SENATO DELLA REPUBBLICA
------------------- XVIII LEGISLATURA --------------------


9a Commissione permanente
(AGRICOLTURA E PRODUZIONE AGROALIMENTARE)


*36a seduta: mercoledì 23 gennaio 2019, ore 9


ORDINE DEL GIORNO


PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazione interrogazione svolta

INTERROGAZIONE ALL'ORDINE DEL GIORNO


TARICCO , IORI , PITTELLA , D'ARIENZO , STEFANO , CUCCA , FEDELI , GIACOBBE , FERRAZZI , GINETTI , GARAVINI , BELLANOVA - Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. -

Premesso che:

la direttiva europea 2011/110/CE definisce il miele "sostanza dolce naturale che le api - Apis mellifera - producono dal nettare di piante (…) che esse bottinano, trasformano combinandole con sostanze specifiche proprie, depositano, disidratano, immagazzinano e lasciano maturare nel favi dell'alveare"; stabilisce inoltre che: "il miele immesso sul mercato in quanto tale o utilizzato in prodotti destinati al consumo umano non è aggiunto di alcun ingrediente alimentare, neppure di additivi, e non viene effettuata alcuna altra aggiunta se non di miele";

la prima indagine sul settore effettuata dalla Commissione europea nel 2015 ha dimostrato "un'importante percentuale di frodi e adulterazioni nei mieli commercializzati nell'Unione europea", rivelando la presenza di miele annacquato e adulterato con sciroppo di mais, barbabietola e di riso;

nel database americano Pharmacopeia's Food Fraud del 2018, il miele è indicato come il terzo alimento al mondo oggetto di adulterazione, preceduto solo da latte e olio d'oliva;

considerato che:

in ogni area geografica l'apicoltura e la produzione di miele sono oggetto di flessioni sia a causa di avversità climatiche o della diffusione di parassiti, sia a causa di sempre crescenti difficoltà di carattere ecologico-ambientale, quali l'incremento delle monocolture, la riduzione del numero di api dovuta ai pesticidi, il cambiamento climatico, la diffusione di nuove parassitosi;

il rischio che soprattutto i grandi gruppi aziendali (per stabilizzare l'offerta, per non creare diseconomie organizzative e non subire perdite nonché per soddisfare la domanda in crescita) possano cedere alla tentazione di integrare i prodotti dell'alveare di provenienza certa con mieli di dubbia natura, che potrebbero essere stati oggetto di aggiunte di zuccheri di varia origine o mischiati con produzioni di bassissima qualità, distruggendone la genuinità, ed in ultima analisi alterandone illegalmente le caratteristiche, è purtroppo una crescente realtà;

a livello globale il Paese che parrebbe non risentire di flessioni o di crisi nei prodotti da apicoltura è proprio la Cina, la cui produzione aumenta costantemente ed in maniera stabile, e dal quale le importazioni nell'Unione europea sono cresciute di 10.284 tonnellate all'anno, con il miele come principale prodotto in entrata;

tali importazioni, in molti casi di dubbia conformità sia al "Codex alimentarius" sia al complessivo quadro normativo vigente all'interno dell'Unione europea, anche a causa dei sistemi impiegati dai produttori di miele in quel Paese che cambiano continuamente rendendo molto complessa l'analisi della composizione del prodotto finale;

sono ancora troppi i Paesi nei quali le barriere e le porte di controllo all'entrata di questo prodotto sono assolutamente insufficienti e che dovrebbero rafforzare i loro controlli in modo molto più puntuale ed approfondito;

rilevato che:

dal 2010 ad oggi, la domanda netta globale di miele è cresciuta, in media, di circa 20.000 tonnellate all'anno, e ciò è dovuto in parte anche al fatto che una fetta sempre maggiore della popolazione mondiale ha accresciuto la qualità della propria dieta alimentare, ma anche per la preferenza dei consumatori, sempre più interessati ad alimenti naturali e sani, che ha determinato il successo di questo nettare delle api;

il miele è un prodotto di grande pregio, risultato del lavoro e della collaborazione costruita negli anni tra api e apicoltore; è un prodotto dell'alveare e non da laboratorio; e per questo richiede tempo, pazienza ed esperienza e diventa vieppiù prezioso per via dei frequenti cambiamenti climatici, ai quali né api, né apicoltori sono in grado di far fronte, se non cercando di limitarne i danni;

il miele made in Italy ha visto accrescere la propria credibilità ed immagine a livello mondiale e il gradimento da parte dei consumatori, perché frutto di un territorio straordinario e perché percepito come autentico, e prodotto con passione e dedizione dall'apicoltura italiana;

a tutela di questa qualità il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, in questi anni, ha messo in campo azioni quali l'obbligo dell'indicazione del Paese di origine in etichettatura e l'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi (ICQRF) ha effettuato su tutto il territorio nazionale controlli sia sulla produzione che sulla commercializzazione di mieli di diversa origine botanica (uniflorali e millefiori) e diversa regime origine geografica (Stati membri della UE e Paesi terzi), nonché, sui mieli biologici, anche analisi specifiche per rilevare eventuali presenze di residui di prodotti fitosanitari non consentiti, ed anche indagini analitiche specialistiche per individuare eventuali zuccheri esogeni attraverso tecniche isotopiche IRMS (isotope ratio mass spectrometry) anche con il supporto dell'Istituto di ricerca internazionale con la fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige (Trento);

inoltre, con raccomandazione C (2015) n. 1558 del 12 marzo 2015 risulterebbe attivato nella UE un piano di controllo coordinato in tutti gli Stati membri mirante ad evidenziare frodi anche sul miele, in base al quale l'ICQRF ha eseguito centinaia di controlli;

nonostante tale impegno, da molte inchieste e analisi risulterebbe un problema "falso miele", comunemente associato a provenienza cinese che parrebbe raccolto spesso immaturo (non lasciato quindi maturare nei favi), portato nelle cosiddette "fabbriche del miele" (ambienti nei quali saranno poi gli uomini e non le api a "lavorarlo, filtrarlo e deumidificarlo"), ed oggetto di altri interventi "correttivi", risultando oltretutto spesso non in linea con la legislazione europea;

questo problema non riguarderebbe solo la produzione effettuata in Cina, ma anche in Paesi più vicini dell'est Europa, che in alcuni casi non lo producono neanche direttamente, ma contribuiscono a importarlo attraverso meccanismi di "triangolazione", operazione attraverso la quale un miele di produzione extracomunitaria entra illegalmente in un Paese membro e conseguentemente diventa "comunitario";

sono stati riscontrati casi di contraffazione attraverso addirittura il ricorso allo sciroppo di riso o di zucchero con l'aggiunta di polline ed aromi diversi, trasformando così un prodotto ottenuto in laboratorio in "miele", rendendo la contraffazione non facilmente riscontrabile in quanto gli zuccheri contenuti sono simili a quelli naturali del miele e le analisi, anche quelle isotopiche, sono oggettivamente complicate,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto;

se non ritenga necessario adottare ogni dovuta precauzione per una piena tutela dei nostri consumatori, intensificando i controlli sull'import del miele, per individuare e distinguere il falso dall'autentico, e attivando con ogni mezzo un'attenzione particolare alla tracciabilità, alla certificazione e alla definizione dell'origine del prodotto, anche al fine dell'accertamento di responsabilità e contraffazioni punibili;

se non ritenga necessario ripristinare il progetto di monitoraggio degli alveari "BeeNet", strumento essenziale di osservazione dello stato di salute degli alveari e dell'ambiente, in grado di fornire puntuali informazioni sullo stato ecologico del nostro territorio.


(3-00484)