Mercoledì 15 Luglio 2020 - 240ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 09:32)

A conclusione del dibattito sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista del Consiglio europeo straordinario del 17 e 18 luglio 2020, l'Assemblea ha approvato la proposta di risoluzione di maggioranza e ha respinto le altre.

Il Presidente del Consiglio Conte ha comunicato che nella prossima riunione a Bruxelles si discuterà la proposta della Commissione europea del 27 maggio di un fondo per la ripresa di 750 miliardi (500 di sovvenzioni e 250 di prestiti), il quadro finanziario pluriennale 2021-2027, la proposta franco-tedesca del 18 maggio. Entrambe le proposte, quella della Commissione e quella franco-tedesca, sono coerenti con quanto l'Italia ha affermato: occorrono strumenti finanziari innovativi in un quadro di solidarietà e debito comune per affrontare una crisi simmetrica senza precedenti, rispetto alla quale risposte nazionali appaiono anacronistiche, inefficaci, condannate al declino. Il rischio Covid, che viene dopo due crisi finanziarie, chiama in causa i pilastri della UE, la difesa delle catene del valore europee, la convergenza sociale. Le istituzioni europee, d'altronde, hanno già assunto decisioni che hanno superato l'angusta impostazione rigorista: la sospensione del patto di stabilità, la flessibilità sugli aiuti di Stato, i programmi d'acquisto della BCE, la linea Sure e il fondo BEI. L'Italia ha dato un contributo decisivo alla nuova impostazione: il Recovery fund è stato definito necessario e urgente e le decisioni vanno assunte entro luglio evitando compromessi al ribasso; i criteri di allocazione del Next generation Europe non vanno stravolti e la governance deve rimanere in capo alla Commissione; va confermata la centralità degli obiettivi sociali, dei parametri dello Stato di diritto e dell'economia verde e occorrono nuove risorse per il bilancio europeo. Sulla questione dei rebates, il loro mantenimento è condizionato all'apertura su un accordo di alto profilo sul Next generation Europe. Dopo la pausa estiva l'Italia, che assume la responsabilità di un programma di riforme, presenterà un piano nazionale di ripresa e resilienza.

Nella successiva discussione, il sen. Casini (Aut) ha apprezzato l'iniziativa franco-tedesca e ha giudicato irricevibili le lezioni di Paesi che godono di inaccettabili privilegi fiscali; i sen. Romano e Pellegrini (M5S) hanno posto l'accento sulla discontinuità di politiche economiche e sullo slancio europeista impresso dal Governo italiano; il sen. Paragone (Misto) ha spiegato che i soldi del Recovery fund non andranno all'economia reale; il sen. Saccone (FI) ha invitato il Premier ad aprirsi al confronto con l'opposizione, evidenziando che i decreti non hanno prodotto gli effetti sperati e l'Italia non riesce a spendere i fondi; il sen. Candiani (L-SP) ha confrontato le mille pagine del decreto rilancio di 55 miliardi con le quattro pagine del provvedimento con cui la Germania ha stanziato 130 miliardi; la sen. Mantovani (M5S) ha posto l'accento sulla necessità di un piano di digitalizzazione del Paese, di investimento sulla cultura scientifica e di contrasto alla fuga di cervelli; il sen. Urso (FdI) ha ricordato che, secondo stime di organizzazioni internazionali, l'Italia è tra i Paesi più avanzati quello più colpito dalla crisi Covid, con una caduta del Pil di 12 punti percentuali: in questo quadro, il Paese non può attendere, le uniche misure europee efficaci sono state quelle della BCE; il sen. Richetti (Misto) ha insistito sul ricorso al Mes quale unico strumento che mette a disposizione risorse immediate; la sen. Giammanco (FI) ha posto l'accento sul fattore tempo, ha chiesto informazioni sui fondi europei per la sicurezza sociale, ha invitato il Governo a non dimenticare il Sud e il ponte sullo Stretto; il sen. Iwobi (L-SP) ha ricordato il deficit democratico delle istituzioni europee e il ruolo strategico dell'Italia nel Mediterraneo; la sen. Ginetti (IV) ha osservato che la creazione di uno strumento di debito comune europeo toglie spazio ai sovranisti e che il ricorso al Mes è irrinunciabile se sarà prorogato lo stato di emergenza; il sen. Alfieri (PD) ha ipotizzato un nuovo ruolo europeo nell'ordine mondiale governato da USA e Cina e ha sottolineato il lavoro svolto dall'attuale Governo per superare l'isolamento e l'ostilità del Governo precedente; il sen. Romani (FI) ha chiesto al Presidente Conte se il ricorso al Mes consente alla BCE di acquistare titoli sul mercato primario, anziché sul mercato secondario, e se il programma dell'Europa digitale e verde è compatibile con la struttura industriale dell'Italia; il sen. Salvini (L-SP) ha ricordato i provvedimenti assunti in autonomia dai Governi di Francia, Germania e Regno Unito, mentre in Italia le imprese hanno anticipato la cassa integrazione, le banche non hanno erogato credito, il Governo non ha rinviato le scadenze fiscali e attende soldi europei che arriveranno forse nella primavera del 2021; la sen. Ricciardi (M5S) ha ricordato gli effetti distorsivi della politica fiscale olandese e ha auspicato un piano italiano di autofinanziamento, basato su titoli e crediti fiscali come strumenti di scambio.

La Presidenza ha comunicato la presentazione di cinque proposte di risoluzione (v. allegato del resoconto stenografico): la n. 1 sottoscritta dai Capigruppo di maggioranza, la n. 2 del sen. Calderoli (L-SP), la n. 3 della sen. Bonino (Misto) e altri, la n. 4 firmata dai Capigruppo di opposizione, la n. 5 del sen. Paragone (Misto) e altri. Il Governo ha espresso parere favorevole sulla proposta di maggioranza e contrario sulle altre.

Hanno svolto dichiarazione di voto a favore della proposta di maggioranza la sen. Unterberger (Aut), il sen. Errani (Misto-LeU) il quale ha ricordato che spetta all'Italia scegliere quali strumenti europei utilizzare; la sen. Garavini (IV) la quale ha annunciato voto favorevole anche alla proposta n. 3 che chiede il ricorso al Mes; il sen. Pittella (PD) ha sottolineato che è interesse del Paese fare le riforme e ha annunciato con dispiacere voto contrario alla proposta n. 3 che esula dalle questioni all'ordine del giorno. Il sen. Perilli (M5S) ha accusato l'opposizione di retorica propagandistica, sottolineando che il Recovery fund sarà operativo entro gennaio, il Mes non è stato attivato, i ricollocamenti dei migranti sono decuplicati rispetto al precedente Governo. La sen. Bonino (Misto) ha presentato una risoluzione a favore del Mes per rafforzare la trattativa del Presidente del Consiglio: il Paese ha fame di liquidità, il Mes è stato istituito dopo la crisi greca ed è stato utilizzato con successo dal Portogallo. Dall'opposizione, il sen. Fazzolari (FdI) ha argomentato che il ricorso al Mes è un atto di sottomissione per dimostrare che l'Italia ha bisogno dell'Europa, in realtà il pacchetto europeo non regala nulla al Paese che rimane invece un contributore netto: il Presidente del Consiglio dovrebbe puntare a riequilibrare rapporti di forza sfavorevoli. La sen. Bernini (FI) ha rilevato i cambiamenti europei ma ha esortato il Governo a padroneggiare e utilizzare bene le risorse, a presentare in Europa un piano di riforme più concreto e dettagliato, a revocare l'ipotesi di prorogare lo stato di emergenza. Il sen. Bagnai (L-SP) ha chiesto il voto parlamentare sui singoli strumenti europei e ha decostruito il racconto del contributo italiano alla svolta europea: non esiste alcuna pioggia di miliardi, l'Europa non ha raccolto le risorse e non ha ancora deciso come raccoglierle, in ogni caso si tratta di risorse che andranno rimborsate con tasse e contributi al bilancio UE.

L'Assemblea ha avviato l'esame del ddl n. 1874, conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, recante misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19 (decreto rilancio), già approvato dalla Camera dei deputati.

Il Presidente della Commissione bilancio ha riferito sui lavori della Commissione, che non ha concluso l'esame in sede referente: considerata l'estrema ristrettezza dei tempi di conversione, di comune accordo si è rinunciato a esaminare 1500 emendamenti, nella consapevolezza della necessità dell'intervento che utilizza lo scostamento di 55 miliardi. Il sen. Pesco (M5S) ha però espresso delusione per l'impossibilità del Senato di apportare modifiche: i tempi di esame di ciascuna Camera dovrebbero essere rigorosamente limitati per consentire la doppia lettura.

Il ddl è discusso senza relazione nel testo di 265 articoli trasmesso dalla Camera. Reca interventi per il sistema sanitario, la protezione civile, la pubblica sicurezza e le forze armate; fornisce liquidità e strumenti di protezione sociale alle imprese, ai lavoratori e alle famiglie; garantisce e incentiva l'adozione di tutte le misure necessarie a tutelare la sicurezza sui luoghi di lavoro, pubblici e privati; sostiene le attività produttive e la domanda interna (v. relazione illustrativa nella Commissione bilancio della seduta del 13 luglio).

Alla discussione hanno partecipato i sen. Grassi, Pellegrini, Lucidi, Fusco, Roberta Ferrero, Zuliani, Maria Saponara, Pillon, Simona Pergreffi, Vallardi, Ripamonti, Tiziana Nisini, Michelina Lunesu, Briziarelli, Candiani, Bossi (L-SP); Fiammetta Modena, Perosino, Floris, Mallegni, Maria Gallone, Damiani, Pichetto Fratin (FI); Mautone, Michela Montevecchi, Quarto, Maria Castellone, Cioffi (M5S); De Bertoldi, Urso, Zaffini (FdI); Steger (Aut), Comincini (IV), D'Arienzo, Mirabelli (PD). Negli interventi delle opposizioni è stato rilevato che il provvedimento è ipertrofico e complicato, richiedendo un centinaio di decreti attuativi e contenendo troppe misure parziali ed elettoralistiche; per il taglio assistenziale degli interventi, si presta a tamponare più che a rilanciare l'economia; in un quadro in cui sono peggiorate le stime relative alla produzione industriale e all'occupazione del Paese, si profilano rischi concreti di declassamento economico e di tensione sociale. Gli interventi di maggioranza hanno ricordato le principali misure, dalla proroga degli ammortizzatori sociali agli investimenti sulla sanità, dall'ecobonus ai contributi a fondo perduto per le imprese, dal taglio dell'Irap alla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia.

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento D'Incà ha posto la questione di fiducia sull'approvazione del ddl, nel testo licenziato dalla Camera. La Conferenza dei Capigruppo ha organizzato la discussione di fiducia che si svolgerà domani; alle ore 15 è confermato il sindacato ispettivo. Martedì prossimo è prevista la discussione di mozioni e la Conferenza tornerà a riunirsi per decidere il calendario delle prossime settimane.

(La seduta è terminata alle ore 20:01 )



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