Supported Employment. Disabili psichici e inserimento lavorativo: due progetti sperimentali dell'ASVAPP

Foto Supported Employment. Disabili psichici e inserimento lavorativo: due progetti sperimentali dell'ASVAPP

Nei Paesi OCSE solo il 40% dei disabili ha un lavoro. Stigma sociale, diffidenza delle aziende e difficoltà nell'inserimento emarginano ulteriormente i più fragili: solo il 25% di chi soffre di una patologia psichica ha trovato un'occupazione.

In Italia l'inserimento di chi soffre di handicap fisici o mentali è ancora più basso, 18 persone su 100. E per i disabili psichici spesso non si riesce ad andare oltre l'offerta - quasi assistenziale - di un periodo di tirocinio.

Quali sono le alternative? Il Supported Employment è una forma di politica attiva che all'estero ha funzionato molto bene: guarda ai suoi beneficiari come "lavoratori" e non come "pazienti" con l'obiettivo di inserirli tempestivamente, grazie all'accompagnamento di un job coach - nel mercato del lavoro competitivo. Questo intervento è testato da tempo negli Stati Uniti e in molti paesi europei, mentre in Italia l'evidenza sul suo funzionamento è ancora scarsa.

L'ASVAPP (Associazione per lo Sviluppo della Valutazione dell'Analisi delle Politiche Pubbliche) sta colmando questa lacuna. Partendo dal progetto Lavoro&Psiche realizzato in Lombardia tra il 2008 e il 2013 - coinvolti 29 centri psicosociali delle province di Bergamo, Como, Sondrio e Milano - ha messo a punto TSUNAMI, una ricerca sperimentale finanziata dalla Commissione europea e attualmente in corso in Piemonte. I soggetti sono reclutati tra i disoccupati iscritti ai Centri per l'impiego. Il progetto si concluderà nel 2019.



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