Giovedì 12 Luglio 2012 - 764ª Seduta pubblica (Antimeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 09:37)

Con distinte votazioni, all'esito dell'esame disgiunto dei rispettivi articolati, il Senato ha approvato i tre disegni di legge di ratifica all'ordine del giorno. Si tratta del ddl n. 2914 di ratifica ed esecuzione della Decisione del Consiglio europeo 2011/199/UE che modifica l'articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea relativamente a un meccanismo di stabilità per gli Stati membri la cui moneta è l'euro, fatta a Bruxelles il 25 marzo 2011; del ddl n. 3239 di ratifica ed esecuzione del Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell'Unione economica e monetaria tra i Paesi dell'UE ad eccezione della Repubblica ceca e del Regno Unito, fatto a Bruxelles il 2 marzo 2012; e del ddl n. 3240 di ratifica ed esecuzione del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità (MES), con Allegati, fatto a Bruxelles il 2 febbraio 2012.

In precedenza, dopo gli ultimi interventi in discussione generale congiunta dei sen. Cabras (PD) e Bettamio (PdL), in sede di replica il Ministro per gli affari europei Moavero Milanesi aveva sottolineato l'importanza della creazione di un meccanismo di stabilità per i Paesi dell'eurozona in un contesto di rigore disegnato dal fiscal compact. Grazie alle decisioni assunte in sede di Consiglio europeo sarà possibile evitare la diffusione incontrollata della crisi del debito sovrano che ha colpito alcuni Paesi europei. Si apre peraltro la prospettiva dell'emanazione di eurobond a sostegno degli impegni già assunti per la riduzione del debito e l'obbligo del pareggio di bilancio. Contemporaneamente alle misure volte a garantire il necessario rigore, il Consiglio europeo ha definito le politiche per la crescita e l'occupazione anche in virtù del contributo di idee venuto dall'Italia che deve continuare a mantenere l'attuale ruolo di protagonismo costruttivo.

Le dichiarazioni di voto sui tre provvedimenti hanno evidenziato un'ampia maggioranza a favore delle ratifiche, ad eccezione dei Gruppi IdV e MPA-AS che hanno motivato il voto di astensione e del Gruppo LNP che ha dichiarato voto contrario. Sono intervenuti i sen. Pedica, Mascitelli, Pardi e, in dissenso, Lannutti (IdV), Musso, D'Alia (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI), Paolo Franco, Bricolo, Massimo Garavaglia (LNP), Bettamio, Mantica (PdL), Palmizio (CN:GS-SI-PID-IB-FI), Pistorio (Misto-MPA-AS), Tonini, Agostini (PD) e Germontani (Terzo Polo:API-FLI).

E' stato anzitutto notato come l'insieme delle misure che discendono dalla decisione del Consiglio europeo e dai trattati ratificati costituisca un passaggio tanto delicato quanto importante nella costruzione di un'Europa anche politica in grado di fronteggiare in futuro situazioni di crisi economico-finanziarie con il concorso solidale dei Paesi membri. Per l'Italia ciò significa che, qualunque sia la maggioranza che uscirà vittoriosa dalle elezioni politiche del 2013, la disciplina fiscale e la lealtà ai trattati non saranno in discussione, anche grazie all'autonoma decisione, supportata da un'amplissima maggioranza, di introdurre in Costituzione il principio del pareggio strutturale di bilancio. Il fiscal compact, passaggio necessario verso l'unione fiscale, va nella direzione del trasferimento ad organi europei del potere di decisione sul bilancio, requisito ineludibile per giungere alla gestione comune del debito e all'emissione di eurobond.

Le critiche ai documenti in esame si sono invece concentrate sull'impostazione sottostante agli accordi che, invertendo l'ordine naturale di un sano processo di integrazione politica, anziché partire dai popoli e dai territori procede, senza legittimazione popolare che solo una consultazione referendaria potrebbe garantire, verso un'Europa delle banche e della finanza, cioè proprio dei principali colpevoli di una crisi le cui conseguenze vengono duramente pagate da imprese e famiglie. Senza contare l'impegno di rientro forzato del debito che l'Italia assume malgrado sia evidente la sua insostenibilità.

Nel corso della discussione, il Governo ha accolto alcuni ordini del giorno, fra cui quello presentato dai sen. Ceccanti (PD) e Malan (PdL) che impegna il Governo a sostenere in ogni sede incisive forme di integrazione politica tra i Paesi della zona Euro e a livello dell'Unione Europea, comprese forme di legittimazione o elezione diretta del Presidente della Commissione e del Consiglio europeo unificando i due organi apicali oggi distinti.

(La seduta è terminata alle ore 13:52 )



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