SENATO DELLA REPUBBLICA
—— XVIII LEGISLATURA ——




Giovedì 20 settembre 2018


alle ore 9,30


38a Seduta Pubblica
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ORDINE DEL GIORNO



I. Seguito della discussione del disegno di legge:

II. Interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento (testi allegati) (alle ore 15)

INTERROGAZIONE SULLA NORMATIVA RELATIVA AL REGIME FISCALE AGEVOLATO PER LE ASSOCIAZIONI SPORTIVE DILETTANTISTICHE


(3-00214) (19 settembre 2018)

STEGER, UNTERBERGER, DURNWALDER, LANIECE - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che:

attualmente, le associazioni sportive dilettantistiche ricorrono, nella quasi totalità dei casi, al regime agevolato di cui alla legge n. 398 del 1991, che non prevede particolari esclusioni per quanto riguarda l'applicazione dell'imposta sulle operazioni commerciali attive, ma si limita a dettare specifiche modalità di determinazione dell'IVA a debito, nonché agevolazioni procedurali per quanto riguarda la gestione documentale;

nello specifico, l'articolo 74 del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, richiamato dall'articolo 2 della legge n. 398 del 1991, prevede che i soggetti rientranti nel regime agevolato siano esonerati dall'obbligo di fatturazione, ad eccezione, tra le altre, delle operazioni di sponsorizzazione, confermando in tal modo la rilevanza commerciale di questo tipo di prestazioni;

diversamente, il decreto legislativo n. 117 del 2017, recante il codice del terzo settore, prevede che gli organismi di volontariato, tra i quali rientrerebbero le associazioni sportive dilettantistiche, rispettando alcune previsioni del codice medesimo, non siano soggetti passivi IVA, qualora decidano di applicare il "regime forfettario";

il regime forfettario è disciplinato, in particolare, dall'articolo 86 del decreto legislativo n. 117 del 2017 e prevede che gli organismi di volontariato (e le associazioni di promozione sociale) non siano tenute ad applicare l'IVA qualora l'ammontare dei ricavi commerciali conseguiti nel periodo d'imposta precedente non abbia superato in totale i 130.000 euro;

l'efficacia dell'articolo 86 è, tuttavia, subordinata al via libera da parte della Commissione UE, sia sotto il profilo dell'imposta sul valore aggiunto, sia per quanto riguarda la questione relativa agli aiuti di Stato, potendo pertanto divenire effettivamente applicabile solo a partire dall'esercizio successivo a quello in cui l'approvazione da parte della UE sarà effettivamente ottenuta;

tale approvazione potrebbe costituire elemento di supporto per un'eventuale estensione dell'agevolazione alle associazioni sportive dilettantistiche che, pur non volendo (o non potendo) applicare il regime forfettario di cui all'articolo 86 citato, si trovassero in una condizione soggettiva equivalente a quella degli enti autorizzati a godere dell'esclusione da IVA, quindi associazioni sportive con ricavi commerciali inferiori ai 130.000 euro,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga che sia ipotizzabile una modifica della normativa vigente, finalizzata ad introdurre una previsione secondo cui, per le associazioni sportive dilettantistiche, le quali abbiano esercitato l'opzione per l'applicazione delle disposizioni in materia di imposte dirette ed IVA, di cui all'articolo 2 della legge n. 398 del 1991, e il cui volume di ricavi conseguiti nell'anno precedente non sia superiore al limite individuato dall'articolo 86 del decreto legislativo n. 117 del 2017, le prestazioni di sponsorizzazione da esse rese, sempre che direttamente correlate e finalizzate allo svolgimento delle attività sportive, non siano considerate effettuate nell'ambito dell'attività di impresa.


INTERROGAZIONE SULLE PROSPETTATE MISURE DI "PACE FISCALE"


(3-00209) (19 settembre 2018)

BONINO - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che:

studi recenti, tra cui quelli dell'Osservatorio conti pubblici dell'Università Cattolica di Milano e del Fondo Monetario Internazionale, quantificano i crediti effettivamente recuperabili in circa un decimo rispetto a quanto indicato da alcuni esponenti del Governo;

l'evidenza empirica e il buonsenso indicano che i ripetuti condoni portano all'aumento dell'evasione fiscale e quindi alla riduzione degli introiti;

risulta, pertanto, difficile accettare tali proposte da parte dei cittadini onesti, che pagano con alte tasse e minori servizi il costo dell'evasione,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda riferire sulle proposte di "pace fiscale" e in particolare dare una stima del gettito previsto.


INTERROGAZIONE SULLE MISURE DI WELFARE FAMILIARE E DI SOSTEGNO AL REDDITO


(3-00213) (19 settembre 2018)

CIRIANI - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che:

sono allo studio del Governo le misure da inserire nella legge di bilancio per il 2019;

le forze di maggioranza non hanno ancora definito, né con riferimento alle modalità, né con riferimento alle risorse disponibili per sostenerle, le annunciate misure in favore delle politiche per la famiglia e la natalità e gli strumenti di sostegno al reddito (reddito di cittadinanza, pensioni di cittadinanza, servizi di asilo nido in forma gratuita);

il Ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, promette quotidianamente l'introduzione del reddito di cittadinanza, e delle pensioni di cittadinanza come strumento di lotta contro la povertà;

secondo i dati Istat il numero delle famiglie in povertà assoluta è in crescita: nel 2017 c'erano in Italia 158.000 famiglie povere in più rispetto all'anno precedente, con un'incidenza che si mantiene più contenuta tra le famiglie di soli italiani (5,1 per cento), mentre si attesta su valori decisamente più elevati tra le famiglie straniere (29,2 per cento, con il Mezzogiorno che supera addirittura il 40 per cento);

l'incidenza della povertà rispetto all'anno precedente cresce di più per le famiglie straniere (con un aumento di 3,5 punti percentuali) contro il 0,7 per cento delle famiglie italiane: i dati Istat del 2017 confermano chiaramente che per le famiglie costituite di soli stranieri (1,6 milioni) il rischio di essere in povertà assoluta continua a rimanere di sei volte più elevato rispetto a quello che pende sui 23,8 milioni di famiglie italiane;

nel «Contratto per il Governo del cambiamento», ai paragrafi 18 e 19, si specifica espressamente che destinatari delle misure citate saranno le famiglie e i cittadini italiani "al fine di reinserirli nella vita sociale e lavorativa del paese";

considerato che:

con una recente pronuncia, la Corte Costituzionale, che si è occupata più volte della materia concernente l'uguaglianza nell'accesso al welfare, non ha escluso che il legislatore possa prevedere il possesso di specifici requisiti, anche di natura residenziale, attestanti il radicamento del soggetto interessato, a condizione che ciò avvenga in aderenza ai principi costituzionali espressi all'articolo 3, nonché della disciplina europea (il caso riguardava il riconoscimento di un cosiddetti bonus affitti);

la Corte di giustizia dell'Unione europea, con una sentenza del 2012, ha stabilito che il diritto dell'Unione europea osta ad una normativa nazionale che, nell'ambito della distribuzione dei fondi destinati al sussidio per la casa, riservi ai cittadini di Paesi terzi un trattamento diverso rispetto a quello dei cittadini dello Stato membro ove essi risiedono;

anche nel 2014 la Corte di giustizia dell'Unione europea ha ritenuto discriminatoria e illegittima l'esclusione di stranieri regolarmente soggiornanti da prestazioni sociali familiari (il caso riguardava proprio un cittadino tunisino regolarmente soggiornante in Italia),

si chiede di sapere se le misure di welfare familiare e di sostegno al reddito di cui in premessa saranno effettivamente riservate alle sole famiglie e ai cittadini italiani, come espressamente scritto nel contratto di Governo, e, in caso positivo, se ciò sia compatibile con la normativa europea e non presenti piuttosto aspetti discriminatori.


INTERROGAZIONE SULLE RISORSE NECESSARIE A FINANZIARE LE MISURE PREVISTE NEL CONTRATTO DI GOVERNO


(3-00215) (19 settembre 2018)

BERNINI, MALAN, MALLEGNI, PICHETTO FRATIN, DAMIANI, FANTETTI, FERRO, SACCONE - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che:

l'economia italiana sta vivendo una situazione di incertezza e di possibile rallentamento congiunturale, in cui si evidenzia il forte aumento del rendimento che l'Italia è costretta a pagare per collocare i propri titoli di Stato, cosa che costituisce un costo immediato e concreto, e al tempo stesso un dato molto indicativo; si tratta di un rendimento ormai stabilmente superiore di almeno mezzo punto rispetto ai valori segnati fino alla primavera 2018; il confronto con gli analoghi tassi che ottiene la Germania, misurato con il cosiddetto spread, almeno 100 punti sopra la media del 2017, conferma che non si tratta di una tendenza internazionale ma di un fenomeno tutto italiano;

negli ultimi giorni, il Ministro in indirizzo ha più volte dichiarato pubblicamente di voler mantenere il programma di governo entro i limiti di bilancio necessari per conservare la fiducia dei mercati finanziari e, quindi, evitare l'instabilità finanziaria che potrebbe danneggiare la crescita e rendere ancora più oneroso il costo del debito italiano;

destano peraltro preoccupazione le recentissime dichiarazioni dello stesso Ministro che, a più riprese, ha definito la flat tax "classica", a una o due aliquote, ormai "superata e tramontata";

con tale impostazione contrastano, tuttavia, le dichiarazioni di autorevoli esponenti del governo nonché dei vice presidenti del Consiglio dei ministri, che si sono detti pronti ad approvare nella prossima legge di bilancio la cosiddetta flat tax, il reddito di cittadinanza, la riforma delle pensioni, anche mediante uno sforamento del vincolo europeo del 3 per cento;

in questo scenario è fondamentale che l'azione del Governo non deteriori ulteriormente il livello di fiducia dei mercati e di credibilità internazionale;

tutte le principali istituzioni economiche, nazionali e internazionali, hanno recentemente rivisto al ribasso le stime di crescita del prodotto interno lordo italiano, sia per il 2018 che per il 2019; tale revisione provoca automaticamente il peggioramento del rapporto tra debito e prodotto interno lordo, richiedendo al Governo ulteriori sforzi correttivi per mantenere gli obiettivi in grado di rassicurare gli investitori, peraltro concordati con l'Unione europea;

la spesa per interessi sul debito rischia comunque di aumentare ulteriormente per via della cessazione del programma di quantitative easing della Banca centrale europea a partire da gennaio 2019, e aggiungere contemporaneamente altra spesa è molto imprudente;

il Governo si è impegnato ad impedire in qualsiasi modo l'aumento delle aliquote Iva previste dalle "clausole di salvaguardia", un intervento di sterilizzazione che richiede risorse pari a 12,4 miliardi di euro;

tra poco più di un mese il Governo dovrà varare la legge di bilancio per il prossimo triennio;

le misure che in essa verranno definite saranno il banco di prova per la tenuta della maggioranza di questo Governo che, dopo mesi di annunci a giudizio degli interroganti finalizzati alla propaganda, dovrà concretamente attuare il proprio programma, assumendosi le proprie responsabilità davanti agli italiani;

dalle dichiarazioni fatte negli ultimi giorni da vari esponenti di Governo, in particolar modo dal ministro Di Maio che ha dichiarato all'Ansa di pretendere che il Ministro dell'economia di un governo del cambiamento trovi i soldi per gli italiani che momentaneamente sono in grande difficoltà, a giudizio degli interroganti emerge un approccio del tutto inappropriato alla realtà economica, oltre a un'imbarazzante discordia nell'ambito del Governo, a dispetto del solenne contratto,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga di chiarire attraverso quali iniziative e con quali risorse intenda attuare le misure citate in premessa alle quali, stanti le dichiarazioni degli altri componenti del Governo, non si potrà derogare.


INTERROGAZIONE SUL PROGRAMMA DI ACQUISTO DI DRONI DA PARTE DELL'AERONAUTICA MILITARE


(3-00216) (19 settembre 2018)

MARCUCCI, VATTUONE, COLLINA, GARAVINI, ROJC, MALPEZZI, MIRABELLI, FERRARI, BINI, CIRINNA' - Al Ministro della difesa - Premesso che:

il programma relativo all'acquisto dei droni P2HH è finalizzato ad evitare di disperdere le straordinarie competenze italiane, tutelando la nostra industria e le nostre capacità di difesa in un settore strategico e con enormi ricadute tecnologiche e occupazionali;

il programma avrebbe l'effetto di mettere il nostro Paese all'avanguardia nella produzione di velivoli senza pilota, per tratte di lunga durata e a media altitudine;

come ha anche illustrato ampiamente il capo di Stato maggiore dell'Aeronautica militare Vecciarelli nell'audizione di pochi giorni fa, i droni P2HH vanno considerati uno strumento e una risorsa a disposizione di tutto il Paese, delle università, del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché a disposizione degli enti locali, per il monitoraggio dei trasporti la repressione dell'abusivismo e molteplici altri usi di pubblico interesse;

considerato che, in attesa della decisione del Governo, c'è in sospeso una commessa da 766 milioni di euro di soldi pubblici. È indispensabile una decisione a breve. Non servono nuove audizioni e altri tentennamenti per poi finire sul solito "binario morto",

si chiede di sapere come intenda procedere il Governo, se andare avanti con il programma o fermare l'intera operazione.


INTERROGAZIONE SULL'INCIDENTE SUL LAVORO AVVENUTO NELLO STABILIMENTO MILITARE DI RIPRISTINI E RECUPERI DEL MUNIZIONAMENTO DI NOCETO (PARMA)


(3-00211) (19 settembre 2018) (Già 4-00164) (29 maggio 2018)

SAPONARA - Al Ministro della difesa - Premesso che:

il 21 maggio 2018 un operaio di 37 anni è rimasto ferito in modo grave per un incidente sul lavoro avvenuto nello stabilimento militare di ripristini e recuperi del munizionamento situato a Noceto (Parma);

secondo i primi riscontri, stando a quanto riportato dalla stampa locale, l'uomo sarebbe stato investito dall'esplosione di un ordigno bellico di natura artigianale che stava rendendo inerte;

lo stabilimento militare di ripristini e recuperi del munizionamento di Noceto, a suo tempo una fabbrica che produceva proiettili, ospita attualmente un impianto di distruzione di esplosivi e residuati bellici al quale sono addetti circa 50 dipendenti civili e una decina di militari;

sul luogo dell'incidente, oltre ai medici del 118, sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri;

l'operaio ferito è stato ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale "Maggiore" di Parma, avendo riportato nell'incidente diverse ferite, fra cui una grave lesione a un arto;

l'incidente occorso il 21 maggio non è il primo del suo genere. Di un precedente risalente al gennaio 2015 diede conto il direttore pro tempore, colonnello Giulio Botto, nel corso di un'audizione svoltasi il 12 aprile 2017 presso la Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti dell'utilizzo dell'uranio impoverito;

con riferimento alla struttura di Noceto, le rappresentanze sindacali hanno chiesto "l'immediata sospensione delle lavorazioni, in attesa delle opportune verifiche e fino a quando non siano state compiute tutte le operazioni di messa in sicurezza dello stabilimento e dei lavoratori coinvolti attraverso il completo adeguamento dei processi lavorativi alla normativa che disciplina la sicurezza nei luoghi di lavoro, dando corso a tutti gli adempimenti previsti dal decreto legislativo n. 81/2008";

lo stabilimento di Noceto è gestito dall'Agenzia industrie difesa, in cui è confluita buona parte dell'area tecnico-industriale appartenente alle forze armate, al dichiarato scopo di accrescerne l'efficienza, alleggerendo parallelamente gli oneri a carico del bilancio del dicastero militare,

si chiede di sapere quali misure il Ministro in indirizzo intenda assumere per prevenire incidenti di questo tipo, garantendo efficacemente la sicurezza di coloro che prestano la propria delicata attività lavorativa nello stabilimento militare di ripristini e recuperi del munizionamento di Noceto, anche con investimenti che ne assicurino l'ammodernamento costante.


INTERROGAZIONE SUL RAFFORZAMENTO DELLE STRUTTURE E DEL PERSONALE MILITARE NEL MEZZOGIORNO D'ITALIA


(3-00212) (19 settembre 2018)

MININNO, DONNO, BOGO DELEDDA, BOTTICI, CASTIELLO, FEDE, MAIORINO, ORTIS, ROMAGNOLI - Al Ministro della difesa - Premesso che:

tra gli impegni sottoscritti nel "contratto per il governo del cambiamento", al capitolo 9, si stabilisce che "al fine di migliorare e rendere più efficiente il settore della Difesa risulta prioritaria la tutela del personale delle Forze Armate", con esplicito riferimento al tema del "ricongiungimento famigliare". Questo tema, profondamente sentito dal personale militare, non è di semplice soluzione, in quanto, a fronte di una massiccia presenza di basi militari nel Nord Italia, circa l'80 per cento del personale proviene dal Meridione e nella maggioranza dei casi, per varie ragioni, ambisce a ritornarvi;

ad avviso degli interroganti il Parlamento ha il dovere di farsi carico di questo problema. Per questo motivo, è stato presentato in Senato, a prima firma del senatore primo firmatario del presente atto, un disegno di legge in tema di "congiungimento famigliare", che si propone l'obiettivo di garantire maggiori tutele alla stabilità e serenità della famiglia, diritto fondamentale sancito dall'articolo 29 della Carta Costituzionale, evitando, per quanto possibile, gravi traumi familiari in relazione a quelle categorie di dipendenti pubblici, maggiormente soggette a trasferimenti di sede, tutelando, peraltro, le amministrazioni stesse, dal momento che le conseguenze della divisione familiare si ripercuotono inevitabilmente anche sul servizio del militare, oltre che sulla sua famiglia;

questo strumento da solo, però, non è risolutivo; anzi, al contrario, gli effetti di questa norma risulterebbero vanificati dalla carenza di posizioni organiche negli enti dislocati nel Sud Italia;

è noto, infatti, che ai sensi dell'art. 19 della legge n. 183 del 2010, lo stato giuridico del personale del comparto difesa, "in dipendenza della peculiarità dei compiti, degli obblighi e delle limitazioni personali, previsti da leggi e regolamenti, per le funzioni di tutela delle istituzioni democratiche e di difesa dell'ordine e della sicurezza interna ed esterna, nonché per i peculiari requisiti di efficienza operativa richiesti e i correlati impieghi in attività usuranti", è articolato in un complesso di doveri e diritti assolutamente singolare, differente, nella sostanza, rispetto a quello degli altri dipendenti pubblici;

peraltro, il decreto legislativo n. 165 del 2001, nel dettare le "norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche", all'art. 3, stabilisce che il rapporto d'impiego del personale militare resta regolamentato da norme speciali di diritto pubblico, sottraendolo al regime di lavoro subordinato "privatistico", proprio di altre amministrazioni pubbliche. Esiste, pertanto, una inevitabile prevalenza dell'interesse pubblico delle amministrazioni militari rispetto alle legittime richieste ed aspettative del dipendente con le stellette;

la logica conseguenza è che, seppur in possesso di tutti i requisiti per ottenere un trasferimento di sede, il militare si troverà, comunque, nelle condizioni di non essere movimentato perché, in caso di automatismo, le amministrazioni militari otterrebbero un eccesso di personale nelle basi del Meridione con corrispondente riduzione in quelle del Nord, che porterebbe a rendere queste ultime poco o per nulla efficienti,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda implementare la presenza delle infrastrutture e del personale militare nel Mezzogiorno del Paese, con conseguente riduzione di quelli attualmente presenti al Nord, con particolare riferimento a quelle unità, i cui compiti non derivino da una motivazione strategica o operativa, per la quale si renda necessaria una specifica allocazione geografica.