Il Presidente: Discorsi

Festa della Brigata Folgore

14 Novembre 2009

Autorità, Signore e Signori, cari Paracadutisti,
sono particolarmente lieto di portare il saluto del Senato della Repubblica ai partecipanti alla cerimonia odierna, nel corso della quale, celebrando la festa della Specialità, salutiamo l'avvicendamento del Comandante la Brigata e accogliamo il ritorno dei veterani dal teatro afghano.

La celebrazione di oggi è un evento solenne è impegno di memoria, di riflessione e di insegnamento. Un'occasione che nasce dall'incontro e dal dialogo fra le generazioni, fra gli eventi lontani e quelli recenti. Ho voluto essere tra voi per dimostrarvi la mia vicinanza e onorare chi purtroppo non può essere qui con noi.

Gli uomini che hanno dato la vita per la pace e la democrazia sono eroi non solo della nostra Patria; sono eroi della libertà che non saranno mai dimenticati, che vogliamo fortemente sentire ancora presenti tra noi. Anche per questo l'altro ieri in occasione dell'Anniversario della strage di Nassiriya, il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge che istituisce la giornata della memoria per i Caduti, militari e civili di tutte le missioni di pace. Desidero, quindi, stringermi con profondo affetto ai familiari dei nostri Caduti. Un sincero saluto va a tutti gli altri familiari, nella piena consapevolezza che su di loro grava il fardello più pesante, quando i loro cari sono in missione internazionale.

La Brigata Folgore ha una storia gloriosa. Voglio qui ricordare i primi lanci pionieristici in Libia negli anni '30, la fervida opera di preparazione nella piana di Tarquinia fino al severo impegno di oggi nella polvere dell'Afghanistan, compiuto con grande professionalità e coraggio.

La battaglia di El Alamein, di cui oggi celebriamo il 67° anniversario, rappresenta un evento altissimo, costituisce esempio e monito per tutti di amor di Patria e senso del dovere. Ancor oggi la lettura delle memorie di quanti si batterono eroicamente in quelle infuocate sabbie africane suscita viva commozione e incondizionata ammirazione. La storia non dimenticherà mai il valore dei leoni della Folgore che si sacrificarono per difendere i valori della Patria.

Sono trascorsi tanti lustri da quei tragici eventi. E oggi, l'Italia e l'Europa, il popolo, le Istituzioni e le Forze Armate ritrovano una forte coesione, sotto i principi della nostra Costituzione democratica, scritta da una classe politica uscita dall'esilio, dalla guerra, dalla lotta di Liberazione. Sul solido fondamento di questo nuovo patto sono rinate le Forze Armate dell'Italia repubblicana rette da un ordinamento ispirato allo spirito democratico della Repubblica, fedeli esecutrici degli indirizzi espressi dal Governo e dal Parlamento liberamente eletto, sotto l'alto comando del Capo dello Stato, simbolo e garante dell'unità nazionale.

Sono i princìpi che la Costituzione ci ha affidato sessant'anni or sono, dettati dalla nostra storia, che mantengono intatto il loro valore e che tuttora devono ispirare la nostra azione: il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà dei popoli, il sacro dovere per ogni cittadino di difendere la Patria, il richiamo all'Italia ad operare attivamente nei teatri internazionali per la pace e la giustizia fra le nazioni.

E' alla luce di questi principi che si legge la storia delle nostre Forze armate dell'ultimo sessantennio. Una storia segnata dal quotidiano adempimento del silenzioso dovere della preparazione e dell'addestramento, per il mantenimento della pace nel quadro delle nostre alleanze; per il soccorso delle popolazioni ogni volta che una tragedia ha colpito il nostro popolo; e poi, da un quarto di secolo a questa parte, per il nuovo e impegnativo compito delle missioni internazionali di pace, a partire dalla prima missione in Libano.

Un elenco, quello delle missioni internazionali, ormai lungo, che ha visto le nostre Forze armate rappresentare l'Italia con dignità e onore nei teatri più lontani e difficili, mostrando al mondo un'immagine della quale a buon diritto possiamo andare orgogliosi: quella di soldati, marinai, aviatori e carabinieri non secondi a nessuno per capacità, preparazione e coraggio, e unici per la sensibilità nel coniugare le doti del combattente con la comprensione della straordinaria complessità culturale, sociale e politica dei contesti in cui sono chiamati ad operare. Capacità, preparazione e sensibilità che ho constatato personalmente tutte le volte che mi sono recato a trovare i nostri ragazzi in missione nel mondo. Sono qualità in cui la Folgore ha raggiunto livelli di eccellenza.

Vi sono particolarmente vicino, ragazzi. Ho avuto il piacere di essere stato tra i baschi amaranto quando iniziò la vostra missione in Afghanistan. Donai al Generale Castellano un'ampolla con la terra di 'El Alamein: un simbolo di sacrificio e dedizione. Sono poi tornato tra voi ad Herat dopo il terribile attentato del 17 settembre; ora siamo di nuovo assieme in Patria. Avete onorato la vostra storia e il Paese.

Saluto quindi il Generale Castellano, Comandante uscente, che ha svolto un difficile compito, confermando le migliori tradizioni della Folgore. Rivolgo un augurio caloroso al generale D'Apuzzo, che gli subentra, certo che saprà fare altrettanto. Rivolgiamo un ricordo anche a coloro che sono caduti nell'adempimento dell'oscuro ma fondamentale compito dell'addestramento, per conservare e trasmettere un prezioso patrimonio di capacità e di tradizione: è di pochi giorni or sono l'anniversario della tragedia di Meloria in cui persero la vita quarantasei paracadutisti della Folgore e sei uomini dell'equipaggio britannico.

Rendiamo omaggio a quanti sono caduti nelle missioni all'estero, in fedele adempimento di un mandato conferito dal Governo e dal Parlamento, nel rispetto della Costituzione. Dal loro ricordo, dal loro esempio ci giungano insegnamenti a restare fedeli alle tradizioni delle Forze Armate, a mantenere sempre saldo e vitale il legame che le unisce alla popolazione, a saper trovare ogni giorno il delicato punto di equilibrio fra la massima capacità operativa da una parte, e umanità e rispetto della persona dall'altro.

E quanti hanno responsabilità politiche, al Governo e in Parlamento, nella maggioranza e all'opposizione, mantengano forte la consapevolezza del valore e del sacrificio di tutti gli uomini con le stellette che hanno scelto di servire la Patria. Continuino ad assicurare direttive chiare, obiettivi realistici, coerenza fra fini assegnati e mezzi per raggiungerli. Facciano sentire che, pur nelle legittime differenze di opinioni e giudizi, il Paese è comunque sempre al fianco dei suoi figli, ai quali ha assegnato un compito difficile, rischioso, impegnativo.
A tutti voi, ragazzi di ieri e di oggi della Folgore, il mio fiero e affettuoso abbraccio e la mia riconoscenza per quanto avete fatto, per quanto farete. Sappiate che l'Italia è orgogliosa di voi.

Viva la "Folgore", viva l'Esercito, viva l'Italia.



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