Il Presidente: Discorsi

Documentario “Cieli Rossi, Bassano in Guerra”

Intervento del Presidente del Senato, Pietro Grasso, nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani

28 Novembre 2017

Presidente Marini, Sottosegretario Baretta, Professor Mondini,

vorrei come prima cosa rivolgere un sentito ringraziamento al Circolo dei veneti a Roma per aver organizzato questa giornata e al Comitato Storico Scientifico per gli Anniversari di Interesse Nazionale per aver offerto il proprio patrocinio a questa iniziativa.
Sono molto lieto di essere qui con voi alla presentazione di questo documentario, frutto di un lavoro lungo e meticoloso, che ci offre una prospettiva inedita degli anni della Grande Guerra.

È uno sforzo prezioso che ripercorre un evento che ha cambiato la storia del nostro continente, modificando i confini geografici, geopolitici, culturali e sociali dei popoli coinvolti. La principale eredità della guerra fu proprio la dissoluzione dell'ordine europeo allora esistente, il suicidio dell'Europa, come venne definito.

Questo documentario contribuisce a trasmettere l'orrore del conflitto mondiale a chi non l'ha vissuto, descrivendone con rigore storico il suo divenire, il suo volto più crudo. Sono passati cento anni eppure, attraverso un racconto semplice ed efficace, supportato da filmati e fotografie originali di altissimo valore culturale, ci è offerta l'opportunità di calarci pienamente nell'atmosfera di allora. L'Italia - così come le altre potenze protagoniste del conflitto - non sarebbe stata più la stessa.

Il nostro fronte fu il luogo sul quale si consumò una vera e propria tragedia nazionale che ha segnato la nostra comunità con profonde ferite. Mi ha colpito molto la metafora di una "fornace che inghiottiva migliaia di soldati". È stato proprio così: a ben guardare ognuno di noi - nella propria famiglia - custodisce i racconti di chi visse in prima persona quell'orrore.

La Storia della Grande Guerra - quella con la s maiuscola - si compone infatti di un mosaico di migliaia e migliaia di singole storie di uomini che combatterono nelle trincee, si fecero coraggio nonostante le difficoltà e le privazioni, resistettero in condizioni difficilissime e difesero fino allo stremo il nostro Paese. La durezza e le privazioni di quei mesi ci convinsero che la guerra non aveva nulla di positivo ma era solo veicolo di morte e sofferenza.

Concludo ringraziando Giorgia Lorenzano e Manuel Zarpellon - autori e registi del documentario - e con loro il professor Mondini, che hanno saputo restituirci un affresco così potente ed evocativo, così reale e profondo. Grazie perché raccontare e approfondire la storia della nostra terra, delle sue ferite, della sua gente è la premessa per mettere le giovani generazioni e quelle future nella condizione di non ripetere gli errori del passato.

Buon lavoro a tutti.



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