiologico, al fine di organizzare la zonizzazione, soprattutto in vista dell'avvio della stagione turistica;

2) ad assumere ogni utile iniziativa volta a superare l'attuale regime del coprifuoco, in linea con quanto fatto dagli altri Paesi europei;

3) a prevedere un'anticipazione delle riaperture e della ripresa delle attività previste per i mesi di giugno e luglio;

4) a riaprire i centri commerciali anche nel fine settimana;

5) a permettere, in sicurezza, l'organizzazione di cerimonie e dei relativi eventuali festeggiamenti;

6) a consentire, nelle zone a basso rischio di contagio e in sicurezza, la ristorazione al chiuso e il consumo di cibi e bevande al banco nelle attività che lo prevedono;

7) ad anticipare la riapertura dei parchi tematici e acquatici, attualmente prevista per il 1° luglio 2021;

8) a prevedere la riapertura al pubblico degli stadi che ospitano gare di sport professionistico in numero di spettatori congruo a garantire la massima sicurezza;

9) a farsi interprete a livello europeo di una linea comune che possa prevedere misure omogenee di spostamento all'interno dell'Unione europea, al fine di non creare disparità di trattamento che potrebbero comportare diseconomie di scala relative ai flussi turistici;

10) ad adottare misure volte a consentire, anche per chi è in vacanza al di fuori della propria regione di residenza, la possibilità di accedere alle inoculazioni;

11) ad adottare provvedimenti che siano accompagnati da misure di controllo del territorio per il rispetto delle prescrizioni di legge, al fine di evitare assembramenti e conseguente aumento dei contagi.

(1-00359) (12 maggio 2021)

MALPEZZI, LICHERI, DE PETRIS, IORI, PIRRO, ERRANI, BOLDRINI, CASTELLONE - Il Senato,

premesso che:

il 30 gennaio 2020, in seguito alla segnalazione da parte della Cina di un cluster di casi di polmonite identificata come un nuovo coronavirus Sars-CoV-2 nella città di Wuhan, l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha dichiarato emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale l'epidemia di coronavirus in Cina. Il 31 gennaio 2020 il Governo italiano ha proclamato lo stato di emergenza e messo in atto le prime misure di contenimento del contagio sull'intero territorio nazionale. Con delibera del Consiglio dei ministri 21 aprile 2021 è stato prorogato fino al 31 luglio 2021 lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili;

la diffusione dell'epidemia da COVID-19 ha avviato in Italia una crisi senza precedenti, che ha indotto il Governo a prevedere una serie di misure su tutto il territorio nazionale: il divieto di spostarsi tra diverse Regioni o Province autonome, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o motivi di salute; il finanziamento aggiuntivo per incentivi in favore del personale dipendente del servizio sanitario nazionale; misure straordinarie per l'assunzione degli specializzandi e per il conferimento di incarichi di lavoro autonomo a personale sanitario; potenziamento delle reti di assistenza territoriale; riordino della rete ospedaliera in relazione all'emergenza da COVID-19 con incremento di attività in regime di ricovero in terapia intensiva e in aree di assistenza ad alta intensità di cure;

con la crescita dei contagi, dei ricoveri in terapia intensiva e dei decessi, il 9 marzo 2020, è stato adottato il primo provvedimento "io resto a casa", al fine di tutelare la salute di tutti i cittadini e in particolare quella dei più fragili. L'Italia è diventata zona protetta e le misure restrittive già applicate per la Lombardia e le 14 province del nord più colpite dal coronavirus sono state estese a tutto il territorio nazionale. A seguito del "lockdown" nazionale sono state successivamente adottate misure per il contenimento della diffusione del nuovo coronavirus con restrizioni che si sono rilevate efficaci per far diminuire il numero dei contagi;

il Ministro della salute Roberto Speranza ha presentato il 2 dicembre 2020 le linee guida del piano strategico per la vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19 elaborato da Ministero della salute, commissario straordinario per l'emergenza, Istituto superiore di sanità, AGENAS e AIFA. Successivamente il piano è stato aggiornato con decreto adottato il 2 gennaio 2021 recante "adozione piano strategico nazionale dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS";

considerato che:

nel mese di dicembre 2020, il Regno Unito ha dovuto affrontare un rapido aumento dei casi di COVID-19, associato all'emergere di una nuova variante SARS-CoV-2 (VOC 202012/01), contemporaneamente, il Sudafrica ha segnalato un'altra variante SARS-CoV-2, anch'essa preoccupante, mentre nel mese di gennaio 2021 il Brasile ha denunciato la presenza di un'ulteriore variante locale;

dal 21 gennaio 2021, i Paesi della UE hanno osservato un aumento sostanziale del numero e della percentuale di casi di SARS-CoV-2 della variante inglese. A causa della maggiore trasmissibilità del virus (si legge sul sito istituzionale del Ministero della salute) il rischio è attualmente valutato come alto o molto alto per la popolazione complessiva e molto alto per gli individui vulnerabili;

nel mese di febbraio 2021 l'Istituto superiore di sanità ha pubblicato la relazione tecnica della prima indagine sulla variante inglese del virus. Il risultato dell'indagine, condotta dall'ISS e dal Ministero della salute insieme ai laboratori regionali, dice che nel nostro Paese, così come nel resto d'Europa (in Francia la prevalenza è del 20-25 per cento, in Germania è sopra il 20 per cento), c'è una circolazione sostenuta della variante inglese che è destinata a diventare quella prevalente nei prossimi mesi. A livello nazionale la stima di prevalenza della "variante inglese" del virus Sars-CoV-2 è pari a 17,8;

il comitato tecnico scientifico nel mese di febbraio 2021, analizzando i dati epidemiologici e preso atto della diffusione delle varianti del virus in Italia, ha spiegato che per "contenere e rallentare" la diffusione delle varianti del COVID, "in analogia con le strategie adottate negli altri Paesi europei", è necessaria una "rigorosa osservanza, rafforzamento e incremento delle misure di mitigazione del rischio sia in ambito nazionale che in specifici ambiti locali, evitando ulteriori misure di rilascio";

il 15 aprile 2021, il Ministro della salute ha reso una informativa parlamentare in merito all'aggiornamento della campagna vaccinale. Il Ministro ha chiarito che tra dicembre 2020 e marzo 2021, l'Italia ha ricevuto poco più di 14 milioni di dosi di vaccino, mentre tra aprile e giugno 2021 è atteso un quantitativo tre volte superiore. In secondo luogo sono state incrementate risorse e numero di vaccinatori. Sul tema delle riaperture, il Ministro ha sottolineato il dovere del Governo di costruire una roadmap di allentamento graduale delle restrizioni che, come sempre saranno approvate all'unanimità in Consiglio dei ministri al fine di dare certezze e consentire una nuova stagione in sicurezza, senza mettere a repentaglio la salute e senza compiere scelte azzardate, che riporterebbero, in tempi brevi, a nuove chiusure. Con questi obiettivi è fondamentale, ha precisato il Ministro, nelle prossime settimane, dare un segnale di unità, oltre che di fiducia e determinazione;

il decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, recante "Misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19" delinea il cronoprogramma relativo alla progressiva eliminazione delle restrizioni rese necessarie per limitare il contagio da virus SARS-CoV-2, alla luce dei dati scientifici sull'epidemia e dell'andamento della campagna di vaccinazione;

la Conferenza delle Regioni del 15 aprile ha approvato la bozza delle prime linee guida riguardanti le riaperture delle attività costrette alla chiusura dalle misure legate al contrasto alla pandemia. Le linee guida per la riapertura in condizioni di sicurezza e nel rispetto dei protocolli di prevenzione sono state sottoposte all'attenzione del Governo. Il 21 aprile si è provveduto ad aggiornarle, inserendo le previsioni e i protocolli che riguarderanno le attività turistiche, i congressi e i grandi eventi fieristici. Il testo aggiornato è stato trasmesso ai Ministri della salute e per gli affari regionali. La Conferenza ha valutato che, qualora la situazione epidemiologica lo consenta e nel rispetto di tutte le regole necessarie alla prevenzione, i settori disciplinati dalle linee guida potrebbero gradualmente riprendere le loro attività, permettendo loro anche la necessaria programmazione;

il Presidente del Consiglio dei ministri ha ribadito in più occasioni l'importanza di un approccio graduale e prudente, anche in considerazione dell'opportunità di non compromettere la riapertura della stagione turistica;

valutato che:

il totale delle somministrazioni di vaccino effettuate all'11 maggio 2021 è di 24.502.646. Il totale delle persone vaccinate che hanno completato il ciclo è di 7.561.566 (12,76 per cento della popolazione). Il totale dei vaccini distribuiti è di 27.402.180, di cui 17.807.400 Pfizer-Biontech; 2.583.100 Moderna; 6.668.88 Astrazeneca e 342.800 Janssen;

il report elaborato da Ministero e ISS segnala l'indice Rt di trasmissibilità del COVID-19 nel periodo 26 aprile-2 maggio in aumento a 0.89. La pressione sui servizi ospedalieri è in diminuzione, sebbene rimanga ancora oltre la soglia critica in alcune regioni e province autonome. Sul sito istituzionale del Ministero della salute si evidenzia che "L'incidenza è in lenta diminuzione ma ancora elevata per consentire sull'intero territorio nazionale una gestione basata sul contenimento ovvero sull'identificazione dei casi e sul tracciamento dei loro contatti. Di conseguenza, è necessario continuare a ridurre il numero di casi anche attraverso le misure di mitigazione volte a ridurre la possibilità di aggregazione interpersonale e proseguire la campagna vaccinale per raggiungere rapidamente elevate coperture nella popolazione";

nonostante si siano osservati un calo dell'incidenza complessiva di SARS-CoV-2 ed un progressivo avanzamento della campagna vaccinale, la situazione epidemiologica è ancora motivo di grave preoccupazione in tutta la UE, considerando la circolazione delle varianti del virus Sars-Cov-2,

impegna il Governo:

1) al fine di rendere irreversibile la progressiva e continua riduzione delle misure di contenimento dell'epidemia, a correlare l'avanzamento della campagna vaccinale con gli indicatori dell'andamento dell'epidemia ed il rischio di trasmissione del virus con particolare riguardo alle categorie più fragili ed al carico delle strutture ospedaliere;

2) a verificare se con l'avvicinarsi della stagione estiva e dell'auspicata ripartenza del settore turistico, fortemente penalizzato dall'epidemia, i risultati della campagna vaccinale siano tali da garantire un'effettiva ripresa del settore o se, diversamente, sia necessario prevedere in modo specifico per lo stesso settore adeguate e mirate misure di velocizzazione e incremento della somministrazione dei vaccini;

3) a considerare, di intesa con le Regioni e le Province autonome e sulla base dei dati di monitoraggio dell'epidemia, un allentamento graduale delle restrizioni vigenti, incluse quelle connesse ai limiti degli spostamenti e degli orari, portando il cosiddetto coprifuoco oltre le ore 22;

4) a programmare la progressiva riapertura in condizioni di piena sicurezza, sulla base dell'andamento del quadro epidemiologico e della speditezza della campagna vaccinale, delle attività più colpite dalle restrizioni, quali centri commerciali, impianti sportivi, attività di ristorazione al chiuso, luoghi della cultura (biblioteche, teatri, cinema, musei) e settore delle cerimonie.

(1-00361) (12 maggio 2021)

FARAONE, CAUSIN, GARAVINI, CUCCA, SBROLLINI, BONIFAZI, SUDANO, GRIMANI, NENCINI - Il Senato,

premesso che:

quando per la prima volta si ricorse alle chiusure come misura di contenimento del virus, la decisione venne presa con la consapevolezza delle inevitabili conseguenze economiche e sociali che ne sarebbero derivate, una consapevolezza alla quale, a quasi un anno e mezzo dall'inizio della crisi sanitaria e alla loro periodica reintroduzione a vari gradi, si aggiunge la conoscenza dell'entità di tali danni, tra i quali si annoverano un crollo del PIL 2020 stimato a 156 miliardi di euro e un aumento di un milione di italiani tra i pazienti che usufruiscono dei servizi di cura per la salute mentale;

se da un lato a gravare su ogni nuova decisione riguardante la chiusura delle attività vi sono questi e altri dati che fotografano solo parte delle drammatiche difficoltà vissute dagli italiani, dall'altro a rendere obbligatoriamente più rigorose le valutazioni di necessità e proporzionalità sottostanti tali provvedimenti, vi è la più approfondita conoscenza del virus, un nemico che oggi si può meglio prevedere e contrastare, grazie, tra gli altri, agli incredibili progressi della scienza in questo ambito, agli investimenti nel settore sanitario, alla disponibilità su larga scala dei dispositivi di protezione individuale e al sistema di tracing;

in particolare, la campagna vaccinale, per quanto richieda costante e ulteriore impegno politico soprattutto al fine di garantire una maggiore uniformità del suo svolgimento su tutto il territorio nazionale, ha ormai raggiunto l'ambizioso obiettivo delle 500.000 dosi giornaliere somministrate, facendo registrare un graduale ma sempre più incoraggiante crollo dei contagi, che nell'ultima settimana si attesta a un 23 per cento in meno, tanto da condurre a dei risultati così positivi da aver permesso al sottosegretario per la salute di prospettare l'abolizione dell'obbligo di indossare la mascherina all'aperto entro le prossime tre settimane;

tali successi non possono non riflettersi in una tempestiva e ampia revisione delle dannose e ormai insostenibili misure di contenimento previste nei decreti in vigore anche per i mesi a venire, pena la loro illegittima arbitrarietà, soprattutto nei casi in cui i rischi potenzialmente derivanti dall'allentamento dei divieti, potrebbero essere drasticamente ridotti grazie a maggiori investimenti nei sistemi di vigilanza e prevenzione, come ad esempio la messa a disposizione periodica di tamponi rapidi gratuiti per tutti i cittadini, una proposta avanzata da Italia Viva in sede di discussione del cosiddetto decreto sostegni;

nondimeno, l'approccio con cui sono state prese le ultime misure restrittive necessita di un maggior contemperamento, in considerazione specialmente delle condizioni di oggettivo miglioramento con cui è condotta la gestione pandemica, dovute soprattutto ai progressi avvenuti nella campagna di somministrazione delle dosi di vaccino a favore della popolazione;

in particolare, non è più prorogabile l'abolizione di quelle misure che, prive di una solida base scientifica che ne dimostri l'efficacia inconfutabile, stanno avendo il più gravoso impatto sul benessere dei cittadini e sull'economia: tra queste, si possono citare come esempi emblematici il coprifuoco (la cui reale portata in termini di efficacia sanitaria per la diminuzione dei contagi deve essere ancora dimostrata) nonché il divieto a svolgere attività ludiche e sportive, e ancora l'interdizione dei festeggiamenti, e l'impossibilità a prendere parte a tutte quelle occasioni che consentono di godere pienamente della vita culturale e dei momenti di aggregazione sociale;

risulta ragionevole, inoltre, riconsiderare le restrizioni che hanno interessato nello specifico interi settori, quali, a titolo di esempio, il settore sportivo ed il settore culturale, nonché il comparto degli eventi relativi, ma anche la ristorazione nel suo complesso, che, se posti nelle condizioni di lavorare in regime di sicurezza igienico-sanitaria e, se dotati di quegli strumenti indispensabili a garantire tali condizioni, rappresenterebbero un importante asse sul quale basare la ripartenza dell'intero Paese, operando in tal modo un bilanciamento tra i plurimi interessi in gioco: dalle libertà individuali dei cittadini alla salute pubblica, dal diritto al lavoro al diritto a svolgere liberamente le attività economiche;

considerato, dunque, che:

dopo numerosi mesi dalla sua entrata in vigore e i dubbi relativi alla sua adeguatezza come misura di contenimento, soprattutto in un contesto di riaperture, appare ingiustificata e quindi di dubbia tenuta costituzionale la decisione di mantenere in vigore il coprifuoco, la cui valutazione di necessità non può non tener conto, tra l'altro, delle serie conseguenze che questo ha per alcuni tra i settori che maggiormente sono stati penalizzati dalle chiusure, come ad esempio sono i cinema e i teatri, che sebbene abbiano potuto tornare in attività, si vedono preclusa la possibilità di operare nella fascia oraria di maggiore affluenza;

alla luce dei protocolli precedentemente strutturati, appare ingiustificata l'esclusione di alcuni settori economici dalle aperture attualmente disposte dal decreto-legge del 22 aprile 2021, n. 52, come nel caso delle palestre e degli sport al chiuso, o da quelle previste per i mesi a venire, il che lascia intere categorie di operatori economici, come quelli attivi nell'organizzazione di matrimoni, nel settore del gioco e dei luna park, nella tanto completa quanto immotivata incertezza rispetto alla loro possibilità di ripartire nel breve periodo;

non è noto il dato scientifico sottostante l'efficacia delle limitazioni orarie o relative all'operatività ridotta a soli alcuni giorni settimanali delle attività economiche, come ad esempio nel caso delle misure adottate per i centri commerciali e gli outlet, per i quali continua a vigere il divieto di apertura nei fine settimana, o per la ristorazione, che, quando il 1° giugno 2021 potrà riprendere il servizio al chiuso, dovrà limitare tale attività alla fascia oraria che intercorre dalle ore 5 alle ore 18;

sebbene il Governo stia valutando una serie di misure finalizzate a far ripartire al più presto il settore del turismo, come il "green pass Italia", il mantenimento del coprifuoco insieme all'approccio rigorista del piano riaperture, nonché alle esclusioni attualmente caratterizzanti lo stesso, di cui alcuni esempi sono stati forniti, operano a detrimento del settore, creando incertezza rispetto alle attività che si potranno svolgere in vacanza e quindi rendendo il nostro Paese poco attrattivo,

impegna il Governo:

1) a rivedere le limitazioni agli spostamenti e ad eliminare, in linea con gli altri Paesi europei, la quarantena al rientro in Italia in seguito a viaggi svolti in Europa e, soprattutto, le misure inerenti al coprifuoco, attesa la scarsa reale efficacia del medesimo nel contenimento della diffusione dei contagi;

2) a prevedere l'immediata riapertura di tutte quelle attività che ad oggi risultano ancora chiuse per motivi legati alla pandemia, nel rispetto degli standard di sicurezza sanitaria oggettivamente verificabili e comprovabili, e con specifico riguardo alle attività legate ai settori dello sport, della cultura e degli eventi, al fine di consentire anche a tali comparti di prendere parte alla ripartenza economica del Paese;

3) ad adottare opportune iniziative affinché i centri commerciali e gli outlet possano tornare a svolgere correttamente ed integralmente la propria attività, anche nel fine settimana, analogamente a quanto accade per gli altri negozi e le altre attività economiche situate nei centri cittadini, in ottemperanza altresì alle medesime norme igienico-sanitarie ad essi applicate;

4) a potenziare e velocizzare le operazioni per il rilascio del "green pass" in particolare nei confronti di coloro che hanno già contratto il virus, nonché nei confronti di coloro che hanno correttamente concluso il ciclo vaccinale.


MOZIONI SULLA CANDIDATURA DI TORINO AD OSPITARE LE UNIVERSIADI INVERNALI DEL 2025


(1-00349) (5 maggio 2021)

LAUS, ROJC, FEDELI, PITTELLA, STEFANO, BOLDRINI, CERNO, MARGIOTTA, COMINCINI, BITI, D'ALFONSO, MARILOTTI - Il Senato,

premesso che:

l'Universiade è una manifestazione sportiva multidisciplinare corrispondente ai giochi olimpici (sia invernali, sia estivi). Il suo svolgimento è biennale e vi partecipano gli atleti universitari, provenienti da ogni parte del mondo. Il nome "Universiade", frutto della combinazione tra le parole "università" e "olimpiade", racchiude in sé uno dei concetti alla base di ogni forma di sport: l'universalità;

l'Universiade nasce in Italia da un'idea del dirigente sportivo Primo Nebiolo che ipotizzò una manifestazione sportiva per studenti universitari sulla falsariga delle olimpiadi;

le Universiadi sono organizzate dalla Federazione internazionale sport universitari (FISU);

la città di Torino è ricordata per aver ospitato nel 1959 la prima edizione, e per le successive edizioni del 1970 e del 2007 (Universiade invernale);

l'edizione del 2007 ha coinvolto più di 1.600 atleti a livello mondiale, con la partecipazione di 48 delegazioni nazionali e l'organizzazione è stata supportata da 3.200 volontari, per la maggioranza cittadini torinesi, che hanno contribuito enormemente al successo dell'iniziativa;

rilevato che:

in data 30 novembre 2020 è stato firmato il protocollo d'intesa finalizzato alla creazione del comitato promotore per la candidatura della città di Torino ad ospitare la XXXII edizione delle Universiadi invernali 2025;

in data 10 febbraio 2021 l'ex ministro Spadafora ha inviato la nota n. 186 alla Regione Piemonte e al Comune di Torino in cui confermava "che la struttura amministrativa, per quanto di competenza, ha espresso la massima considerazione e, ai fini del sostegno, la più ampia disponibilità ad individuare modalità di accesso e erogazione di un idoneo contributo che, attraverso le previste procedure e compatibilmente con gli stanziamenti di bilancio, potrà consentire, in collaborazione con gli altri attori interessati, di soddisfare le garanzie e le coperture delle obbligazioni finanziarie connesse all'evento";

sempre secondo tale nota, le Universiadi rappresentano una manifestazione sportiva di primo piano e andrebbero a svolgersi in un contesto territoriale che ha dato e continua a dare un grande contributo al rilancio dell'immagine dell'Italia quale Paese ospitante di eventi di rilevanza internazionale;

con deliberazione della Giunta regionale del Piemonte, 12 marzo 2021, n. 23-2978 costituzione del comitato promotore per la candidatura ai "giochi mondiali universitari invernali 2025", è stato approvato lo schema di atto costitutivo e di statuto;

in data 26 marzo 2021, il centro universitario sportivo italiano ha inviato alla FISU la lettera di candidatura ufficiale della città di Torino ad ospitare la XXXII edizione delle Universiadi invernali 2025;

considerato inoltre che:

i "giochi mondiali universitari" rappresentano uno strumento fondamentale per dare ulteriore impulso al sistema universitario regionale e per lo sviluppo della vocazione universitaria di Torino; la candidatura di Torino 2025 rappresenta, inoltre, un momento per attivare investimenti immobiliari pubblici per la realizzazione dei villaggi per gli atleti che dopo l'evento verranno trasformati in strutture residenziali universitarie;

lo svolgimento dei giochi mondiali universitari invernali 2025 comporterà un incremento di visibilità a livello nazionale ed internazionale del territorio piemontese, un potenziamento dell'attrattività economica del territorio, un significativo e duraturo ammodernamento delle strutture sportive pubbliche a vantaggio dei giovani e dei meno giovani e costituirà un volano per la promozione della cultura dello sport e della legalità, della globalizzazione e della condivisione di valori;

la Regione Piemonte ha già previsto, all'interno del proprio bilancio di previsione, uno stanziamento per il sostegno dell'evento,

impegna il Governo a mantenere l'impegno preso dal Governo precedente e a confermare il proprio sostegno alla candidatura della città di Torino ad ospitare la XXXII edizione delle Universiadi invernali 2025.

(1-00354) (6 maggio 2021)

BERGESIO, CASOLATI, FERRERO, MONTANI, PIANASSO, ROMEO, PELLEGRINI Emanuele, SAPONARA - Il Senato,

premesso che:

l'Universiade è una manifestazione sportiva biennale internazionale, estiva ed invernale, corrispondente ai Giochi olimpici, che vede la partecipazione degli sportivi universitari provenienti da tutti i Paesi del mondo;

organizzatore delle Universiadi è la Federazione internazionale sport universitari (FISU);

la città di Torino è già stata teatro, negli anni, di alcune edizioni delle Universiadi, si ricordano: nel 1959 la prima edizione e le successive edizioni del 1970 e del 2007 (Universiade Invernale); in particolare quest'ultima ha avuto un'enorme risonanza con il coinvolgimento di migliaia di sportivi, la partecipazione di 48 delegazioni nazionali, accolti da un'organizzazione capillare su base volontaria;

rilevato che:

gli studi di fattibilità sono stati elaborati dalla cabina di regia del Comitato promotore "Torino 2025", presentato il 30 novembre 2020 e composto da Regione, Comune, Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Università del Piemonte Orientale, Edisu, CUSI Piemonte, CUS Torino;

con lettera del 10 febbraio 2021, la Regione Piemonte e il Comune di Torino hanno ricevuto l'appoggio governativo da parte del Ministro pro tempore per le politiche giovanili e lo sport del Governo Conte II, Vincenzo Spadafora, alla candidatura di Torino e del Piemonte, in quanto le Universiadi rappresentano una manifestazione sportiva di primaria importanza, che si svolgerà in un contesto territoriale prestigioso, fondamentale al rilancio dell'immagine dell'Italia, come Paese organizzatore di eventi a rilevanza mondiale;

con deliberazione della Giunta regionale del Piemonte, 12 marzo 2021, n. 23-2978, recante "Costituzione del Comitato Promotore per la candidatura ai "Giochi mondiali Universitari invernali 2025", è stato approvato lo schema di atto costitutivo e di statuto;

in data 26 marzo 2021, il Centro universitario sportivo italiano ha provveduto ad inviare alla FISU la lettera di candidatura ufficiale della Città di Torino ad ospitare la XXXII edizione Universiadi Invernali 2025;

considerato inoltre che:

la candidatura di Torino 2025 rappresenta, tra l'altro, un'occasione irripetibile per attivare investimenti immobiliari pubblici per la realizzazione dei villaggi per gli atleti, che resteranno alla città come residenze universitarie;

Torino 2025 sarà il primo modello della storia di "Universiade degli studenti universitari", nella quale l'organizzazione dell'evento avrà una forte componente operativa universitaria e studentesca, rappresentando per gli studenti stessi un'opportunità di completamento della loro formazione universitaria;

le Universiadi 2025 costituiscono una formidabile opportunità per l'immagine a livello nazionale ed internazionale della Regione Piemonte, che costituirà un volano per l'economia del territorio e un'occasione per l'ammodernamento delle strutture sportive pubbliche;

la Regione Piemonte ha già provveduto a stanziare le risorse necessarie per il sostegno dell'importante evento sportivo all'interno del proprio bilancio di previsione,

impegna il Governo a riconfermare il proprio sostegno alla candidatura della città di Torino ad ospitare la XXXII edizione Universiadi Invernali 2025 e a dare piena condivisione alle iniziative assunte fino ad oggi dalla Regione Piemonte e alla Città di Torino.

(1-00355) (12 maggio 2021)

NASTRI, BARBARO, BALBONI, DE CARLO, DE BERTOLDI, FAZZOLARI, GARNERO SANTANCHE', LA RUSSA, MAFFONI - Il Senato,

premesso che:

le Universiadi, anche note come olimpiadi universitarie, rappresentano un evento sportivo mondiale cui possono partecipare gli atleti universitari provenienti da ogni parte del mondo e si disputano con cadenza biennale negli anni dispari;

tale manifestazione, proprio come per i giochi olimpici, si svolge sia nel periodo estivo che in quello invernale, ed è organizzata a cura della Federazione internazionale sport universitari (FISU);

le Universiadi, la cui prima edizione venne ospitata presso la città di Torino nel 1959, nascono in Italia e sin da allora, particolarmente apprezzate, hanno sempre riscosso un enorme successo, anche per la possibilità, da parte del Paese ospitante, di variare il programma con un'aggiunta di tre sport opzionali alla lista degli sport obbligatori previsti dalla Federazione;

l'Italia ha ospitato diverse edizioni dell'evento: oltre alla prima a Torino, ne sono seguite quattro estive (nel 1970 sempre a Torino, poi a Roma nel 1975, in Sicilia nel 1997 e recentemente a Napoli nel 2019) e sei invernali (nel 1966 al Sestriere, nel 1975 a Livigno, nel 1985 a Belluno, nel 2003 a Tarvisio, nel 2007 a Torino e nel 2013 in Trentino-Alto Adige);

il 30 novembre 2020 è stato siglato il protocollo d'intesa, da parte di alcune istituzioni territoriali tra cui il Comune di Torino, il Centro universitario sportivo (CUS Torino), l'università degli studi di Torino, il Politecnico di Torino, l'università del Piemonte orientale, l'EDISU (Ente al diritto allo studio universitario) ed altri soggetti, finalizzato alla creazione del comitato promotore per la candidatura della città di Torino ad ospitare la XXXII edizione delle Universiadi invernali del 2025;

il 10 febbraio 2021, il Dipartimento per lo sport della Presidenza del Consiglio dei ministri ha trasmesso alla Regione Piemonte ed al Comune di Torino una nota con cui veniva confermata la volontà da parte del Governo di sostenere tale candidatura e, al contempo, di erogare un idoneo contributo in grado di soddisfare le garanzie e le coperture delle obbligazioni finanziarie connesse all'evento;

il 12 marzo, la Giunta regionale del Piemonte, con deliberazione n. 23-2978 ha formalmente approvato l'atto costitutivo e lo statuto del comitato promotore per la candidatura della Regione Piemonte e della città di Torino ad ospitare la XXXII edizione delle Universiadi invernali 2025;

la possibilità di ospitare nuovamente a Torino l'edizione invernale delle Universiadi, come peraltro accaduto nelle edizioni del 1970 e del 2007, rappresenterebbe un'occasione per lo sviluppo sociale ed economico, oltre che sportivo, della città di Torino e dell'intera regione, potenziando il sistema universitario regionale e sviluppando la vocazione universitaria della città di Torino. Infatti, gli investimenti da porre in essere in occasione di tale manifestazione multidisciplinare prevedrebbero anche la realizzazione dei villaggi atti ad ospitare gli atleti che, dopo la conclusione dell'evento, verrebbero trasformati in strutture residenziali universitarie, incrementando l'offerta torinese con oltre 2.500 posti letto in più in tutto il Piemonte;

nelle linee guida "Universiadi 2025 progetto di una residenza per studenti per la città di Novara", l'UPO (Università del Piemonte orientale - Divisione risorse settore risorse patrimoniali) individua l'area d'intervento, collocata poco distante dal centro della città, occupandone una posizione strategica all'interno di Novara. In termini di accessibilità, l'area gode di una situazione estremamente favorevole, essendo servita da una fitta rete di mezzi pubblici e dalla rete ciclabile lungo il fiume Agogna. Nel particolare, l'area (in cui inserire la residenza studenti) è indirizzata alle attività sportive della città di Novara, a forma lanceolata, rappresenta una vasta area stesa tra l'ingresso della città ad ovest verso Vercelli, caposaldo marcato dalla presenza del vecchio e del nuovo ponte sulla Agogna con l'insediamento della Madonna del Bosco, nella cui prossimità vi si è insediato recentemente un importante centro commerciale, e a nord al sistema di attraversamento della Agogna, con l'ingresso della città dall'asta proveniente da Biandrate, area storicamente rurale, dove anche qui si è insediato un importante polo commerciale. Il progetto prevede la collocazione della residenza nell'area libera a ridosso del torrente Agogna con l'obiettivo di rendere il tutto vicino al sistema urbano, ma integrato nel parco ai limiti della città, con lo scopo di riattivare in un modo forte ed energico questa zona;

la manifestazione, inoltre, comporterà un incremento della visibilità dell'intero territorio piemontese, delle sue eccellenze, tradizioni e peculiarità e, al contempo, determinerà un potenziamento delle attività economiche del territorio nonché delle strutture e degli impianti sportivi e della cultura sportiva;

quanto sopra trova riscontro nelle precedenti edizioni ospitate dal nostro Paese, in quanto i territori coinvolti nell'organizzazione hanno beneficiato di rilevanti interventi a favore dell'impiantistica sportiva, della ricettività turistica, dell'entusiastica partecipazione della cittadinanza agli eventi sportivi;

Torino e le sue valli hanno già visto sfumare l'occasione di essere coinvolti nei giochi olimpici invernali del 2026, a seguito della scelta dell'amministrazione comunale di non aderire all'alleanza con le altre città aggiudicatarie quali Milano e Cortina, una vera sconfitta per la città piemontese;

in ogni caso, anche a seguito dell'aggiudicazione a Milano e Cortina, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha dichiarato che "Il Piemonte è pronto fin da subito a mettersi a disposizione con i propri impianti per contribuire alla realizzazione del più grande evento che un territorio possa ospitare";

la fruibilità delle strutture già esistenti permetterebbe di migliorare l'evento sia in termini qualitativi, essendo un coinvolto un territorio che ha acquisito esperienza in tale ambito, sia in termini economici razionalizzando la spesa e aumentando le occasioni di crescita, investimento, sviluppo, connessione,

impegna il Governo:

1) a formalizzare, con apposito atto, la volontà di sostenere la candidatura della città di Torino ad ospitare la XXXII edizione delle Universiadi invernali 2025;

2) ad assumere il rispettivo impegno di stanziare le risorse economiche necessarie;

3) a realizzare, di concerto con Regione Piemonte e gli enti locali, un piano strategico, integrato ed organico per l'effettiva fruibilità, la manutenzione, l'efficienza e l'affidamento della impiantistica sportiva utilizzata per le Universiadi.

(1-00357) (12 maggio 2021)

BERNINI, MALAN, CANGINI, GIRO, ALDERISI, TIRABOSCHI, RIZZOTTI, DAMIANI - Il Senato,

premesso che:

l'Universiade, o olimpiade universitaria, è un evento sportivo e culturale che si svolge ogni due anni in località diverse ed è l'evento sportivo internazionale più importante dopo i giochi olimpici, rivolta ad atleti universitari provenienti da ogni parte del mondo;

l'Universiade, nella sua forma moderna e attuale, fu ideata dal dirigente sportivo italiano e torinese Primo Nebiolo che, dopo aver assistito a Parigi nel 1957 alla settimana internazionale dello sport universitario, ipotizzò una manifestazione sportiva per studenti universitari sulla falsariga dell'olimpiade e ne organizzò la prima edizione a Torino nel 1959;

la città di Torino è stata più volte e con successo (precisamente nel 1959, 1970 e nel 2007) il luogo in cui la Federazione internazionale sport universitari (FISU) ha organizzato l'importante manifestazione sportiva;

il 30 novembre 2020 è stato firmato un protocollo d'intesa finalizzato alla creazione del comitato promotore per la candidatura della città di Torino ad ospitare la XXXII edizione delle Universiadi invernali 2025;

il comitato è composto da Regione Piemonte, Comune di Torino, università degli studi di Torino, Politecnico di Torino, università del Piemonte orientale, ente regionale per il diritto allo studio universitario EDISU, centro universitario sportivo italiano Piemonte, centro universitario sportivo Torino;

il 10 febbraio 2021 il Ministro pro tempore perlo sport e le politiche giovanili Vincenzo Spadafora ha manifestato, con una nota ufficiale recapitata alla Regione Piemonte e al Comune di Torino, il pieno sostegno del Governo allo svolgimento della manifestazione sportiva;

il 12 marzo 2021 la Giunta regionale del Piemonte ha provveduto alla costituzione formale del comitato promotore per la candidatura ai "giochi mondiali universitari invernali 2025" ed è stato approvato lo schema di atto costitutivo e di statuto;

il 26 marzo 2021, il centro sportivo universitario ha inviato alla FISU la lettera di candidatura ufficiale della città di Torino ad ospitare la XXXII edizione delle Universiadi invernali 2025;

le "Universiadi 2025" costituiscono un'importante occasione per valorizzare la vocazione universitaria e sportiva del nostro Paese, del Piemonte, e della città di Torino, oltre a rappresentare un tassello importante per lo sviluppo e la ripresa dell'Italia in un momento particolarmente delicato come quello attuale;

l'evento costituirebbe un importante volano per l'economia locale ed un'occasione di rilancio infrastrutturale del territorio piemontese;

il costo totale della realizzazione dell'evento è stato approssimativamente e provvisoriamente stimato intorno ai 100 milioni di euro;

la stessa Regione Piemonte ha già provveduto a stanziare attraverso il proprio bilancio di previsione 5 milioni di euro per il sostegno al prestigioso evento sportivo,

impegna il Governo:

1) a predisporre in collaborazione con la Regione Piemonte, il Comune di Torino e tutto il comitato promotore un piano di azione e un'accurata stima dei costi che la realizzazione dell'evento e delle infrastrutture ad esso collegate comportano;

2) a sostenere in tutte le sedi opportune la candidatura di Torino ad ospitare la XXXII edizione delle Universiadi invernali 2025 e a garantire il supporto adeguato in termini di risorse finanziarie, in caso di esito positivo.

(1-00358) (12 maggio 2021)

DE LUCIA, LICHERI, PIRRO, AIROLA, MATRISCIANO, CASTELLONE, FERRARA, CROATTI, SANTANGELO, LANZI - Il Senato,

premesso che:

con il termine Universiade, nato dalla fusione tra le parole "università" e "olimpiade", ma tale da recare in sé un'impronta cosmopolita di tanto dichiarata quanto allusa universalità, s'intende una "manifestazione sportiva multidisciplinare corrispondente ai giochi olimpici (sia invernali, sia estivi)", che ha cadenza biennale e a cui partecipano atleti universitari provenienti da tutto il mondo;

nata da un'idea lungimirante (e per l'epoca futuristica) di Primo Nebiolo, che ebbe il merito di concepire, in origine quale possibile evento satellitare dei giochi olimpici di Roma del 1960, una manifestazione sportiva per studenti universitari sulla falsariga delle olimpiadi, le Universiadi si tennero, tuttavia, nel 1959 a Torino per la prima volta, dove furono successivamente ospitate le edizioni del 1970 e del 2007 (Universiade invernale);

proprio quest'ultima, che seguiva a breve i XX giochi olimpici invernali di Torino 2006, ha coinvolto più di 1.600 atleti a livello mondiale, con una partecipazione di ben 48 delegazioni nazionali, e vantando un'organizzazione in massima parte "locale" che, supportata da più di 3.000 volontari, ha contribuito in modo decisivo al successo dell'iniziativa;

rilevato che le Universiadi, che sono organizzate dalla Federazione internazionale sport universitari (FISU), rappresentano non solo una manifestazione sportiva di primo piano, ma contribuirebbero a promuovere, con significative ricadute d'immagine e finanziarie, un contesto territoriale, qual è quello del Piemonte e della città di Torino in particolare, che ha dato e continua a dare un contributo significativo al rilancio dell'immagine dell'Italia, quale Paese ospitante di eventi di rilevanza internazionale;

valutato altresì che:

il 30 novembre 2020 è stato firmato il protocollo d'intesa finalizzato alla creazione di un comitato promotore finalizzato alla candidatura della città di Torino per ospitare la XXXII edizione delle Universiadi invernali 2025, composto da Regione, Comune, università degli studi di Torino, Politecnico di Torino, università del Piemonte orientale, EDISU, CUSI Piemonte, CUS Torino;

da ultimo, in data 10 febbraio 2021, il ministro pro tempore Spadafora (con nota n. 186 alla Regione Piemonte e al Comune di Torino) "ha espresso la massima considerazione" nonché, ai fini del sostegno, "la più ampia disponibilità ad individuare modalità di accesso ed erogazione di un idoneo contributo", affinché vengano supportate le obbligazioni finanziarie connesse all'evento;

successivamente, con deliberazione della Giunta regionale del Piemonte, 12 marzo 2021, n. 23-2978, è stato approvato lo schema di atto costitutivo e di statuto circa la costituzione del comitato promotore per la candidatura ai "giochi mondiali Universitari invernali 2025";

in data 26 marzo 2021, il centro universitario sportivo italiano ha inviato alla FISU la lettera di candidatura ufficiale della città di Torino a ospitare la XXXII edizione delle Universiadi invernali 2025;

considerato infine che:

i "giochi mondiali universitari" 2025 costituiranno un'importante vetrina a livello sia nazionale sia internazionale per il Paese, e per il territorio piemontese in particolare. Le Universiadi non solo possono, ma devono essere considerate uno strumento di primaria importanza per fornire ulteriore impulso al sistema universitario regionale e per alimentare e promuovere la già nota, quanto assai celebrata, vocazione universitaria del capoluogo piemontese;

nello specifico, la candidatura di Torino 2025 rappresenta un volano per concentrare e disporre d'investimenti pubblici finalizzati alla realizzazione di villaggi per gli atleti che, dopo la manifestazione, verranno trasformati in strutture residenziali universitarie;

la Regione Piemonte, dal suo canto, ha previsto, nel proprio bilancio di previsione, uno stanziamento finalizzato a sostenere l'evento;

in occasione di Torino 2025, per l'organizzazione e la realizzazione dell'evento, è previsto l'impiego di una forte componente operativa universitaria e studentesca, la qual cosa costituirà senza dubbio un valore aggiunto in merito alle opportunità di collaborazione e completamento della formazione universitaria,

impegna il Governo a confermare il sostegno alla candidatura della città di Torino quale città ospitante la XXXII edizione delle Universiadi invernali, nonché a supportare le conseguenti iniziative assunte dalla Regione Piemonte e dal Comune di Torino a tal fine.

(1-00360) (12 maggio 2021)

MARINO, SBROLLINI, FARAONE, GARAVINI, CUCCA, BONIFAZI, CARBONE, CONZATTI, GINETTI, GRIMANI, MAGORNO, NENCINI, PARENTE, RENZI, SUDANO, VONO - Il Senato,

premesso che:

Torino è la città che ha dato i natali a Primo Nebiolo, storico dirigente sportivo di fama internazionale, presidente della IAAF (Federazione mondiale di atletica leggera) e della FISU (Federazione internazionale sport universitari), ideatore, creatore e primo organizzatore delle Universiadi;

la città di Torino ha ospitato la prima edizione delle Universiadi nel 1959 e, successivamente, quella del 1970 e quella invernale del 2007 che, sulla spinta delle olimpiadi invernali del 2006 coinvolse più di 1.600 atleti, vide la partecipazione di 48 delegazioni nazionali e il coinvolgimento di oltre 3.200 volontari;

l'Universiade è una manifestazione sportiva multidisciplinare rivolta agli studenti universitari di tutti i Paesi del mondo, organizzata dalla FISU, che si svolge ogni due anni ed è equivalente ai giochi olimpici, con un'edizione estiva ed una invernale. Non a caso la definizione "Universiade" mette insieme i termini "università" e "olimpiade" racchiudendo in sé uno dei principi fondamentali della pratica sportiva: l'universalità;

questo evento rappresenta un'occasione straordinaria di promozione della cultura della pratica e dei valori sportivi, della mondialità e della legalità;

le Universiadi possono essere considerate un volano in grado di dare impulso al sistema universitario regionale nel suo insieme e di rafforzare lo sviluppo della vocazione universitaria dell'area metropolitana torinese, considerando anche che gli investimenti che si potranno attivare per la realizzazione dei villaggi per gli atleti garantiranno nuove strutture residenziali universitarie al termine dell'evento ed un ammodernamento e adeguamento dell'impiantistica sportiva;

organizzare ed ospitare le Universiadi garantirà a tutto il territorio torinese e piemontese nel suo insieme una promozione e una maggiore visibilità e attrattività a livello nazionale ed internazionale;

rilevato che:

in data 30 novembre 2020 è stato firmato il protocollo d'intesa finalizzato alla creazione del comitato promotore per la candidatura della città di Torino ad ospitare la XXXII edizione delle Universiadi invernali 2025;

in data 10 febbraio 2021 il Ministro pro tempore Spadafora ha inviato la nota n. 186 alla Regione Piemonte e al Comune di Torino in cui confermava "che la struttura amministrativa, per quanto di competenza, ha espresso la massima considerazione e, ai fini del sostegno, la più ampia disponibilità ad individuare modalità di accesso e erogazione di un idoneo contributo che, attraverso le previste procedure e compatibilmente con gli stanziamenti di bilancio, potrà consentire, in collaborazione con gli altri attori interessati, di soddisfare le garanzie e le coperture delle obbligazioni finanziarie connesse all'evento";

nella stessa si sottolineava che le Universiadi rappresentano una manifestazione sportiva di primo piano e andrebbero a svolgersi in un contesto territoriale che ha dato e continua a dare un grande contributo al rilancio dell'immagine dell'Italia quale Paese ospitante di eventi di rilevanza internazionale;

con deliberazione della Giunta regionale del Piemonte, 12 marzo 2021, n. 23-2978, costituzione del comitato promotore per la candidatura ai "giochi mondiali universitari invernali 2025", è stato approvato lo schema di atto costitutivo e di statuto;

in data 26 marzo 2021, il CUSI (centro universitario sportivo italiano) ha inviato alla FISU la lettera di candidatura ufficiale della città di Torino ad ospitare la XXXII edizione delle Universiadi invernali 2025;

la Regione Piemonte ha già provveduto ad indicare, all'interno del proprio bilancio di previsione, uno stanziamento per l'organizzazione dell'evento;

considerato che:

la scelta, in precedenza assunta da altre amministrazioni, di non far disputare competizioni internazionali, come quella del sindaco di Roma in merito alle olimpiadi del 2024, ha avuto risvolti economici ed occupazionali gravissimi, senza contare il mancato ammodernamento delle strutture esistenti;

per fare un esempio, a Londra grazie alle infrastrutture sportive create con i giochi, è stato calcolato che 16.000 disabili in più hanno iniziato a fare sport. Secondo i dati contenuti nel libro bianco dello sport, un aumento dell'1 per cento delle persone che fanno pratica sportiva fa risparmiare al servizio sanitario nazionale 80 milioni di euro. Così come di certo hanno impatto sulla vita dei cittadini che ospitano i giochi le infrastrutture di trasporto che vengono costruite;

l'università "Tor Vergata", insieme a "OpenEconomics", era stata incaricata di provare a valutare non solo i costi dei giochi di Roma 2024, ma anche i possibili benefici. Per farlo era stato utilizzato un modello messo a punto dalla Banca mondiale, il "VANE", un acronimo che sta per valore attuale netto economico, una misura che indica la ricchezza finale prodotta dall'investimento nelle olimpiadi. Nel caso di Roma 2024, il VANE sarebbe stato positivo per quasi 3 miliardi di euro. A fronte di un investimento di 4,2 miliardi, il totale dei benefici economici sarebbe stato di 7,1 miliardi. Per intendersi, sarebbe stato come prestare dei soldi ad un tasso del 31,1 per cento e, soltanto nella capitale, secondo gli economisti, si sarebbero creati 40.000 posti aggiuntivi,

impegna il Governo a mantenere l'impegno preso dal Governo precedente e a confermare il proprio sostegno alla candidatura della città di Torino ad ospitare la XXXII edizione delle Universiadi invernali 2025.