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149ª Seduta pubblica

Mercoledì 24 gennaio 2024 alle ore 10:04

Comunicato di seduta

L'Assemblea ha respinto il ddl n. 764 recante modifica dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, concernente il riconoscimento alle Regioni di forme e condizioni particolari di autonomia, e modifiche all'articolo 117, commi primo, secondo e terzo, della Costituzione, con l'introduzione di una clausola di supremazia della legge statale e lo spostamento di alcune materie di potestà legislativa concorrente alla potestà legislativa esclusiva dello Stato.

Il provvedimento d'iniziativa popolare, che approda in Assemblea senza aver concluso il suo iter in Commissione, si compone di quattro articoli: l'articolo 1 propone la modifica del terzo comma dell'articolo 116 della Costituzione per consentire ulteriori forme di autonomia nelle sole materie di competenza legislativa concorrente, regolate da una legge dello Stato approvata a maggioranza assoluta, previa consultazione delle Regioni e degli enti locali. L'articolo 2 sostituisce il primo comma dell'articolo 117, confermando il dispositivo vigente secondo cui la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea e dagli obblighi internazionali, ma consentendo l'intervento statale per tutelare l'unità giuridica, economica e l'interesse nazionale. Gli articoli 3 e 4 modificano l'articolo 117 per ridefinire le materie di competenza esclusiva dello Stato e concorrente delle Regioni.

Nella discussione generale sono intervenuti i sen. Cecilia D'Elia, Giorgis, Valeria Valente (PD), Elisa Pirro, Castiello (M5S), Silvia Fregolent (IV), De Cristofaro (Misto-AVS), Guidi (Cd'I) e Balboni (FdI). Le opposizioni hanno sottolineato l'importanza della partecipazione dei cittadini e criticato la scelta politica di votare prima il disegno di legge sull'autonomia differenziata, respingendo la logica della divisione regionale. Secondo il PD il provvedimento in discussione mira a limitare l'autonomia e a preservare l'unità nazionale, spostando alcune competenze strategiche alla potestà esclusiva statale. M5S ha evidenziato la necessità di misure a tutela della salute dei cittadini italiani, specialmente in relazione ai problemi emersi durante la pandemia e ha invocato l'intervento della Corte costituzionale sul ddl Calderoli. IV ha sostenuto che la gestione regionale delle infrastrutture è dannosa per il Paese: l'Italia dovrebbe considerare un modello federale più strutturato, simile al modello tedesco. Secondo AVS il provvedimento contiene alcuni punti focali per superare il carattere pattizio del ddl sull'autonomia differenziata, rafforzare il ruolo dello Stato, ridurre le disuguaglianze territoriali e garantire l'eguaglianza dei diritti. Il sen. Guidi (Cd'I) ha criticato le promesse di cambiamento e miglioramento, sottolineando l'importanza di affrontare con concretezza le sfide legate alla salute, anziché discuterne in modo superficiale in Parlamento. FdI ha richiamato la riforma del Titolo V del 1970, che ha causato numerosi conflitti di attribuzione tra Stato e Regioni davanti alla Corte costituzionale, e ha accusato il centrosinistra di aver bloccato la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni.

Sono stati respinti i 4 articoli del provvedimento.

L'Assemblea ha approvato il ddl n. 974 di conversione in legge del decreto-legge 21 dicembre 2023, n. 200, recante disposizioni urgenti per la proroga dell'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell'Ucraina.Il provvedimento va all'altro ramo del Parlamento.

Il relatore, sen. Barcaiuolo (FdI), ha illustrato il provvedimento, composto di due articoli, che propone la proroga fino al 31 dicembre 2024 dell'autorizzazione alla cessione di mezzi militari all'Ucraina, in linea con gli impegni internazionali assunti dall'Italia. Il testo richiama l'articolo 2-bis del dl n. 14 del 2022, che, previo atto di indirizzo delle Camere, autorizza la cessione in deroga a normative precedenti; i Ministri della difesa e degli affari esteri devono presentare rapporti trimestrali al Parlamento sulla situazione. L'articolo 2 prevede l'entrata in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione. La relazione tecnica sottolinea che l'attuazione della disposizione non comporta nuovi oneri finanziari, poiché i mezzi oggetto di cessione sono già disponibili e le spese connesse saranno coperte dalle risorse disponibili a legislazione vigente.

Al termine della discussione generale, alla quale hanno preso parte alla i sen. Losacco, Sensi, Casini (PD), Terzi di Sant'Agata, Ester Mieli (FdI), Scalfarotto (IV), Magni (Misto-AVS), Paroli (FI-BP), Cataldi (M5S) e Stefania Pucciarelli (LSP), il relatore Barcaiuolo ha rimarcato la coesione della maggioranza su una posizione che fa dell'Italia un protagonista internazionale, riconoscendo varie posizioni legittime nelle opposizioni. Il Sottosegretario alla difesa Perego di Cremnago ha respinto l'idea che la soluzione diplomatica sia in contrasto con l'aiuto militare e sottolineato la necessità di difendere la democrazia e i valori fondamentali, affermando che investire nella deterrenza è cruciale per la stabilità e la pace nel continente. Sono stati respinti i due emendamenti all'articolo 1 ed è stato accolto ed approvato l'ordine del giorno G1.1 a firma Romeo (LSP), in un testo riformulato, che impegna il Governo a sviluppare un percorso diplomatico per giungere a una pace nel ripristino del diritto internazionale. In risposta alle accuse su un presunto cambio di passo della Lega e di divergenze in senso alla maggioranza in tema di politica estera, il sen. Romeo ha tenuto a precisare che l'ordine del giorno non contiene alcun disimpegno nel sostenere la resistenza ucraina.

Nelle dichiarazioni finali sono intervenuti, a favore del provvedimento, i sen. Calenda (Misto-Az), che ha messo in guardia sul possibile collasso dell'Europa in assenza di un consenso unitario sulla difesa dell'Ucraina e ha avvertito che, in caso di divisione, l'Italia potrebbe essere particolarmente vulnerabile; Giovanna Petrenga (Cd'I) che, criticando la debolezza della politica estera europea e la mancanza di una difesa comune di fronte alla crisi ucraina, ha ribadito l'importanza della solidarietà delle democrazie occidentali; Spagnolli (Aut) che, richiamando l'attenzione sulla complessità delle guerre moderne, ha invocato chiarezza da parte del Governo riguardo a una strategia comune europea per affrontare la situazione e mettere fine al conflitto; Borghi Enrico (IV), che ha espresso preoccupazione per le tensioni interne alla maggioranza e sottolineato l'importanza della deterrenza come strumento per garantire la pace; Stefania Craxi (FI-BP), che ha enfatizzato la necessità di difendere i valori e le regole del diritto e affermato che il sostegno militare è fondamentale in un contesto di attacchi ibridi e instabilità internazionale; Paganella (LSP), che ha evidenziato la necessità di una riflessione realistica sulla situazione di stallo, criticando l'efficacia delle sanzioni economiche contro la Russia, evidenziando la riorganizzazione economica russa e la formazione di nuove alleanze; Alfieri (PD), che ha chiesto iniziative concrete, come aiuti economici e sostegno all'adesione di Paesi europei alla NATO, per rafforzare la posizione dell'Europa e favorire la pace; Menia (FdI), che ha riflettuto sulle dinamiche geopolitiche globali e richiamato l'importanza della solidarietà occidentale e la necessità di difendere valori come il diritto internazionale, l'inviolabilità dei confini e l'autodeterminazione dei popoli. I sen. De Cristofaro (Misto-AVS) e Marton (M5S) hanno dichiarato un voto contrario: AVS ha messo in discussione la dipendenza dagli Stati Uniti ed espresso preoccupazione per le conseguenze economiche dell'inflazione causata dalla guerra in corso; M5S, secondo cui la strategia dell'invio di armi è fallimentare non avendo portato ai risultati sperati, ha paventato una possibile escalation del conflitto, ricordando che il Movimento 5 Stelle ha proposto una conferenza di pace permanente per l'Ucraina già un anno fa.

Nel corso della seduta il Presidente La Russa ha commemorato Gigi Riva, scomparso all'età di 79 anni, uomo esemplare prima ancora che grande calciatore. Il Presidente ne ha esaltato la dignità e il riserbo, anche nei momenti di fragilità, presentandolo come l'esempio di un'Italia autentica. Sono intervenuti per rendere omaggio a Gigi Riva i sen. Guidi (Cd'I), Spagnolli (Aut), Daniela Sbrollini (IV), Gasparri (FI-BP), Sabrina Licheri (M5S), Romeo (LSP), Casini (PD) e Satta (FdI).

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